Il pittore Vincenzo Foppa è nato a Brescia

 di Maurilio Lovatti  

 

 

 

Egregio Direttore,

nelle didascalie e cartelli indicatori della civica Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, il pittore Vincenzo Foppa è indicato come nato a Bagnolo Mella e non a Brescia.

Secondo la direttrice della pinacoteca l'indicazione del luogo di nascita di Foppa si basa su “quanto asserito dagli studi condensati nel catalogo della mostra monografica tenutasi nel 2002”. In tale testo (Comune di Brescia e Skira, 2003) effettivamente il prof. Giovanni Agosti a pag. 94 afferma che il pittore è “nativo di Bagnolo”, ma tale affermazione, in contrasto con tutta la letteratura precedente, non è in alcun modo motivata, nemmeno con una nota e, tanto meno, con richiamo a testi o documenti: si tratta di una pura congettura, basata sul fatto, indubitabile, che il padre del pittore, Giovanni, era effettivamente nato a Bagnolo Mella.
All'opposto, la nascita di Foppa a Brescia è concordemente indicata dagli studiosi a partire dal classico Vincenzo Foppa of Brescia, Founder of the Lombard School, His Life and Work di Ffoulkes e Maiocchi (Londra, 1909). Il testo citato porta circostanziata documentazione per giustificare la nascita a Brescia del pittore, in particolare l'Estimo del 1430 che prova che il padre di Foppa era cittadino bresciano e abitava nella Cittadella Vecchia. Certamente, in linea puramente teorica, il fatto che il padre di Foppa avesse la casa a Brescia, non prova con assoluta certezza che vi abitasse con continuità; molti nobili all'epoca possedevano la casa in città, erano cittadini bresciani, pagavano le tasse a Brescia, ma dimoravano prevalentemente in ville o palazzi di campagna. Ma il padre di Foppa era un sarto, che manteneva la famiglia col suo lavoro (lavoro che, visti i tempi di spostamento dell'epoca, presupponeva una clientela locale) e che verosimilmente aveva potuto acquistare la casa di abitazione a Brescia dopo anni di lavoro e sacrifici. Nulla lascia immaginare che possedesse altre abitazioni. Ora, poiché prima del Concilio di Trento (che ha stabilito l'obbligo dei registri di battesimo) non esistevano ancora documenti atti a certificare la residenza personale, l'unico modo di determinare il luogo di nascita di un personaggio storico è l'abitazione dei genitori, che nel caso di Vincenzo Foppa era sicuramente Brescia.

Non esiste alcun indizio o documento che faccia supporre diversamente. Per questo tanti studiosi autorevoli lo indicano come nato a Brescia (oltre ai citati Ffoulkes e Maiocchi, anche la Wittgens, la Balzarini, l'Enciclopedia Britannica e la Treccani e ...tutti gli altri al mondo, salvo il prof. Agosti).
Comprendo che possa essere imbarazzante per la Direzione della Pinacoteca correggere l'errore sui cartelli, perché in qualche modo si tratterebbe di smentire implicitamente una pubblicazione (quella citata del 2003) edita anche dal Comune di Brescia. Tuttavia mai come in questo caso, penso che se errare è umano, perseverare avrebbe conseguenze negative di portata ben maggiore, nell'anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Che proprio la città di Brescia, che ha avuto l'onore di dare i natali al grande pittore, precursore e maestro del Rinascimento lombardo, non riconosca questo fatto, che è invece accettato in tutto il mondo, risulta oltre che sommamente inopportuno e disdicevole, anche molto deludente e non può non amareggiare i tanti cittadini bresciani che amano la pittura di questo grande artista.

Maurilio Lovatti

(Giornale di Brescia e Bresciaoggi del 6 aprile 2023;  Voce del Popolo del 13 aprile 2023)

 


Gentile direttore,

prima di indirizzarVi la lettera pubblicata ieri, il professor Maurilio Lovatti ha intrattenuto con i nostri uffici una lunga, articolata e cortese corrispondenza sul tema. Il soggetto era appunto non tanto definire con esattezza il luogo di nascita del pittore Vincenzo Foppa - dato che a oggi può solo essere ipotizzato - ma come formalizzarlo, avendo di fronte due possibili vie.

Una è quella, ampiamente illustrata dal professor Lovatti, che è stata accolta dalla tradizione degli studi e che indica come luogo di nascita Brescia; l’altra è invece quella introdotta a partire dalla mostra del 2002, curata da Giovanni Agosti, Mauro Natale e Giovanni Romano. Tale seconda lettura propone come luogo di nascita Bagnolo Mella, comune (è opportuno precisarlo a vantaggio di tutti i lettori) situato nel territorio della provincia di Brescia, a pochi chilometri dalla città. È evidente che questa lectio non rende il maestro meno bresciano, se non per logiche di campanile che crediamo possano essere, nel 2023, considerate superate. Meno che mai può essere messo in discussione, al di là dei natali, il suo ruolo di capostipite della scuola bresciana del Rinascimento.

La scelta di adottare la dicitura Bagnolo Mella nelle didascalie della Pinacoteca Tosio Martinengo – dove Foppa è celebrato appunto come protagonista assoluto a Brescia del passaggio tra tardo Quattrocento e primo Cinquecento - si spiega in effetti con la volontà di aderire alle più recenti pubblicazioni scientifiche: il catalogo della mostra summenzionata e il Catalogo Generale della Pinacoteca Tosio Martinengo (edito nel 2014) nel quale la figura di Foppa è stata sottoposta a nuovo e ulteriore vaglio da parte del prof. Marco Rossi. E se da un lato è vero che il catalogo del 2002 non illustra le ragioni della scelta a favore di Bagnolo Mella, è pur vero che non risultano contestazioni e smentite di natura scientifica a tale decisione. Non si tratta quindi di imbarazzo da parte nostra nel contraddire una pubblicazione promossa dal Comune di Brescia: l’onestà intellettuale con la quale costantemente ci proponiamo di operare ci porta spesso ad aggiornare e correggere, senza alcun disagio, ipotesi e proposte da noi stessi formulate, allo scopo di affermare costantemente la (pur fragile) scientificità delle discipline delle quali ci occupiamo.
Si tratta piuttosto di non avere elementi per mettere in dubbio le ragioni - magari non esplicitate, ma che indubbiamente dovettero determinare la decisione di discostarsi dalla tradizione - che convinsero studiosi di indiscussa vaglia a preferire una dicitura all’altra. In una corrispondenza privata, il prof. Enrico Valseriati - storico modernista in forza al nostro Settore Collezioni e Ricerca - ha con dovizia di riferimenti illustrato al prof. Lovatti che il fatto che da un punto di vista fiscale sia Vincenzo Foppa che suo padre risultassero in diverse fasi «cittadini» bresciani significa solamente che pagavano le tasse in città e nulla ci dice sul luogo dei loro natali. Dispiace veramente che anche raffinatissime spiegazioni tecniche - che qui omettiamo per brevità - non abbiano convinto il professor Lovatti che non è possibile stabilire il vero luogo di nascita, e nemmeno quello verosimile. La scelta è arbitraria, e il metodo che il Comitato Scientifico di Fondazione Brescia Musei e la commissione scientifica istituita per l’ordinamento della Pinacoteca (composta dal prof. Francesco Frangi e dalla prof.ssa Stefania Buganza) hanno deciso di applicare negli apparati didattici della Pinacoteca è stato sempre quello di accogliere l’ultima voce critica autorevole: nella assoluta disponibilità ad aggiornare qualsiasi dato si rivelasse, sulla base di fonti altrettanto autorevoli e aggiornate, inesatto.

Stefano Karadjov 

direttore Fondazione Brescia Musei

(Giornale di Brescia e Bresciaoggi del 7 aprile 2023;  Voce del Popolo del 13 aprile 2023)

 

 

Al Direttore della Fondazione Brescia Musei

Buongiorno Direttore,
per quanto concerne il luogo di nascita di Vincenzo Foppa, Lei riconosce che il prof. Agosti “non illustra le ragioni della scelta a favore di Bagnolo Mella” ma aggiunge che “è pur vero che non risultano contestazioni e smentite di natura scientifica a tale decisione”.
Domando: di grazia, come è possibile contestare un ragionamento o una argomentazione che non sono mai stati scritti, né pubblicati, né esplicitati? Lei ammette “di non avere elementi per mettere in dubbio le ragioni - magari non esplicitate, ma che indubbiamente dovettero determinare la decisione (del prof. Agosti) di discostarsi dalla tradizione.

Peccato che queste ragioni non siano mai state pubblicate. La verità fattuale è che non esistono pubblicazioni scientifiche o divulgative, italiane o straniere, recenti o lontane nel tempo, che forniscano ragioni plausibili per supporre che Foppa sia nato a Bagnolo. Viceversa esiste una secolare e documentata letteratura che indica Brescia come luogo di nascita del grande pittore.


Se Lei conosce qualche ragione a favore di Bagnolo, perché non la rende pubblica? Così i cittadini bresciani potranno forse imparare qualcosa di nuovo, oppure, più verosimilmente, potranno rendersi conto di persona dell'assoluta inconsistenza di tali ragioni.
Cordiali saluti,

Maurilio Lovatti

 

 

Egregio Direttore,

ho avuto modo di leggere la lettera del prof. Lovatti pubblicata il 6 aprile e la risposta del prof. Karadjov del giorno seguente riguardanti il luogo di nascita di Vincenzo Foppa. In quanto insegnante di storia dell’arte sono rimasto particolarmente incuriosito dalla vicenda, che riguarda un rinomato maestro rinascimentale della nostra città. Dato che sia sulla prestigiosa Enciclopedia Treccani, sia sull’ancor più importante Britannica è riportato ancora Brescia come luogo di nascita e non Bagnolo Mella, anche al fine di aggiornare le mie lezioni e i materiali per i miei studenti, vorrei chiedere al Direttore della Fondazione Brescia Musei chiarimenti in merito. Egli infatti asserisce che «la scelta di adottare la dicitura Bagnolo Mella nelle didascalie della Pinacoteca Tosio Martinengo […] si spiega con la volontà di aderire alle più recenti pubblicazioni scientifiche». Ebbene, ci terrei a sapere quali siano queste pubblicazioni e quali siano le prove documentali o le dimostrazioni fornite a sostegno di tale tesi, poiché da ciò che ho capito gli studi più recenti portano sì dubbi sulla nascita a Brescia, ma nessun indizio che indichi chiaramente Bagnolo come luogo natale. Viene infatti esplicitamente detto dal prof. Karadjov che nel catalogo del 2002 non vengono illustrate le ragioni della scelta a favore di Bagnolo Mella ma – egli chiosa – «è pur vero che non risultano contestazioni e smentite di natura scientifica a tale decisione». Quest’ultima affermazione mi pare assai debole in sé: stabilire che un’affermazione sia “scientifica” solo perché non è stata smentita non è sufficiente a rendere forte tale affermazione. Seguendo questa logica, infatti, chiunque potrebbe sostenere una qualsiasi tesi che sembri plausibile, senza fornire argomentazioni, poiché l’onere della prova spetterebbe ai confutatori e – finché essi non si fanno avanti – la tesi non argomentata diventerebbe la più “aggiornata” e dunque quella da usare in musei e pubblicazioni ufficiali.

Cordialmente,

Adriano Bernasconi

(Bresciaoggi, 30 aprile 2023)

 

Gentile direttore, approfitto ancora dello spazio da Lei riservato alle lettere inviate dai lettori per tornare sulla questione del luogo di nascita di Vincenzo Foppa, nuovamente posta all’attenzione dal recente intervento a Lei indirizzato dal professor Adriano Bernasconi. Fa molto piacere cogliere, nelle righe dei Suoi lettori, la grande passione e l’inesausta curiosità verso temi che riguardano la storia dell’arte bresciana, temi sui quali Fondazione Brescia Musei è diuturnamente impegnata con iniziative e risultati che confidiamo essere di generale soddisfazione per il pubblico bresciano e per tutti i numerosi visitatori che quest’anno più che mai affollano i nostri musei. Intendo ribadire qui - a rischio di risultare noioso, per chi mi avesse già letto in queste pagine il 7 aprile ultimo scorso - alcune riflessioni già indirizzate in risposta alla precedente lettera del professor Lovatti. Quando i musei qualificati e internazionalmente riconosciuti nel proprio ambito di competenza come la civica Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia sviluppano i cosiddetti paratesti (didascalie, pannelli, etc.) si basano sulla più aggiornata letteratura scientifica di settore, effettuando se necessario delle ricerche anche in collaborazione con accademici di alta competenza. Per lungo tempo, fino agli anni Novanta del secolo scorso, gli studi hanno optato per l’indicazione di Brescia quale luogo di nascita di Vincenzo Foppa. La fondamentale mostra «Vincenzo Foppa. Un protagonista del Rinascimento Brescia» del 2002 - sotto l’egida autorevole dei professori Giovanni Agosti, Mauro Natale e Giovanni Romano - ha introdotto la formulazione «Bagnolo Mella». L’esposizione allestita al Museo di Santa Giulia, organizzata dai nostri musei civici, fu il frutto di una serie di lavori articolati approfonditamente, volti a fornire un’immagine esauriente del pittore che lasciò traccia in molti luoghi dell’Italia settentrionale con le sue delicatissime opere: dipinti su tavola, affreschi e tele, che avrebbero influenzato altri pregevoli rappresentanti del Rinascimento lombardo come il Moretto e il Romanino, più giovani del Foppa di una generazione.
Il grande evento culturale originò da un profondo duplice studio preliminare: da un lato il convegno internazionale organizzato a Brescia nell’ottobre 2001, organizzato al fine di raccogliere strumenti critici e di comprensione sul percorso artistico del pittore; dall’altro i restauri di numerose opere poi esposte in mostra e gli studi sulla tecnica pittorica dell'artista. Ecco dunque come la nuova formulazione sui natali del Foppa diventò convenzione e sorpassò, in attesa di nuovi qualificati interventi sulla materia in base ai principi del dibattito scientifico, altre precedenti indicazioni, anche se autorevoli, come ad esempio quella del Dizionario Biografico degli Italiani del 1997 oppure quelle ancor più datate dell’Enciclopedia Britannica o della Treccani. Chi si occupa di progetti così complessi (una mostra epocale, alla quale io credo si continuerà a fare riferimento negli studi di settore per decenni) è famigliare con il fatto che nel corso dei lavori preparatori, che possono durare anni e coinvolgere centinaia di studiosi internazionali per raccogliere informazioni e pareri, si prendono molte decisioni di questo tipo (sull’ortografia dei nomi, per fare un esempio) alla luce di discussioni e riflessioni che possono anche non essere palesate sui documenti ma che nondimeno sono avvenute. Il costume vigente nel settore delle scienze umane cui gli studi storico artistici pertengono è quello di acquisirle proprio perché frutto di riflessioni attive e condivise dal vertice della disciplina, ovvero di rigettarle se vi sia motivo di ritenere che siano infondate. Noi oggi non abbiamo motivo di tornare su questo argomento, in attesa di una nuova «impresa» quale fu quel progetto espositivo. Altri musei in Italia hanno fatto come noi, e non certo per seguire una linea tracciata dalla Fondazione Brescia Musei, ma semplicemente applicando il nostro stesso metodo, l’unico opportuno in contesti di tipo scientifico, quale è la Pinacoteca Tosio Martinengo.

 Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei

 

(Bresciaoggi, 10 maggio 2023)

 

Anche in questa seconda lettera il Direttore fa riferimento a "discussioni e riflessioni che possono anche non essere palesate sui documenti ma che nondimeno sono avvenute" per giustificare la scelta di Bagnolo Mella come luogo di nascita di Foppa. Peccato che di queste ragioni non ci dica nulla. I bresciani dovrebbero forse credergli per fede? In due lunghe lettere non ha scritto nemmeno una riga per fornire argomenti a favore di Bagnolo Mella, esattamente come il prof. Agosti.

Fino a prova contraria, la nascita di Foppa a Bagnolo Mella è una pura invenzione del prof. Agosti, una fake-new. Mentre a favore della nascita a Brescia ci sono molteplici e documentate ragioni.

 

 

 

La Natività di Vincenzo Foppa (1492)

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