La voce del popolo, 4 aprile 2013, pag. 6

OPINIONI

 

 

 

Creato

La salute e la città

 

di Maurilio Lovatti 

 

 

La sera di Pasqua una seguitissima trasmissione su Rai 3 dedicata all'inquinamento da PCB a Brescia ha turbato e sconvolto molti nostri concittadini. Il PCB prodotto dalla Caffaro (un composto organico formato da carbonio, idrogeno e cloro) è un veleno che si accumula nella tiroide, nel pancreas, nel sistema linfatico, nel latte materno e in genere nelle parti grasse dell'organismo, che danneggia il sistema immunitario e moltiplica enormemente la possibilità di tumori. Attraverso la catena alimentare ha coinvolto tutti i bresciani, non solo quelli che abitano nelle aree inquinate. Uno studio dell'università di Brescia, su un campione di 1200 persone, ha stabilito che nel corpo dei bresciani il PCB è 13 volte superiore a quello della media nazionale. A Brescia i tumori alla tiroide sono il 49% in più della media, quelli al fegato il 58%. Quelli infantili quasi il triplo!
Impressionante è stato il confronto con Anniston (Alabama) ove vi è stato un analogo inquinamento da PCB: case abbattute, scuole chiuse, interi quartieri abbandonati, sconvolgenti casi di tumori e di malattie indotte. A Brescia sembra che non sia successo nulla. Eppure i dati scientifici di Brescia sono più gravi di quelli di Anniston! Nella falda acquifera la concentrazione di PCB è 9 volte il massimo consentito dalla legge. Ad Anniston la società che produceva il PCB è stata costretta a risarcire i cittadini per circa 700 milioni di dollari e a farsi carico delle spese di bonifica. A Brescia nulla. L'inquinamento è stato scoperto nel 2001 e dal 2002 sono partite analisi, delimitazione delle aree, interventi urgenti di pulizia delle rogge e predisposizione degli atti, fino all'accordo tra Comune e Ministero dell'Ambiente per la bonifica dell'area inquinata, nel 2007. Poi, inspiegabilmente, più nulla! Dallo Stato e dalla Regione non è arrivato un euro!
Penso che la città si debba interrogare su questa colpevole inerzia. Benché Brescia sia uno dei luoghi più inquinati del mondo e sia inserita nell'elenco dei 57 siti considerati d'interesse nazionale che vanno urgentemente bonificati, non è stata in grado di mobilitarsi e di ottenere fondi dallo Stato, dalla Regione, dalla Comunità Europea, mentre per altri siti inquinati, meno gravemente di Brescia, sono giunti milioni di euro! Ma il nostro Sindaco uscente non aveva detto che rimaneva in Parlamento per tutelare la città? Soprattutto è sconcertante come il tema della salute e dell'ambiente sia poco presente nel dibattito politico e culturale della città.

 

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 4 aprile 2013, pag. 6

 

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