Sud Informa, novembre 2009, pag. 5

 

 

Un dono per la città

di Maurilio Lovatti 

 

 

Domenica 4 ottobre, nella Chiesa della Noce, mons. Luciano Monari, Vescovo di Brescia, ricordando la figura di Arcangelo Tadini, recentemente proclamato santo dal Pontefice, che fu curato alla Noce dal 1873 al 1885, ha solennemente dedicato questa chiesa parrocchiale della circoscrizione Sud a "Dio onnipotente e alla gloria del Santo nome di Maria e di Sant'Arcangelo Tadini". Mons. Monari ha affermato che: " Sant'Arcangelo Tadini ha avuto una vita di tribolazioni e di entusiasmi, d'amore e di obbedienza a Dio che ha trasformato la morte in Pasqua. La santità è la vocazione di ogni credente, alcuni tra noi ci fanno capire che essa diventa possibile."
Al termine del rito, il Sindaco di Brescia, on. Adriano Paroli, ha ringraziato per l'iniziativa, che costituisce "un dono per la città".
Nell'occasione è cominciata la distribuzione a tutte le famiglie della frazione di un libro sulla storia della Noce, scritto dal prof. Virginio Prandini (Santa Maria della Noce: una piccola comunità attorno al suo santuario, Brescia 2009), con introduzioni del Vescovo, del Sindaco di Brescia e di don Arturo Balduzzi, parroco della Noce e di Chiesanuova.
Il libro racconta le vicende della chiesa della Noce a partire dal 1512, fino ai nostri giorni. Infatti, il primo edificio della chiesa, allora detta delle Fontanelle (per via dei fontanili che allora abbondavano in zona) fu fatta costruire da Vincenzo Salotti, come ringraziamento per essere scampato al sacco di Brescia. Infatti dal 19 al 21 febbraio 1512, Brescia era stata occupata e saccheggiata dalle truppe del giovanissimo generale francese Gastone da Foix, nipote del re Luigi XII, che avevano portato via migliaia di carri zeppi di oggetti di valore rubati ai bresciani, appiccato incendi, ucciso centinaia di uomini e violentato tutte le donne che erano riusciti a trovare. Sempre nel XVI secolo, a sud della chiesa, era stata costruita la cascina Le Caselle, appartenuta prima ai Rovati e poi ai conti Martinengo di Villagana, con una grande sala dipinta da Lattanzio Gambara.
Dal suo sorgere e fino al 1956, la chiesa della Noce, come le altre chiese delle campagne a sud-ovest di Brescia, apparteneva alla parrocchia di S. Nazaro e Celso.Questa parrocchia era una delle più importanti di Brescia, il suo parroco era generalmente un vescovo o un "prevosto mitriato" (che aveva diritto a portare il copricapo da vescovo nelle cerimonie solenni) di famiglie nobili veneziane (Brescia appartenne alla Repubblica Serenissima fino al 1797). Era una chiesa così importante, che commissionò al Tiziano il famoso polittico Averoldi, che ancor oggi possiamo ammirare dietro l'altare della chiesa di Via Matteotti.
La chiesa della Noce non aveva fonte battesimale e confessionale, poiché i battesimi e le confessioni dovevano avvenire o nella chiesa parrocchiale o, nella grande maggioranza dei casi, nella più vicina chiesa dell'Assunta a Chiesanuova (l'attuale chiesa vecchia di Chiesanuova). Cresime e matrimoni dovevano essere obbligatoriamente celebrati a san Nazaro. Anche funerali e sepolture, fino al 1793, dovevano svolgersi in città.
Il libro di Prandini racconta con accuratezza e fedeltà ai documenti le vicende storiche della Noce, in particolare dal XVIII secolo in avanti. Non è certo possibile riassumerle qui, ma un singolare episodio merita di essere ricordato. Don Arcangelo Tadini, curato della Noce, era riuscito ad ottenere da mons. Luigi Fè d'Ostiani, prevosto di S. Nazaro, l'autorizzazione ad erigere il battistero, per evitare che i neonati, nella stagione fredda, fossero portati a Chiesanuova per il battesimo, con rischio di malattia e in alcuni rari casi anche di morte. Alcuni fanatici di Chiesanuova, guidati dall'oste Guerrini, irruppero di notte nella chiesa e distrussero il fonte battesimale: Tadini si sentì male per lo spavento, ma riuscì a dare l'allarme facendo suonare le campane. Il fonte battesimale fu ricostruito e il 4 novembre 1883 si celebrò il primo battesimo alla Noce. La formale riconciliazione tra le due comunità parrocchiali è avvenuta il 12 marzo 2000, quando un folto gruppo di fedeli di Chiesanuova si recarono alla Noce per partecipare ad una messa solenne, concelebrata dai due parroci (don Arturo Balduzzi di Chiesanuova e don Mario Neva della Noce) e al successivo pranzo comunitario: l'abbraccio tra i due parroci sul cavalcavia dell'autostrada, confine tra le due parrocchie, fu il segno visibile di un impegno di collaborazione fra le due parrocchie, che negli ultimi anni si è notevolmente intensificato.
Nel dicembre del 1956, mons. Giacinto Tredici, vescovo di Brescia, che aveva visitato la prima volta la chiesa nel 1939, promulgò il decreto che eresse la chiesa della Noce a parrocchia. Dal 1956 ad oggi si sono succeduti 5 parroci, incluso l'attuale. Tra questi vi è stato don Mario Neva (dal 10 settembre 1989 al 10 giugno 2001) poi Assistente spirituale dell'università cattolica di Brescia, e il libro di Prandini contiene anche una sua interessante testimonianza sulle vicende della Noce negli anni novanta.
L'ultimo capitolo del libro, il settimo, è interamente dedicato a don Arcangelo Tadini, proclamato santo da Benedetto XVI, e contiene anche un'antologia dei suoi scritti più significativi.
Questo libro di Prandini, che segue ad uno analogo su Chiesanuova pubblicato tre anni fa (V. Prandini, Chiesanuova, una comunità che si riscopre, Brescia 2006) contribuisce in maniera significativa a ricostruire la storia della zona sud della città, per evitare che la memoria storica delle nostre radici si disperda e sia dimenticata. E' auspicabile che analoghi studi siano compiuti per altri quartieri della Circoscrizione Sud.

Maurilio Lovatti

 

 

 

 

Sud Informa, novembre 2009, pag. 5

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