La voce del popolo, 9 febbraio 2023, pag. 29

 

 

 

Il bisogno della Costituzione

Il card. Matteo Zuppi ha scritto una lettera alla Costituzione italiana in un momento storico di varie incertezze, nel 75° della Carta

IL LIBRO: recensione di Maurilio Lovatti 

 

 

"Cara Costituzione, sento proprio il bisogno di scriverti una lettera, anzitutto per ringraziarti di quello che rappresenti da tanto tempo per tutti noi. Hai 75 anni, ma li porti benissimo! Ti voglio chiedere aiuto, perché siamo in un momento difficile e quando l'Italia, la nostra patria, ha problemi, sento che abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare. E poi a che cosa ci serve litigare quando si deve costruire?"

Inizia con queste inusuali parole un brevissimo libro del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, che contiene anche il testo dell'ultima lezione dell'insigne costituzionalista Valerio Onida, scomparso lo scorso anno. Uno scritto controcorrente, chiaro ed efficace.

 

 

 

 

In un periodo in cui si discute su come riformare o cambiare profondamente la seconda parte della Costituzione (quella sull'ordinamento della Repubblica), Zuppi ci invita a riflettere sui principi a cui la Carta si ispira, sui diritti e doveri dei cittadini. Ci invita a prenderli sul serio, a riferirci ad essi per orientare il nostro agire sociale e politico. Ci ricorda il valore dei diritti inalienabili dell'uomo, che caratterizzano la persone in quanto tali, e che nell'età moderna e contemporanea sono diventati patrimonio condiviso e riconosciuto dagli organismi internazionali. Ma ci ricorda anche che questi diritti sono connessi a due doveri fondamentali: il dovere di ogni cittadino di impegnarsi in attività "che concorrano al progresso materiale o spirituale della società" (art. 4) e il dovere della solidarietà "politica economica e sociale" (art. 2). In sostanza, la Costituzione per Zuppi ci fornisce il fondamento di una società basata su una vera fratellanza ed uguaglianza e non "solo su una fredda e impersonale imparzialità".

Ci ricorda, ad esempio, che il sistema sanitario deve essere più efficiente, che il lavoro va umanizzato, che le disuguaglianze sociali vanno ridotte, mentre in realtà aumentano, che evadere le tasse equivale a rubare ("perché non pagarle significa togliere agli altri"), che "non è possibile star bene da soli perché possiamo star bene solo assieme". Ci invita alla concordia e alla cooperazione. Insomma, se presa sul serio, la Costituzione ci orienta verso una buona politica.

La riflessione del presidente dei vescovi italiani si muove dentro le coordinate implicite del personalismo cristiano sul piano filosofico e dello spirito conciliare sul piano pastorale. Pur non citando mai la Gaudium et spes, appare chiaro che questa sia il suo principale riferimento. Il documento conciliare prende atto che nel mondo cresce la coscienza della dignità della persona umana, i cui diritti e doveri sono universali e inviolabili. Ne consegue la necessità che sia reso accessibile all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana, come il vitto, l'abitazione, il diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto all'educazione, al lavoro, al rispetto, alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso. L'ordine sociale pertanto deve sempre lasciar prevalere il bene delle persone. Per contribuire a realizzare la civiltà dell'amore, lo Stato deve fare tutto il possibile affinché la società favorisca lo sviluppo integrale dell'uomo, di ogni uomo. Certo, il cristiano sa che uno Stato più giusto non è da solo sufficiente al raggiungimento della nostra felicità (ce lo ricorda la concezione agostiniana dello Stato). Ma di questo Zuppi giustamente non ne parla in questo scritto, perché il suo scopo principale è l'invito alla concordia e alla cooperazione tra tutti gli uomini di buona volontà per costruire il bene comune ("quando penso a come ti hanno voluta, mi commuovo, perché i padri costituenti sono stati proprio bravi! Erano diversissimi, avversari, con idee molto distanti, eppure si misero d'accordo su quel che conta..."). In un momento difficile per la società italiana Zuppi vuole richiamare l'attenzione sui valori che possono unire, vuole contribuire a motivare l'impegno sociale e politico, ad alimentare la speranza in un futuro migliore.

 

 

 

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 9 febbraio 2023, pag. 29

 

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