La voce del popolo, 20 settembre 2012, pag. 6

OPINIONI

 

 

 

Creato

Tutelare l'agricoltura

 

di Maurilio Lovatti 

 

 


Negli ultimi 40 anni, in Italia, la superficie coltivabile in Italia è scesa da 18 a 13 milioni di ettari, con una diminuzione di circa il 28%. In media ogni giorno si cementificano 100 ettari. Uno spreco immenso di terreni coltivabili, solo in minima parte dovuto a reali esigenze produttive o abitative, frutto dell'incuria o della mancanza di senso civico di molti amministratori locali, della speculazione edilizia, dei guadagni delle banche che erogano i mutui e degli interessi politico economici sempre connessi alle nuove urbanizzazioni. Questo spreco di territorio ha provocato spesso notevoli danni ambientali e un degrado anche estetico del paesaggio. Abbiamo assistito negli anni a vere e proprie colate di cemento, del tutto irrazionali, se pensiamo ai moltissimi vani sfitti (solo in provincia di Milano erano 320.000 all'inizio del 2011) e ai capannoni industriali inutilizzati (oltre il 10% del totale).
Per cercare di porre qualche freno a questa folle tendenza, il Consiglio dei ministri del 13 settembre ha finalmente approvato un disegno di legge che mira a tutelare l'attività agricola, l'assetto idroegeologico del territorio e il paesaggio. Il disegno di legge fissa un tetto massimo di aree agricole destinate all'edificazione. La quota è assegnata alle regioni che a loro volta la distribuiscono ai comuni. Così si otterrà un sistema che vincola l'ammontare massimo di terreno agricolo cementificabile. E' anche introdotto l'obbligo di mantenere la destinazione agricola per almeno 5 anni per i terreni che beneficiano di aiuti di stato nazionali e premi comunitari. Infine è rivisto il sistema degli oneri di urbanizzazione con l'abrogazione della norma che consente ai comuni di fare cassa con i contributi di costruzione, distogliendoli dal finanziamento delle opere per le quali sono richiesti. La Confagricoltura ha avuto la faccia tosta di contestare la "logica vincolistica e discriminatoria" del limite sulla destinazione nel tempo dei terreni agricoli che hanno beneficiato di aiuti. Il governo ha agito saggiamente: il rischio è che i tempi stretti della legislatura possano impedirne l'approvazione parlamentare. Sarebbe scandaloso che il Parlamento tergiversasse rinviando alle calende greche un provvedimento importante per il Paese.
Il piano del governo del territorio del Comune di Brescia prevede incautamente il consumo di circa il 7% delle aree agricole esistenti. Non è il caso di ripensarci?

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 20 settembre 2012, pag. 6

 

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