In origine gli esami di settembre, istituiti nel 1923
con la riforma Gentile, risultavano iperrigoristi: uno studente, se
insufficiente in una sola materia e se non la "recuperava"
durante l'estate, doveva ripetere l'anno anche per tutte le altre materie.
Con il dopoguerra il rigorismo fu allentato di fatto, perché i consigli
di classe rimandavano a settembre anche per una sola materia, ma assai
raramente bocciavano lo studente se non l'aveva recuperata a settembre, e
questo costume si è progressivamente diffuso per i casi di due materie.
Comunque, gli studenti rimandati, la maggior parte delle volte studiavano
d'estate e almeno in parte recuperavano.
Oggi - a esami aboliti - lo studente può essere promosso subito a giugno
con una o più materie (in numero illimitato) insufficienti. I consigli di
classe, in questo primo anno di "riforma", hanno promosso gli
studenti che avevano fino a tre materie insufficienti (nella mia scuola ho
visto casi con cinque materie). Le nuove norme degli scrutini, inoltre,
dicono che si può promuovere se l'insufficienza rilevata è "non
grave", cioè se è un cinque. Ma il voto viene attribuito
collegialmente da tutto il consiglio di classe, che spesso lo alza.
A questo punto il consiglio di classe può promuovere lo studente. Ma -
attenzione - per promuovere il consiglio deve trasformare i "5"
in "6", perché nessuno studente - a norma di legge - può
essere promosso con un voto inferiore a "6"! In Italia, dunque,
anche se si rilevano esplicitamente insufficienze (e di conseguenza si
programmano per lo studente dei corsi di recupero), bisogna scrivere
"6" sulla pagella. Cosi uno studente con tre (o quattro, o
cinque) insufficienze viene promosso avendo scritti sulla sua pagella
altrettanti "6"!
A sostituzione degli esami di settembre la nuova legge istituisce i corsi
di recupero organizzati dalla scuola.
Ma di fatto, i corsi che le scuole possono organizzare con i fondi a
questo scopo destinati dal ministero sono di tre, quattro, cinque ore e
quasi mai superano le dieci ore. Con queste ore (oltretutto collettive, e
non individuali) non è possibile superare lacune riguardanti il programma
di un intero anno di studi.
Eppure l'opinione diffusa è che gli esami andassero aboliti, perché
"non esistono in nessun Paese occidentale". Questa affermazione
è un profondo travisamento della realtà, perché gli altri "Paesi
occidentali" non hanno, è vero, gli esami di settembre, ma hanno
altri sistemi - e ben più rigorosi - per selezionare gli i studenti, o
per impedire che le insufficienze specifiche passino inosservate.
Negli Usa la High School (scuola superiore) non è organizzata in
un sistema di "classi" (come nella nostra scuola) ma in un
sistema di "corsi" (come nella nostra università). Lo studente
deve, per la graduation (diploma), totalizzare un certo numero di credit
(punti) da acquisire superando alcuni corsi fondamentali (come Inglese o
Matematica) e altri a sua scelta. E può acquisire questi credit
solo se supera con profitto quei corsi.
Per esempio, John è insufficiente nel corso di Matematica elementare;
egli dunque non guadagna credit da questo corso; ma può guadagnarne
(anche se meno, perché meno importante) dal corso, da lui scelto, di
Economia domestica. Egli dovrà comunque rifrequentare il corso di
Matematica negli anni successivi (perché è uno dei corsi fondamentali)
fino al superamento dell'esame relativo a quel corso, e naturalmente non
frequenterà il corso di Matematica intermedia o quello di Matematica
avanzata.
Dick, invece, se giudicato già bravo in Matematica, può sin dal primo
anno frequentare il corso di Matematica avanzata e, se lo supera,
guadagnare credit da esso. E tutto ciò viene certificato sulla
documentazione scolastica dello studente (la pagella che lo studente
presenterà o all'università o nel mondo del lavoro. Cosi, diversamente
che in Italia, non viene dichiarato sufficiente uno studente che non lo
è, non si costringe tale studente a frequentare un corso avanzato quando
non ha le basi necessarie per la comprensione, ma gli si permette di
andare avanti nelle materie in cui invece va bene.
In Inghilterra esistono le classi. Ma esse si disaggregano e si
ricompongono in base ai risultati effettivamente raggiunti. Se John in
prima superiore è insufficiente in Matematica e in Inglese, per queste
materie egli nel secondo anno non sarà inserito nella classe avanzata, ma
in una classe di livello inferiore, in cui si ripeteranno alcuni argomenti
di Matematica e inglese dell'anno precedente. mentre i nuovi argomenti
saranno trattati a un livello meno approfondito. E tutto ciò viene
dichiarato esplicitamente nella pagella.
In Germania non ci sono corsi e le classi rimangono unite. E in questo le
cose vanno come in Italia. Ma con due differenze.
La promozione, pur se con alcune materie insufficienti, è eccezionale
(viene chiamata "promozione pedagogica", in base a gravi motivi
familiari e personali, e non è la normalità come in Italia.
L'insufficienza viene dichiarata sulla pagella, evitando le carte false
che - per legge! - si compilano in Italia. Cioè Karl può passare dalla
prima alla seconda anche se ha. per esempio. Tedesco e Matematica
insufficienti: ma sulla sua pagella sono scritti i '4" o i
"5" corrispondenti, e non i "6" ipocriti scritti sulla
pagella italiana.
In Francia la scuola superiore è più simile a quella italiana. Anche in
essa si boccia raramente, normalmente uno studente con alcune materie
insufficienti viene promosso alla classe successiva. Ma anche in Francia -
come negli altri Paesi occidentali - c'è una differenza essenziale
rispetto all'Italia: i voti insufficienti vengono dichiarati
esplicitamente sulla pagella, consapevolizzando studenti, famiglie e
società sulla situazione reale.
Certo, può essere difficile organizzare la scuola italiana come quella
anglosassone (anche se questa sarebbe una Riforma degna del nome e non
solo una riforma cartacea). Per questo ci vogliono volontà politica,
tempo e soldi.
Però una legge di facilissima formulazione e a costo zero, che non
coinvolge nessun tipo di ristrutturazione organizzativa, si potrebbe fare
subito: promuovere sì gli studenti insufficienti in una o più materie
alla classe successiva, ma scrivere sulla pagella il voto vero, quello che
descrive la vera preparazione (o impreparazione) dello studente. Come
avviene -questo sì - in tutti i Paesi occidentali, e come la ragione e la
giustizia imporrebbero.
Lo studente che ascolta il giudizio degli insegnanti, la famiglia che
osserva i risultati del figlio, la società che valuta il curriculum
scolastico di un aspirante lavoratore, non devono essere ingannati
riguardo alla realtà da carte false quali sono attualmente le pagelle
italiane.
Infatti oggi - proprio mentre la scuola superiore viene dequalificata da
questa legge - il 40% delle facoltà universitarie e tutti i corsi di
laurea breve sono a numero chiuso, e hanno introdotto il tesi di ingresso.
Come si vede, c'è una stridente disarmonia tra i comportamenti di due
istituzioni, scuola superiore e università.
Concludo segnalando al lettore che esiste un "Comitato per la
qualità della scuola" a cui può rivolgersi per domande, obiezioni,
adesioni (c/o Maurilio Lovatti, via Corsica, 25100 Brescia, telefono
030/35.31.418). L'obiettivo di questo Comitato è informare sui problemi
di cui si è parlato e raccogliere adesioni attorno a un documento in cui
si chiede:
1. l'eliminazione della norma che vieta di promuovere uno studente a una
classe successiva se egli ha scritto sulla pagella un voto inferiore al
"6" (l'eliminazione cioè delle "carte false di
Stato");
2. l'introduzione effettiva e non solo cartacea di corsi di recupero di
sufficiente lunghezza, e dunque il loro finanziamento;
3. in prospettiva, l'introduzione nella scuola superiore di un sistema
curricolare per il quale non si passi in blocco ai livelli avanzati ma in
maniera differenziata, secondo il reale livello di preparazione raggiunto
nelle singole materie.
* Docente
di filosofia e Storia nel liceo scientifico di Gardone Val Trompia
(Brescia)
Il Sole - 24 Ore, sabato 2 dicembre 1995, pag. 8
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