Mentre il ministro Lombardi pensa
a cattedre di educazione sessuale, a Brescia i docenti di un liceo
vogliono promuovere anche con il 5
Gli studenti: ridateci
gli esami a settembre
Sorprendente sondaggio nelle superiori
di Trento, dove tra pochi giorni comincerà la raccolta di firme per un
referendum
Il Giornale, mercoledì 28 febbraio 1996, pag.
10
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Roma
Francesca Angeli
Si stava meglio quando si stava peggio. Gli studenti rimpiangono gli esami
di riparazione. La scuola italiana funziona in modo così irrazionale da
produrre simili paradossi. I famigerati esami a settembre (eliminati due
anni fa grazie al decreto dell'allora ministro della Pubblica istruzione
Francesco D'Onofrio) non sono più un incubo per gli studenti.
Un sondaggio, condotto su un campione di circa duemila ragazzi, dimostra
invece il contrario. Dopo due anni di fallimentari corsi di sostegno, gli
studenti sono arrivati a rimpiangere la possibilità di tornare a
"riprovarci" a settembre.
Anche i docenti non sono contraria questa ipotesi. Un gruppo di insegnanti
di Trento, che aveva fiutato il malcontento degli alunni, ha deciso di
condurre un sondaggio sull'argomento. Ebbene i risultati sono
sconcertanti.
La metà degli studenti delle prime classi delle secondarie superiori è
favorevole al ripristino degli esami di riparazione. Gli alunni degli
ultimi due armi, quarto e quinto, sono ancor più convinti della validità
del recupero a settembre e hanno risposto sì agli esami di riparazione
nel 70 per cento dei casi.
Visti i risultati, il gruppo di insegnanti, insieme a numerosi colleghi di
altre regioni, ha presentato in Cassazione la richiesta di un referendum
per ripristinare gli esami di riparazione. La raccolta di firme comincerà
nei prossimi giorni. E sempre in Trentino alcuni docenti hanno chiesto
un'ispezione ministeriale sull'operato del sovrintendente scolastico
provinciale, Giovanni Mengon, in merito ai corsi di recupero. Uno
degli insegnanti promotori del referendum, Alessandro Cesareo,
spiega che per loro non c'è alternativa. "L'esame di riparazione è
uno stimolo didattico e culturale - afferma - perciò riteniamo sia
necessario ripristinano come forma di verifica per lo studente." Non
ci sono interessi privati in ballo, assicura Cesareo, neppure quello di
riprendere le redditizie lezioni private. "Dopo l'abolizione degli
esami le nostre lezioni sono comunque raddoppiate - dice il docente - Gli
studenti ne hanno avuto sempre bisogno". Non tutti però condividono
questa iniziativa. Il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Giorgio
Rembado, ritiene che ogni scuola dovrebbe autonomamente decidere che
cosa è meglio per i propri alunni. Autonomia assoluta, insomma, anche per
un eventuale ripristino degli esami.
Critiche all'abolizione degli esami arrivano anche da un istituto
scientifico di Brescia. Qui i docenti chiedono di promuovere gli studenti
con il cinque. Questo per ovviare all'impossibilità di rimandarli
soltanto nelle materie in cui sono carenti.
Insomma al liceo di Brescia non vogliono essere costretti a
"mentire" sui risultati. Mettere sei sulla pagella anche a chi
è impreparato obbliga i consigli di classe a compilare carte false -
denunciano gli insegnanti -. Sono costretti a mettere sufficienze non
corrispondenti alla realtà..
Da registrare infine l'ultima uscita del ministro della Pubblica
istruzione, Giancarlo Lombardi, il quale si è detto favorevole
all'introduzione dell'educazione sessuale tra le materie d'insegnamento
scolastico. Per Lombardi il ruolo della famiglia in questo campo rimane
fondamentale, ma se questa non è in grado di dare le informazioni
necessarie, ha aggiunto, "la scuola ha l'obbligo d'intervenire".
Lombardi ha anche inviato una circolare che prefigura il "nuovo
corso" dell'educazione fisica: si parla di 18 ore di sport ogni
settimana fin dalla scuola materna.
Il Giornale, mercoledì 28 febbraio 1996, pag. 10
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