La voce del popolo, 7 maggio 2025, pag. 23

ANNIVERSARIO

 

Il centenario del "Manifesto degli intellettuali antifascisti"

 

di Maurilio Lovatti 

Il Mo. Ca. ha ospitato nei giorni scorsi un interessante convegno promosso dal comitato per la qualità della scuola

 

 

Il 1 maggio 1925, esattamente cento anni fa, venne pubblicato il Manifesto degli intellettuali antifascisti promosso dal filosofo Benedetto Croce. Gli intellettuali antifascisti intendevano rispondere al manifesto degli intellettuali fascisti scritto dal filosofo Giovanni Gentile, che dal 1923 aveva aderito al Partito Fascista. Per la fama internazionale di Croce, il manifesto antifascista ebbe ampia diffusione in tutta Europa e fu la base culturale e valoriale degli oppositori al fascismo, che volevano difendere la libertà, la democrazia e il pluralismo politico minacciati e poi conculcati dal Regime fascista.
Il 29 aprile 2025, per ricordare il centenario, al Moca di Brescia, si è tenuto un convegno di studio promosso col patrocinio del Comune di Brescia dal Comitato per la Qualità della Scuola e al quale ha partecipato il vicesindaco Federico Manzoni, che ha portato il saluto dell'Amministrazione e lodato l'iniziativa che tocca uno snodo essenziale della nostra storia che non va dimenticato.
Nella prima parte del convegno è stata esaminata la riforma scolastica realizzata da Gentile nel 1923 e sostenuta anche da Croce. E' emerso che non è una riforma fascista, ma liberale e meritocratica, largamente anticipata dalle proposte di Croce quando era ministro dell'istruzione nel governo Giolitti tra il 1920 e il 1921, specialmente per quando riguarda l'esame di Stato con Commissioni tutte esterne e la libertà d'insegnamento.
Franco Manni ha esposto e confrontato i due manifesti a partire dalle analogie e differenze tra le idee dei due filosofi, entrambi ispirati dalla filosofia hegeliana e per lunghi anni amici e collaboratori. Ha evidenziato le ragioni filosofiche (la diversa interpretazione di Hegel, in particolare sullo Stato etico) culturali (il rifiuto di Croce di considerare la cultura come subordinata alla politica) e politiche (il severo giudizio di Croce sul fascismo per quanto riguarda la limitazione delle libertà personali) che li portarono a contrapporsi decisamente. Manni ha sottolineato, tra l'altro, che accanto alle firme di decine e decine di intellettuali liberali, democratici, cattolici e indipendenti al manifesto di Croce, non figura nessuna firma di intellettuale comunista o socialista. Questo aspetto è spesso misconosciuto o trascurato nelle ricostruzioni storiche. Sulla relazione di Manni si è sviluppata una lunga e coinvolgente discussione.
Infine Vincenzo Gatti ha illustrato le complesse motivazioni che indussero alcuni celebri scrittori e poeti ad aderire al manifesto fascista, come Pirandello, Ungaretti e Marinetti, e altri ad aderire al manifesto antifascista di Croce, come Eugenio Montale e Matilde Serao.

 

La voce del popolo, 7 maggio 2025, pag. 23

 

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