Maurilio Lovatti 

 

 

L'Assunta di Giacomo Zoboli (1748)

 

 

Il Cantiere, aprile 2023

 

 

La pala dell'altare maggiore della nostra vecchia chiesa è stata trasferita ai primi di marzo al museo diocesano di via Gasparo da Salò per la mostra Giacomo Ceruti e la pittura sacra a Brescia, da Ricci a Tiepolo, che rimarrà aperta dal 11 marzo al 21 maggio 2023, nell'ambito delle iniziative per Bergamo Brescia Capitale della Cultura.
L'Assunta era stata dipinta a Roma da Zoboli nel 1748 per l'altare maggiore della chiesa di Santa Maria degli Angeli, annessa al convento delle monache agostiniane ubicato nella attuale via Bassiche. Per evitare che la tela fosse preda dei funzionari napoleonici, dopo la sconsacrazione della chiesa, fu portata di nascosto a Chiesanuova, molto probabilmente negli ultimi mesi del 1803. Per oltre due secoli se ne era persa la memoria, fino a quando nel 2005, durante il restauro, è stata scoperta la firma del pittore.

 

L'Assunta di Giacomo Zoboli (1748)

 

 

 

Giacomo Zoboli era nato a Modena nel 1681 e si era trasferito a Roma nel 1712, ove rimane fino alla morte nel 1767. Uomo profondamente religioso, è membro assiduo dell'Arciconfraternita delle Sacre Stimmate di San Francesco. Diviene uno dei pittori più famosi d'Europa. Nel 1745 il re del Portogallo Giovanni V gli commissiona Il trionfo della fede per il monastero di Coimbra. Nel 1754 dipinge S. Francesco di Sales e la beata Giovanna Francesca Frémyot de Chantal per il Monastero della Visitazione a Madrid, commissionato dalla regina Maria Barbara di Braganza, moglie di Ferdinando VI di Spagna. Nelle chiese di Roma sono visibili molti suoi capolavori, in particolare nelle basiliche di San Carlo e Ambrogio al Corso, di Sant'Eustacchio, di Sant'Apollinare, di Santa Maria in Trastevere e nelle chiese di San Giovanni della Pigna, di Gesù Bambino all'Esquilino e di Sant'Antonio in Campo Marzio.
Il dipinto di Chiesanuova è la terza opera bresciana di Zoboli. La prima e più importante è L'Assunta e gli Apostoli, pala dell'altare maggiore del Duomo nuovo di Brescia. Il cardinal Querini, vescovo di Brescia dal 1727 al 1755, si rivolge personalmente al pittore che aveva conosciuto a Roma prima di giungere nella nostra città. Il quadro del Duomo, che ancor oggi possiamo ammirare, è completato e posizionato nel 1735 ed è considerato dagli studiosi un lavoro molto ben riuscito, che mostra capacità inventive e un uso sapiente del colore. Il dipinto di grandi dimensioni (650 per 350 cm) è stato eseguito interamente a Roma, come ci informa il vescovo stesso nella sua lettera pastorale del 2 agosto 1732.
Il grande successo ottenuto dalla pala dell'Assunta, spinge qualche anno dopo i padri filippini della Pace a commissionare allo Zoboli il dipinto più importante della chiesa allora in costruzione, quello dedicato a San Filippo Neri, il fondatore della Congregazione, il 24 aprile 1742. Nasce così San Filippo Neri genuflesso davanti alla Madonna, olio su tela, dipinto di grandi dimensioni che il pittore completerà a Roma nel corso del 1745, e che ancor oggi possiamo ammirare nel secondo altare della navata destra della chiesa della Pace.
Complessivamente nelle chiese di Brescia sono conservati ben 6 capolavori della pittura sacra del Settecento, tutti opera di pittori allora di fama europea: oltre al Tiepolo di Folzano, i due Batoni della Pace e i tre dipinti di Zoboli. Solo Roma e Venezia possono vantare una dotazione più ricca.
Per vari pregiudizi ideologici la pittura sacra del Settecento è parecchio sottovalutata in Italia. Diversi storici dell'arte ritengono che questi pittori siano stati incapaci di recepire le nuove idee del loro tempo (l'Arcadia, il neoclassicismo, l'illuminismo) e quindi giudicano la loro pittura come una sorta di stanca ed esangue ripetizione di idee e modelli barocchi e rococò. Questa concezione distorta è passata perfino in gran parte dei manuali scolastici di storia dell'arte. In realtà la letteratura internazionale (soprattutto di lingua inglese e tedesca) non accoglie questi pregiudizi.
Possiamo sperare che il 2023 costituisca l'occasione sia per consentire ai bresciani e ai turisti di conoscere questi capolavori, in qualche caso veri e propri tesori nascosti finora poco visitati, sia per contribuire a rovesciare i pregiudizi sull'arte sacra del Settecento.


Maurilio Lovatti   

 

 

 

 

Il Cantiere,  aprile 2023, pag. 12-13

 

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Giacomo Zoboli e il cardinal Querini

 

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