La voce del popolo, 19 luglio 2012, pag. 6

OPINIONI

 

 

 

Creato

Superare l'indifferenza

 

di Maurilio Lovatti 

 

 


Alla fine dello scorso giugno i vescovi italiani hanno reso noto il loro documento per la giornata del creato, che si celebrerà la prima domenica di settembre. O meglio dovrebbe celebrarsi la prima domenica di settembre, visto che la maggior parte delle parrocchie ignora questa celebrazione, nonostante l'insistenza dei vescovi, che da ben 7 anni propongono alla chiesa italiana stimolanti riflessioni sul tema.
I vescovi sottolineano che i cristiani non possono e non devono "dimenticare le ferite di cui soffre la nostra terra, che possono essere guarite solo da coscienze animate dalla giustizia e da mani solidali". I vescovi insistono sull'aspetto educativo. Le comunità cristiane sono chiamate a diffondere la consapevolezza dell'importanza dei valori ambientali, secondo quanto scaturito dal Forum Europeo Cattolico-Ortodosso, tenutosi a Lisbona lo scorso anno: "Non è più possibile dilapidare le risorse del creato, inquinare l'ambiente in cui viviamo come stiamo facendo. La vocazione dell'uomo è di essere il custode e non il predatore del creato. Oggi si deve essere consapevoli del debito che abbiamo verso le generazioni future alle quali non dobbiamo trasmettere un ambiente degradato e invivibile."
Una frase del documento mi ha colpito: "Accanto all'annuncio, infatti, è necessaria anche la denuncia di ciò che viola per avidità la sacralità della vita e il dono della terra." I vescovi ricordano alle comunità cristiane che l'annuncio dei principi, la testimonianza, lo stile di vita sobrio e coerente spesso non bastano: talvolta c'è il dovere della denuncia dei crimini ambientali, della pubblica riprovazione degli atti contro la vita, la salute e l'integrità del creato. E' un tema delicato: il nostro vescovo Luciano, dalle colonne di questo settimanale, ci ha opportunamente avvertito che su molti temi specifici, attesa la loro complessità tecnica, il vescovo o la chiesa diocesana in quanto tale non debbono pronunciarsi, lasciando questo compito ai credenti laici impegnati nell'ambito dell'economia, della società, della politica.
Ma quando i crimini contro la salute, l'inquinamento dell'aria o dei corsi d'acqua sono inequivocabili, non si deve tacere. Nella millenaria storia dell'umanità siamo la prima generazione che non sarà in grado di restituire alle prossime generazioni un mondo migliore a causa delle gravi e spesso irreversibili ferite inferte alla natura. Sono certo che la prossima, attesa lettera del nostro vescovo Luciano sull'ambiente contribuirà in modo determinante a superare la sottovalutazione, la trascuratezza, talvolta perfino l'indifferenza ancora presenti in larga parte della chiesa bresciana sui temi della salvaguardia del creato.

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 19 luglio 2012, pag. 6

 

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