Papa Leone XIV così
concludeva il 30 giugno il suo messaggio per la giornata mondiale di
preghiera per la cura del Creato:
«L’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco ha accompagnato la
Chiesa Cattolica e molte persone di buona volontà per dieci anni: essa
continui ad ispirarci e l’ecologia integrale sia sempre più scelta e
condivisa come rotta da seguire. Così si moltiplicheranno i semi di
speranza, da “custodire e coltivare” con la grazia della nostra grande e
indefettibile Speranza, Cristo Risorto.»
Dal 1 settembre 2006, quando Papa Benedetto XVI celebrò
la prima giornata per la salvaguardia del Creato della chiesa italiana,
l'insegnamento della Chiesa sul tema è chiaro e costante. Tutti dobbiamo
collaborare attivamente alla difesa dell'ambiente naturale, che ci è stato
donato, e che abbiamo il dovere di trasmettere alle future generazioni, sia
nei comportamenti individuali, sia a livello comunitario. A livello
individuale, con alcuni piccoli gesti quotidiani che, se attuati da molte
persone, possono risultare significativi, come evitare di buttare avanzi di
cibo tra i rifiuti e cercare di riutilizzarli, educare i bambini a finire il
cibo nel piatto e a non lasciare avanzi, evitare sprechi di luce, acqua e
gas in casa, attuare con attenzione la raccolta differenziata dei rifiuti,
utilizzare meno l'automobile, andando maggiormente a piedi o in bicicletta o
con i mezzi pubblici, preferire il treno all'aereo, mangiare meno carne e
più cibo vegetale e così via.
A livello comunitario (parrocchia o diocesi) compiendo azioni visibili, dal
valore educativo e di testimonianza, come prendersi cura, difendere e
valorizzare spazi verdi nei quartieri, collaborare con le istituzioni, gli
organismi di partecipazione e le persone di buona volontà a preservare il
territorio da inquinamenti e danni ambientali, evitare sprechi e
differenziare i rifiuti in occasioni di feste, sagre, raduni, ecc.
Con l'insegnamento di Papa Francesco la Chiesa universale ha preso piena
coscienza dello stretto legame tra giustizia sociale, economia e
salvaguardia del creato. Scriveva Francesco: "Non ci sono due crisi
separate, una ambientale e l'altra sociale". La soluzione richiede
"un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire
dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della
natura". E ancora: "Pace, giustizia e salvaguardia del creato
sono tre questioni del tutto connesse".
Fedele a questa impostazione, Papa Leone afferma: «Le parole del profeta
Isaia [vedi riquadro sotto], che dal 1° settembre al 4 ottobre
accompagneranno l’iniziativa ecumenica del “Tempo del Creato”,
affermano con forza che, insieme alla preghiera, sono necessarie la volontà
e le azioni concrete che rendono percepibile questa “carezza di Dio” sul
mondo [...]. Si tratta di un annuncio di straordinaria attualità. In
diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in
rovina. Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e
dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono
producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano
in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento
climatico indotto da attività antropiche, senza considerare gli effetti a
medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai
conflitti armati. Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere
la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la
pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli
esclusi.»
Noi, a livello locale, nel nostro piccolo, possiamo contribuire sul piano
educativo a creare questa consapevolezza auspicata da Papa Leone.
RIQUADRO: «In noi
sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un
giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nel deserto prenderà
dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Praticare la
giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità e sicurezza
per sempre. Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni
tranquille, in luoghi sicuri» (Isaia, 32, 15-18)
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