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      I
      politici italiani, e non solo loro, sono molto disattenti sui temi che
      riguardano l'ambiente e la salute dei cittadini. Non è un luogo comune,
      purtroppo: questa tesi può essere giustificata con molti esempi. Il più
      sorprendente mi sembra quello del cromo nell'acqua. 
      Il cromo è un metallo che si presenta in varie forme (stati
      d'ossidazione) le più stabili e diffuse sono il cromo trivalente e quello
      esavalente. Il cromo trivalente, in piccola quantità, è utile per la
      salute, poiché serve per il metabolismo degli zuccheri (un'eventuale
      carenza di cromo influenza la capacità dell'insulina di regolare il
      livello di glucosio nel sangue); solo oltre certi limiti può divenire
      tossico. 
      Invece il cromo esavalente è sempre dannoso per la salute. I composti del
      cromo esavalente sono molto tossici se ingeriti; sono irritanti per gli
      occhi, la pelle e le mucose, ed un'esposizione cronica ad essi può
      causare danni permanenti agli occhi. L'inalazione di composti di cromo
      esavalente può provocare ulcerazione e perforazione delle membrane mucose
      del setto nasale, irritazione di faringe e laringe, bronchiti asmatiche,
      broncospasmsi, edema, insufficienza epatica e renale e alterazioni del
      materiale genetico. E, soprattutto, il cromo esavalente è un fattore
      cancerogeno per gli esseri umani. 
      Per questo, fin dal 1958, l'Organizzazione mondiale della sanità
      consigliò una concentrazione massima ammissibile per il cromo di 50
      microgrammi per litro nell'acqua potabile (senza distinzione tra quello
      trivalente e quello esavalente) e questo è tuttora il limite di legge. 
      Tuttavia, negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sui danni
      provocati dal cloro esavalente, e quindi, ragionevolmente, il decreto
      legislativo 152/2006 ha fissato per le acque di scarico industriale a
      scopo irriguo un limite di cromo esavalente di 5 microgrammi per litro.
      Tuttavia il legislatore si è "dimenticato" di ridurre il valore
      anche per l'acqua potabile. Ci troviamo di fronte a questo paradosso: una
      ditta di Castelletto d'Orba (AL) imbottiglia e vende acqua minerale,
      consigliata per "la preparazione di alimenti per lattanti" con
      23 microgrammi di cromo esavalente per litro (dichiarati sull'etichetta),
      con la bella conseguenza che l'acqua minerale in questione, se fosse uno
      scarico industriale, sarebbe inquinante e fuori legge per l'uso irriguo,
      mentre rispetta i limiti per la potabilità! Anche in alcuni pozzi
      dell'acquedotto comunale di Brescia sono state rinvenute concentrazioni di
      cromo esavalente attorno ai 20 microgrammi per litro. Se fosse acqua di
      scarico sarebbe inquinante, ma per la legge è perfettamente potabile! 
      Maurilio Lovatti 
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