La voce del popolo, 28 agosto 2014, pag. 8

OPINIONI

 

 

 

Creato

Impegni concreti

 

di Maurilio Lovatti 

 

La Chiesa Cattolica italiana celebra il primo settembre la Giornata per la salvaguardia e la difesa del creato. Le singole parrocchie, in funzione delle locali esigenze pastorali, possono celebrare la giornata in una qualsiasi domenica di settembre. L'iniziativa nasce da una proposta formulata nel 1989 dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Dimitrios, che ha trovato ampia risonanza in ambito ecumenico. Essa è stata ripresa dalla II Assemblea Ecumenica europea di Graz del 1997 e nel 2001 dalla Carta ecumenica di Strasburgo, che ha invitato a diffonderne la celebrazione. La sua accoglienza da parte della Chiesa italiana testimonia la volontà di condividere la sensibilità ecumenica per i temi ambientali.
Questo è il nono anno la in cui la festa è celebrata anche in Italia e la Conferenza episcopale italiana ha deciso di porre l'attenzione sul tema dell'educazione alla custodia del creato, nella consapevolezza che solo un profondo cammino educativo delle comunità ecclesiali può contribuire a sradicare abitudini consolidate allo spreco e al consumismo. Il documento dei vescovi italiani parte da una citazione di Papa Francesco: "Come esseri umani, non siamo meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha tanto strettamente uniti al mondo che ci circonda che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno e possiamo lamentare l'estinzione di una specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni."
I vescovi ricordano l'inquinamento sempre più preoccupante dell'aria, dell'acqua e d'intere zone di territorio, i mutamenti climatici dovuti al riscaldamento medio del pianeta (da cui derivano anche le bombe d'acqua a cui abbiamo assistito anche quest'estate) e suggeriscono alle nostre Chiese italiane impegni conseguenti: la consapevolezza della necessità di un'azione culturale; la denuncia davanti ai disastri; la costruzione di una rete di speranza nel futuro. In particolare affermano: "la custodia del creato è fatta anche di una chiara denuncia nei confronti di chi viola quest'armonia del creato. È una denuncia che spesso parte da persone che si fanno sentinelle dell'intero territorio, talvolta pagando di persona. Siamo loro profondamente grati, perché ci hanno insegnato un metodo: ci vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi e rende consapevole tutta la comunità della gravità della situazione. Specie davanti ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto."

 

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 28 agosto 2014, pag. 8

 

 

 

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