La voce del popolo, 27 febbraio 2009, pag. 8

OPINIONI

 

 

 

Ambiente

Un diverso modello di sviluppo

di Maurilio Lovatti 

 

 

Forse a molti di noi è sfuggita l'importanza del Messaggio del Pontefice per la giornata mondiale della pace del 2009. Se non è per nulla nuova l'insistenza sul legame tra la pace tra i popoli e la giustizia sociale (è un tema ormai al centro del magistero della Chiesa fin dal 1963, anno della Pacem in Terris di Giovanni XXIII) mi è parso invece molto interessante e impegnativo il modo esplicito e argomentato con cui il Papa critica gli attuali modelli di sviluppo economico e ne mostra la profonda ingiustizia. Benedetto XVI dopo aver affermato che la povertà e l'iniqua distribuzione delle risorse sono cause profonde che non consentono di realizzare un'autentica pace per l'umanità, individua in concreto alcuni fattori da correggere. In primo luogo l'attuale livello complessivo di spesa militare, poiché le ingenti risorse materiali e umane impiegate per gli armamenti vengono di fatto distolte dai progetti di sviluppo dei popoli, specialmente di quelli più poveri e bisognosi d'aiuto.

In secondo luogo ci sono distorsioni strutturali nei meccanismi di sviluppo economico. Nel campo del commercio internazionale e delle finanza, rileva il Pontefice, sono in atto processi che permettono di integrare positivamente le economie, contribuendo al miglioramento delle condizioni generali; ma ci sono anche processi di senso opposto, che dividono e marginalizzano i popoli, creando pericolose premesse per guerre e conflitti. La funzione oggettivamente più importante della finanza, quella cioè di sostenere nel lungo termine la possibilità d'investimenti e quindi di sviluppo, si dimostra oggi quanto mai fragile: essa subisce i contraccolpi negativi di un sistema economico-finanziario basato su una logica di brevissimo termine, che persegue l'incremento del valore delle attività finanziarie e si concentra nella gestione tecnica delle diverse forme di rischio. Anche la recente crisi dimostra come l'attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune.

Solo un diverso modello di sviluppo può far crescere la solidarietà globale (cioè tra Paesi ricchi e poveri) e favorire la pace. Un nuovo modello di sviluppo non può realizzarsi che partendo da scelte ambientali coerenti (ridurre gli sprechi, l'inquinamento, riciclare i rifiuti, adottare stili di vita e di consumo più sobri, ecc.). Mente sapendo di mentire chi afferma che si deve scegliere se investire risorse per salvaguardare l'ambiente o per ridurre la povertà e il sottosviluppo. Politiche ambientali e politiche di solidarietà globale (cioè volte alla riduzione dello sfruttamento economico dei popoli del terzo mondo) sono in realtà due facce di una stessa medaglia; ma sono anche ambiti nei quali ognuno di noi può portare il suo piccolo contributo con stili di vita, di consumo, di acquisti consapevoli e coerenti.

 

Maurilio Lovatti

 

 

La voce del popolo, 27 febbraio 2009, pag. 8

 

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