Riflessioni su due commissioni del C. P. P.

Maurilio Lovatti

(Vita, n.8-9, 1977, pag. 11-13)

 


Fino a non molti anni fa era abbastanza diffusa l'idea che la comunità parrocchiale si identificasse con gli abitanti del quartiere. Per secoli quasi tutti gli italiani sono stati cattolici o almeno risultavano ufficialmente tali. Di conseguenza nell'ambito dell'attività pastorale non si era portati a distinguere tra l'impegno all'interno della comunità ecclesiale e l'azione di apostolato e di evangelizzazione verso gli altri.
Ma oggi la situazione è profondamente e radicalmente mutata. Grosso modo le statistiche ci dicono che su tre persone, una sola è praticante, una frequenta in varie occasioni la chiesa e la terza infine è agnostica o atea. La comunità ecclesiale è dunque una minoranza. Ma una minoranza che ha il dovere di annunciare al prossimo la parola di Dio. Di testimoniare con l'esempio e con l'azione l'insegnamento di Cristo.
Per questo motivo il Consiglio Pastorale Parrocchiale, oltre alle commissioni che si occupano prevalentemente della vita della comunità ecclesiale (liturgia, catechesi, bilancio), ha deciso di formare due commissioni che si occupino di quelle attività che mirano alla promozione umana (attività sociali e cultura).
Dal convegno su Evangelizzazione e Promozione umana, svoltosi lo scorso anno prima a livello diocesano e poi nazionale, è emerso chiaramente come la Chiesa, oggi, se vuole compiere la sua missione, non può separare l'evangelizzazione dall'impegno per la promozione umana, dalla lotta contro le strutture della società capitalistica per costruire un sistema di valori fondati sulla realizzazione integrale della persona umana e in particolare della sua dimensione spirituale. Una lotta quindi al consumismo, al qualunquismo, ad un sistema etico ed ideale subalterno alla logica del profitto e all'individualismo (ideologia borghese).
Per questo la commissione " attività sociali " si occuperà " delle attività assistenziali e previdenziali, dei problemi del mondo del lavoro e della qualità della vita nell'aggregato urbano " (dall'art. 13 dello statuto del C.P.P.), cercando di superare una visione puramente assistenzialistica, affrontando globalmente i problemi del quartiere.
La commissione culturale ha invece il compito di "aprire un proficuo confronto di idee tra tutti gli abitanti della parrocchia, con particolare riferimento alla dimensione spirituale della vita umana".
Alla realizzazione di questo obiettivo si oppongono molteplici difficoltà. Oggi la dimensione spirituale della vita umana tende ad essere marginalizzata nelle coscienze della maggior parte delle persone e in particolare dei giovani; oggi il pericolo principale non è più l'ateismo cosciente di pochi, ma l'agnosticismo di massa. D'altra parte esiste tra le giovani generazioni una forte "domanda religiosa", intesa come desiderio di alterità, del totalmente altro dalla desolazione del contingente e del materiale, ma che spesso si isterilisce e si degrada in altre forme (adesione ed ideologie atee, militanza politica totalizzante, autolesionismo spirituale, nazionalismo) anche per colpa nostra (cioè dei cristiani) che non siamo in grado di presentare un modello accettabile della comunità ecclesiale.
Infine l'ideologia borghese ha permeato le principali fonti di cultura (scuola, RAI-TV, giornali) e spesso il messaggio evangelico rischia di essere stravolto in quanto soggettivamente (e spesso inconsciamente) "adattato" e "finalizzato" a valori estranei o contrastanti.
Per cercare di cambiare tutto ciò occorre individuare degli strumenti di dialogo che ci permettano, da una parte, di diffondere il messaggio evangelico in modo da essere in grado di raggiungere e coinvolgere chi ormai è estraniato dalla vita della chiesa e, dall'altro, di cogliere e far fruttare quelle intuizioni e acquisizioni che, pur originatesi nell'alveo di ideologie atee incompatibili col cristianesimo (marxismo, liberalismo) o di scienze negatrici della dimensione spirituale della vita umana (psicanalisi, neopositivismo logico) sono necessarie per comprendere le realtà che ci circonda.
Ma se è chiaro dove si vuole arrivare, i primi passi sono molto difficili.

Alcuni strumenti possibili per un'azione di queste genere sono:

1) i gruppi giovanili artistico-culturali che si qualificano per il tipo di messaggio che intendono portare (e qui non mi è possibile soffermarmi sull'importantissima e validissima esperienza del G.A.V.); 2) il bollettino parrocchiale; 3) i dibattiti pubblici; 4) la biblioteca parrocchiale.

Degli ultimi tre, l'unico rapidamente utilizzabile è il bollettino parrocchiale. Esso va trasformato in uno strumento di dialogo e di informazione sulla vita della parrocchia e del quartiere. E' necessario che esso contenga periodicamente:

- contributi da parte delle commissioni del C.P.P. su temi da esse affrontati;
- articoli di fedeli riguardanti la vita della comunità ecclesiale locale;
- lettere di cittadini su problemi della parrocchia e del quartiere, con particolare attenzione alle critiche che ci vengono rivolte ed eventuali risposte a cura delle competenti commissioni del C.P.P.;
- notiziario dei principali avvenimenti sociali, culturali, sportivi e politici riguardanti la parrocchia, il quartiere, la circoscrizione.

Se questa rivitalizzazione del bollettino avrà successo, il bollettino diverrà esso stesso il principale strumento di confronto e di dialogo, anche con chi si è estraniato dalla vita della comunità ecclesiale. Ad esso andranno affiancati dei dibattiti pubblici, con la partecipazione anche di voci critiche che - intelligentemente pubblicizzati - cerchino di far emergere quella"domanda religiosa" largamente presente tra le masse, ma che per molteplici cause (di cui alcune precedentemente accennate) non riesce a tradursi in vita di fede.
Dopo un paziente lavoro in questa direzione, sarà possibile realizzare una biblioteca di parrocchia, specializzata su argomenti di spiritualità, che rappresenti il momento della trasformazione qualitativa, ad un livello culturale più elevato, di un dibattito già in atto.

Si tratta purtroppo di tempi lunghi. Ma l'importante è muoversi sulla strada giusta.

Maurilio Lovatti

  

 

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