Maurilio Lovatti

Il caso di Mario Rossi (1954): testimonianze, documenti, lettere

 

Dalle memorie di Luigi Gedda

 

 

 

 

Alla successione di Carretto (da presidente della Gioventù italiana di Azione Cattolica, ndr.) fu chiamato un certo dottor Mario Rossi della Giac di Rovigo, che io neppure conoscevo, considerata persona in grado di riportare l'organizzazione sul cammino di fervore religioso e di fedeltà alla Chiesa lungo il quale l'avevo guidata nel periodo fascista. Tale nomina, purtroppo, non tardò a dimostrarsi negativa e pericolosa.

Mentre Carretto aveva rifiutato l'adesione all'operazione Sturzo perché sobillato da persone della sinistra democristiana, Rossi portò nella Giac la tendenza a considerare la politica estranea alla disciplina ecclesiale dell'Azione Cattolica, conferendole invece un'impronta di tipo marxista conforme al socialismo sopravvissuto al fascismo nel suo Polesine. L'atteggiamento del Rossi era validamente ispirato e sostenuto da quel Vice Assistente della Giac che me lo aveva presentato, il quale si ispirava alla cosidetta teologia della liberazione.

"La presidenza della Giac" scrive Armando Zerbinato, medico allora residente a Roma e amico di Mario Rossi, "era diventata un covo di ribelli, motivo di scandalo per i giovani cattolici, più o meno coscientemente uno strumento dei comunisti". (....)

Mario Rossi, con quasi tutti i dirigenti centrali della Giac, fu costretto alle dimissioni nell'aprile del 1954. Dopo un periodo vissuto in Lussemburgo, tornò in Italia e pubblicò, fra l'altro, un articolo che deformava l'immagine e le parole di Pio XII (dal quale era stato ricevuto il 1 novembre 1952) e forniva informazioni tendenziose su alti personaggi ecclesiali e politici. (Panorama, 8 maggio 1974).

Le vicende vissute dalla Giac addolorarono Pio XII e interessarono anche il cardinale Ottaviani, Prefetto del Santo Uffizio, il quale propose come nuovo presidente Enrico Vinci del Circolo San Pietro, che aveva sede presso il suo Dicastero. Vinci aveva celebrato le sue nozze nel Getsemani di Casale Corte Cerro, benedette dal cardinale Ottaviani. Prese il timone della Giac e in quattro anni la riportò sulla direttrice delle origini.

 

 

Fonte: Luigi Gedda, 18 aprile 1948. Memorie inedite dell'artefice della sconfitta del Fronte Popolare, Mondadori, Milano 1998, pag. 154 - 156.

 Nel 1954 il dott. Luigi Gedda era Presidente nazionale dell'Azione Cattolica

 


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