Maurilio Lovatti

Una battaglia per la serietà e trasparenza nella scuola di Stato
 (1995-97)

 

 

 

 

Perchè è meglio fare il concorso

 

lettera a Bresciaoggi,  sabato 15 settembre 2012

di Franco Manni     

 

 

Da alcuni giorni circolano sui quotidiani e su internet articoli scritti da persone che attaccano il concorso per gli insegnanti annunciato dal ministro della Istruzione.
Tra le argomentazioni che tali scritti portano, le principali sono queste tre: 1) il concorso sarà una facciata e le cattedre andranno ai raccomandati; 2) le cattedre dovrebbero andare tutte ai precari che, pur non avendo mai sostenuto un esame in un concorso, sono diventati insegnanti molto bravi dopo tanti anni di esperienza pratica nelle supplenze; 3) la verifica delle conoscenze al concorso è inutile perchè già svoltasi negli esami universitari.
Invece io, qui di seguito, intendo contrastare questa posizione e queste argomentazioni e difendere la celebrazione del concorso.
Raccomandazioni? Io feci il concorso ordinario del 1984 (della benemerita ministra Franca Falcucci: due concorsi in due anni: 1982 e 1984: l´unico ministro dell´istruzione ad avere applicato la Legge del 1978 che prevedeva un concorso ordinario ogni due anni!)... Venivo da Civitanova Marche e avevo studiano a Pisa, il concorso lo feci in Lombardia dove non conoscevo un bel nessuno... vinsi la cattedra per quattro classi di concorso che non sto a dettagliare per non annoiare. E così quei miei colleghi che poi mi trovai nell'anno di prova, neo-vincitori di concorso, forze giovani e fresche! Come quelle che si vedono nella Repubblica francese nel bel film "La Classe"... Di qualcuno nelle vicende della vita sono anche diventato amico e sono certo di quanto affermo.
Sono 29 anni che insegno (3 di preruolo e 26 di ruolo) e non ho mai sentito e - detto tra noi - non ho mai capito (posto che non sia scemo e stolto e ottuso da non discernere i fatti dalle dichiarazioni) un solo collega che sia stato raccomandato; nè tra i concorsisti nè tra i precari... gli uni e gli altri goditori (magari ingrati e dimentichi del bene ricevuto) di uno dei pochissimi settori della Pubblica Amministrazione in cui, per cause giuridiche, tecniche e direi soprattutto storico-politiche, non esiste la raccomandazione per trovare il posto di lavoro: almeno fino ad ora...
Ah! Ma quante memorie ho io letto e meditato di Giosuè Carducci e Augusto Monti e Pierpaolo Pasolini e Sebastiano Vassalli... tutte persone che hanno insegnato nella Scuola di Stato - o del Regno o della Repubblica - senza alcuna raccomandazione! E provo tristezza ed indignazione a leggere le righe di chi invece sparge veleno e disonore e cinismo e ingratitudine verso il bene - poco o tanto - laddove esso c´è! Righe che vogliono immettere nelle menti dei lettori sfiducia, sospetto, odio, e - conscia o inconscia - anche disperazione!
E le commissioni? Delle quattro commissioni per le quattro classi di concorso che mi esaminarono ricordo le persone e i modi... e soprattutto il presidente di quella per le medie, che fu contento della mia preparazione, e - prevedendo il verdetto ufficiale della commissione sull'esito degli orali - mi sorrise, mi strinse la mano e mi disse: "professor Manni, benvenuto nella Scuola di Stato! Auguri per il suo lavoro"... Ah! Cosa di più bello poteva udire un giovane con la vocazione per l´insegnamento? "Professor Manni"!...
Commissioni pagate poco, fatte da chi (colleghi più anziani, quella minoranza che ci credeva!) sentiva l´importanza grande di una operazione di questa natura: selezionare per merito i nuovi insegnanti dei giovani italiani!
Io ho 53 anni e questo a me consta: che nella Pubblica Amministrazione vi sono solo due settori dove i concorsi sono integralmente tenuti all'insegna della reale imparzialità come vuole la Costituzione, come vuole la Giustizia, come vuole l´evoluzione della Civiltà Moderna dall'Illuminismo francese e da Napoleone Bonaparte che in Italia li introdusse (i concorsi napoleonici... i primi anonimi, imparziali, svincolati dalla morsa clientelare della chiesa e dei poteri locali tipica dell'ancien régime...). E questi settori sono: la scuola e la magistratura.
La legge "del doppio canale" del 1989 vuole che si acceda al ruolo di insegnare così: il 50% delle cattedre disponibili sono assegnate a coloro che hanno il punteggio più alto tra i cosiddetti "precari", cioè tra le persone che hanno prestato servizio di insegnanti come supplementi e tanto più tempo di servizio tanto più punteggio hanno in questa graduatoria; l´altro 50% sono assegnate a coloro che hanno il punteggio più alto tra i vincitori di concorso: siccome l´ultimo concorso è stato indetto nel 1999 (!) per questo secondo canale di reclutamento in questi 12 anni si è attinto - a scalare - dai risultati di graduatoria di quel lontano evento (contraddicendo e vanificando l´idea fondamentale del concorso - e cioè dare le cattedre solo ai migliori - visto che, scalando la graduatoria per verso il basso per 12 anni, i migliori non ci sono più da un pezzo!).
Ora i giovani, cioè i laureati l´anno scorso, due, cinque, sette anni fa non hanno una speranza di accesso al ruolo in tempi umani perchè: 1) hanno davanti nella prima graduatoria (quella dei precari) centinaia di laureati dieci, quindici, venti anni fa che hanno avuto modo col servizio di supplenti di accumulare punteggio; e 2) non hanno potuto fare il concorso perchè di concorsi non se ne indicono dal 1999 e dunque sono esclusi dalla seconda graduatoria.
Siccome le graduatorie sono solo due ("doppio canale"), ecco dunque che i giovani laureati sono esclusi dal ruolo di insegnante!
Questa è la più evidente e grave ingiustizia che ora grazie a Dio (e al presidente Monti e al ministro Profumo) l´attuale concorso viene, anche se in ritardo, a sanare... d´altra parte: meglio tardi piuttosto che mai!
Ma io sono più radicale, e già quando fu fatta la legge del "doppio canale" io ero contrario ad essa, non contrario come lo sono i precari di lungo cabotaggio (che vorrebbero un solo canale di assegnazione dei posti: quello del precariato!) ma all'opposto perchè vorrei un solo canale: quello del concorso! E da tanti anni sono di questa idea: nel 1990 andai a Milano col mio amico Maurilio Lovatti: portavamo uno striscione e stazionammo in via Solferino sotto le finestre del "Corriere della Sera" per protestare contro il doppio canale, e anche in via Festa del Perdono all'Università Statale per raccogliere adesioni tra gli studenti che - in quanto futuri neo laureati - sarebbero stati i diretti danneggiati dal fatto che metà delle cattedre venissero assegnate ai precari senza concorso.
Ventidue anni fa avevo questa convinzione e l´ho tuttora e più forte di allora: invecchiare nel fare un lavoro non è affatto una condizione sufficiente per sapere fare bene tale lavoro e neanche per almeno migliorarsi... se manca la vocazione, l´intelligenza e delle precise qualità psicologiche personali, il tempo che passa non giova a nulla... come già allora capivo ed ora capisco ancora di più con tante esperienze di colleghi miei coetanei e più anziani che insegnano da 35 anni e sono purtuttavia assolutamente insufficienti per intelligenza, motivazione, cultura.
I migliori colleghi che via via ho incontrato nei miei 29 anni di servizio erano coloro che avevano avuto la selezione del concorso, non i precari ammessi al ruolo in base alla anzianità di servizio nelle supplenze!
"Selezione": parola aborrita in Italia... Sì, selezione! Attraverso la valutazione di prove scritte e di prove orali sulle materie che il candidato aspira ad insegnare e attraverso la valutazione dei punteggi nei suoi titoli culturali (voto di laurea, specializzazioni, pubblicazioni scientifiche).

Franco Manni

 


Bresciaoggi,  sabato 15 settembre 2012, pag. 61

 

 

 

Torna all'indice di Una battaglia per la serietà e trasparenza nella scuola di Stato (1995-97)

Maurilio Lovatti - indice generale degli scritti