La voce del popolo, 5 giugno 2009, pag. 6

OPINIONI

 

 

 

Ambiente

Strade pulite e terreni inquinati

di Maurilio Lovatti 

 

 

Nel 2008, anno in cui Napoli è stata sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo per la rimozione dei rifiuti dalle strade, la Guardia di Finanza della Campania ha scoperto e denunciato 1035 discariche abusive di rifiuti speciali molto tossici e inquinanti nel territorio della stessa regione, ove sono stati illegalmente smaltiti circa 8000 tonnellate di materiali altamente inquinanti. Una stima più complessiva di Legambiente calcola in circa 7 miliardi d'euro annui il giro d'affari delle ecomafie derivante dallo smaltimento in Campania di rifiuti di altre regioni: circa 520 mila camion di rifiuti provenienti da mezza Italia e in particolare da Lombardia, Liguria e Toscana. Per farci un'idea più intuitiva, basta immaginare che tutti questi TIR, messi in fila, formerebbero una colonna di circa 1000 Km.
In queste discariche abusive sono scaricati fanghi e liquami tossici, amianto, metalli inquinanti, veleni di tutti i generi, che alla lunga inquinano la falda acquifera sottostante. Poi sono coperti di terra e spesso vi si coltivano pomodori, ortaggi ed altri prodotti agricoli, con grave pericolo per la salute dei consumatori.
Quest'inquietante stato di cose interpella la responsabilità di molte persone, a diversi livelli.
Responsabilità del governo, che vanta la rimozione dei rifiuti dalle strade di Napoli come un gran successo e s'interessa scarsamente di ciò che non appare visibile alla pubblica opinione. Sarebbe come se qualcuno si vantasse di aver pulito la cucina di casa perché ha spolverato il tavolo, mentre sotto il tappeto e gli armadi giacciono quantità rilevanti di escrementi e di veleni.
Responsabilità di apparentemente rispettabili imprenditori del centro-nord, che per risparmiare sullo smaltimento dei rifiuti speciali, li affidano in nero ad equivoche società legate alla criminalità (e risparmiando sui costi attuano una concorrenza sleale e danneggiano gli imprenditori onesti).
Responsabilità delle popolazioni locali, sempre pronte a manifestare contro inceneritori e discariche legali e quasi mai disposte a segnalare e denunciare scarichi abusivi o semplicemente sospetti.
Responsabilità infine dei giornalisti italiani, che danno scarso rilievo a notizie del genere, che non svolgono inchieste rigorose sulle cose che non funzionano nel nostro Paese, ma spesso si limitano a "seguire" temi e argomenti dettati dall'agenda delle forze politiche o scelti solo perché attirano il lettore medio o sono di moda.
Se in Italia i reati ambientali sono molto più diffusi che negli altri Paesi europei è colpa anche del governo, ma non solo…

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 5 giugno 2009, pag. 6

 

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