La voce del popolo, 6 ottobre 2011, pag. 6

OPINIONI

 

 

 

Creato

Un mare di plastica

 

di Maurilio Lovatti 

 

 

E' chiamata Pacific Trash Vortex ed è stata scoperta nel 1988: una gigantesca isola formata per oltre l'80% da rifiuti di plastica non biodegradabili nel Nord dell'Oceano Pacifico, grosso modo tra la California e il Giappone. Ha un diametro di circa 2500 chilometri ed è profonda mediamente 30 metri; il peso dei rifiuti è stimato attorno ai 3 milioni di tonnellate. Si è formata lentamente, dalla fine degli anni Cinquanta, a causa delle correnti oceaniche che, per il loro moto rotatorio, hanno determinato l'agglomerazione dei rifiuti provenienti dagli Stati Uniti. Per la mancanza di vita questa superficie oceanica non è frequentata da pescherecci e assai raramente è attraversata anche da altre imbarcazioni.
Nel mondo sono prodotti oltre 200 miliardi di chilogrammi l'anno di plastica, dei quali solo il 5% è riciclato e il 10% finisce in mare. Il 70% della plastica in mare va sul fondo degli oceani danneggiando la vita dei fondali. Il resto continua a galleggiare. La maggior parte di questa plastica è poco biodegradabile e finisce per sminuzzarsi in particelle piccolissime, che finiscono nello stomaco di molti animali marini portandoli ad una morte crudele. Quella che rimane si decomporrà solo tra centinaia d'anni, provocando da qui ad allora danni alla vita marina, ma nel frattempo, assieme ai rifiuti dispersi in mare dalle imbarcazioni, forma quest'isola mostruosa. La plastica, oltre a causare danni diretti per ingestione a delfini, tartarughe e altri grandi animali, frammentandosi è ingerita da moltissimi organismi marini filtratori; così pericolosi composti, come per esempio i policlorobifenili, possono entrare nella catena alimentare e raggiungere l'uomo.
Recentemente nell'Oceano Atlantico, tra le Grandi Antille e le Azzorre, è stata scoperta un'analoga isola di rifiuti di plastica, anche se di dimensioni inferiori rispetto a quella del Pacifico.
E' da anni che questa situazione è conosciuta dagli esperti e i danni della plastica sono ormai ben risaputi, tuttavia l'informazione al grande pubblico è molto carente. Se provate a chiedere ai vostri conoscenti vi accorgerete che la maggior parte delle persone ignora perfino l'esistenza di queste isole di rifiuti! Eppure costituiscono un pericolo per la vita e una grave deturpazione del Creato, che invece abbiamo il dovere di riconsegnare intatto alle future generazioni. Tutti noi dovremmo sentire quindi più forte il dovere di riciclare la plastica.

 

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 6 ottobre 2011, pag. 6

 

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