La voce del popolo, 9 aprile 2010, pag. 6

OPINIONI

 

 

 

Ambiente

Per uscire dal declino

di Maurilio Lovatti 

 

 

Se con uno sforzo di memoria cerchiamo di tornare indietro di 30-40 anni e ricordiamo le ambizioni e i sogni della nostra città, che aspirava a diventare la capitale della Lombardia orientale, non possiamo non percepire i segni dell'odierno declino. Erano i tempi della creazione del terzo polo universitario lombardo, e Brescia era all'avanguardia in Italia in alcuni settori (pensiamo ad esempio al teleriscaldamento o al progetto del museo della città a S. Giulia).
Oggi dobbiamo costatare, rispetto ad allora, la chiusura di molte fabbriche, il fallimento della BIPOP e il suo assorbimento in una banca nazionale, il CAB e la S. Paolo passati in mano bergamasca, l'ASM assorbita nell'A2A, l'aeroporto di Montichiari che intristisce in una desolante e forzata inattività, due centri fieristici, a Brescia e a Montichiari, che non hanno assunto importanza nazionale, il nuovo stadio che ancora manca, Comune e Provincia incapaci d'effettiva sinergia, la ferrovia ad alta velocità che forse "salterà" la città, e così via.
L'ipotesi del declino è confermato dalle varie classifiche sulla qualità della vita pubblicate dal Sole-24Ore, dove in quindici anni siamo precipitati dal 20° al 53° posto. Siamo negli ultimi posti in Italia per numero di laureati e 85°, quasi tra gli ultimi, per presenza di volontariato.
Si può ragionevolmente far qualcosa per invertire la tendenza? Soluzioni miracolistiche non esistono, tuttavia se ci fosse unità d'intenti tra Enti locali, università e centri di ricerca, qualche tentativo potrebbe essere fatto. Consideriamo l'ambiente come risorsa, e non solo come costo o come disagio che si presenta quando ci si rende conto che è necessario ridurre le emissioni.
A Brescia opera una Alta Scuola per l'Ambiente, che ha sede all'università cattolica, che si occupa d'educazione all'ambiente e alla sostenibilità, e che s'inserisce in una tradizione bresciana d'eccellenza nel campo dell'educazione. Abbiamo ottime facoltà di medicina e ingegneria. Abbiamo prestigiose case editrici. Abbiamo una presenza attiva e volonterosa degli scout e di altri gruppi di volontariato sensibili ai temi ambientali. Perché non pensare a Brescia come ad un centro nazionale di eccellenza per la ricerca sull'ambiente e l'inquinamento, le politiche ambientali e di risparmio energetico, l'educazione alla sostenibilità? Certo, servono capitali, serve investire per coinvolgere esperti di fama internazionale, serve collaborazione fattiva tra Enti locali, università ed altri soggetti potenzialmente coinvolgibili. Serve soprattutto individuare priorità condivise. Con il ceto politico locale che ci ritroviamo, forse è un'utopia. Tuttavia sognare in grande non costa nulla…

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 9 aprile 2010, pag. 6

 

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