Maurilio Lovatti 

 

La Rerum novarum di Leone XIII

Il Cantiere, giugno 2025 

 

 

Il cardinale Robert Francis Prevost, eletto papa l'8 maggio, ha scelto il nome di Leone. Nel motivare la scelta vi è stato un esplicito richiamo all'insegnamento di Leone XIII, papa dal 1878 al 1903. Tra le 86 encicliche del suo lungo pontificato (oltre un quarto di secolo) la più importante e celebre è certamente la Rerum novarum del 15 maggio 1891, perché costituisce l'inizio della dottrina sociale della Chiesa. La dottrina sociale della Chiesa è un insieme di criteri di giudizio sulla società umana e di direttive per l'azione che consentono ai fedeli laici di impegnarsi, con tutti gli uomini di buona volontà, per trasformare la società al fine di renderla più giusta, solidale e fraterna.

La Rerum novarum è un testo lungo e complesso, ma le sue finalità sono chiare: da un lato criticare in modo severo e articolato le due principali ideologie sociali ottocentesche (il marxismo e il liberismo economico) e dall'altro enunciare i principi fondamentali dell'insegnamento sociale della Chiesa.

Il marxismo sosteneva che la proprietà privata dei mezzi di produzione era un furto e che doveva essere abolita, dall'altro il liberismo economico (da non confondersi col liberalismo politico che propugna la divisione dei poteri e l'inalienabilità delle libertà personali) sosteneva un diritto assoluto nell'uso della proprietà privata, senza alcun limite dovuto alla necessità di tutelare il bene comune e la giustizia sociale, negando il diritto dello Stato ad intervenire nell'economia.

Per Leone XIII era dunque necessario confutare radicalmente queste due ideologie, molto diffuse alla fine dell'Ottocento, per poter delineare i principi di una società più giusta, conforme alla visione cristiana dell'uomo e della storia. Per Leone XIII una società giusta si basa sulla collaborazione delle classi sociali e sul principio per cui il lavoro non può essere considerato una semplice merce, ma deve essere riconosciuto come un’attività che contribuisce alla realizzazione della persona e al bene comune. I lavoratori, quindi, hanno diritto a condizioni di lavoro dignitose, a un giusto salario e al riposo settimanale, condizioni all'epoca quasi mai rispettate. Per Leone XIII la ricchezza non deve essere accumulata per egoismo, ma usata in modo responsabile, a beneficio della società intera. E' il concetto cristiano del bene comune, secondo il quale ognuno è responsabile non solo di sé stesso, ma anche degli altri, specialmente dei più deboli e ha inderogabili doveri di solidarietà sociale. Il papa riconosce l’importanza delle associazioni dei lavoratori, come i sindacati, che possono svolgere un ruolo positivo nella difesa dei diritti dei più deboli. Anche lo Stato ha una funzione importante: non deve essere assente, ma deve intervenire in modo sussidiario, cioè aiutare le persone e le comunità a realizzarsi senza sostituirsi a loro, e garantire giustizia ed equità.

A fine Ottocento tra i vescovi, i sacerdoti e gli intellettuali cattolici vi erano due piccolissime minoranze di segno opposto: da un lato chi pensava a possibili collaborazioni con i marxisti per contrastare le gravi ingiustizie (come lo sfruttamento disumano degli operai, il lavoro minorile, i salari da fame) e dall'altro chi vagheggiava impossibili ritorni al passato e al corporativismo medioevale. Ma la grande maggioranza del clero non si poneva la questione sociale e si limitava ad atti di carità nei casi più gravi di bisogno. Per questo la Rerum novarum ebbe un'eco straordinaria, fu percepita come una svolta epocale: la Chiesa dimostrava di voler uscire da una posizione di silenzio o di difesa dell'esistente per entrare nel dibattito sociale, con proposte concrete e valori etici ispirati al Vangelo.

Si può dunque interpretare la scelta del nome da parte del nuovo pontefice come una esplicita volontà di porre la questione della giustizia sociale come centrale nella sua azione e nella sua pastorale. Si tratta in sostanza di riprendere consapevolmente ed attualizzare l'insegnamento sociale della Chiesa, che dalla fine Ottocento ad oggi si è arricchito e meglio precisato col Concilio Vaticano II e con i contributi di grandi pontefici come Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco.

Maurilio Lovatti

 

 

Leone XIII

Il Cantiere,  giugno 2025, pag. 8

 

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