La voce del popolo, 23 aprile 2020, pag. 8

AMBIENTE

 

 

 

A2A: carbone addio

 

di Maurilio Lovatti 

 

 

A2A ha annunciato che la centrale Lamarmora non userà mai più il carbone come combustibile. E' un risultato di grande importanza per l'ambiente, per la salute, per la città. Inizialmente previsto per il 2022, è stato anticipato di due anni, anche tenendo conto dell'aumento dei costi di trasporto del carbone a seguito della pandemia.
Come si supplirà al mancato uso del carbone? Una parte del calore sarà ottenuta sfruttando quello prodotto dalle acciaierie, l'altra dai fumi di combustione dell'inceneritore, mentre il metano sarà usato come fonte aggiuntiva, solo quando quelle ordinarie si riveleranno insufficienti, con la prospettiva a lungo termine di eliminare anche lo stesso metano. Inoltre entro l'estate sarà messo in funzione un impianto fotovoltaico per alimentare le pompe del teleriscaldamento.
Non ci sarà nessun aumento della quantità di rifiuti bruciati nell'inceneritore per supplire al mancato uso del carbone. Semplicemente il calore dei fumi emessi dalla combustione dei rifiuti, ora disperso, verrà recuperato riducendo anche le emissioni in atmosfera. E' l'intervento più costoso, circa 100 milioni di euro, ma garantirà più del 50% del calore perso per il mancato uso del carbone. Se per supplire al carbone si fosse aumentata la quantità dei rifiuti bruciati, non ci sarebbe stato alcun beneficio per l'ambiente e la salute.
Il beneficio per l'ambiente e la salute sarà invece importante, anche se le emissioni della centrale Lamarmora erano comunque poco rilevanti rispetto al totale. Come mai? Facciamo un esempio. Se fumo una sigaretta sull'Adamello, il danno per la mia salute ci sarà comunque, ma sarà molto basso. Se invece fumo la stessa sigaretta a Brescia, il danno sarà molto ma molto più grave, perché il fumo della sigaretta agirà sui miei polmoni già gravemente compromessi dal fatto che respiro un'aria molto inquinata. Qui il danno delle sigarette potrebbe diventare la classica goccia che fa traboccare il vaso, causando una patologia. Allo stesso modo, le emissioni causate dalla combustione del carbone, pur poco rilevanti percentualmente, si aggiungevano ad una atmosfera già gravemente inquinata, come in tutta la Val Padana.
Infine per quanto riguarda l'uso residuale del metano (stimato da A2A tra il 10 e il 15% del calore prodotto) va comunque tenuto presente che è sempre molto meno dannoso per l'ambiente del carbone (un kWh ottenuto dal metano produce 367 g di CO2, contro gli 896 del carbone) e che, inoltre, sono stati installati nuovi filtri che riducono dell'87% le emissioni di polveri e del 71% quelle degli ossidi di azoto.

 

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 23 aprile 2020, pag. 8

 

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