Maurilio Lovatti 

 

La giornata del Creato 2023

 

Il Cantiere, agosto 2023 

 

 

La Chiesa Cattolica italiana celebra nel mese di settembre la Giornata per la salvaguardia del creato. Le singole parrocchie, in funzione delle locali esigenze pastorali, possono celebrare la giornata in una qualsiasi domenica di settembre. L'iniziativa storicamente nasce da una proposta formulata nel 1989 dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Dimitrios, che ha trovato ampia risonanza in ambito ecumenico. La Chiesa Cattolica italiana dal 2006 ogni anno testimonia la sua volontà di condividere la sensibilità per i temi ambientali, facendo crescere l'attenzione per essi nella vita delle nostre comunità. Nel 2015 la Laudato si' di papa Francesco ha fatto comprendere la centralità delle tematiche ambientali per la nostra fede e la stretta connessione esistente tra salvaguardia del creato e giustizia sociale.
Quest'anno la Chiesa ha deciso di porre l'attenzione in particolare sul tema della giustizia e della pace, senza le quali nessuna politica di salvaguardia del creato può risultare pienamente efficace. Nel suo messaggio per la giornata del Creato 2023, papa Francesco parte dall'esortazione del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne». Questa espressiva immagine ci dice quello che Dio desidera. Dio vuole che regni la giustizia, che è essenziale per la nostra vita di figli a immagine di Dio, come l’acqua lo è per la nostra sopravvivenza fisica.
Il papa ricorda che il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico ha affermato che un’azione urgente per il clima può garantirci di non perdere l’occasione di creare un mondo più sostenibile e giusto: «Possiamo, dobbiamo evitare che si verifichino le conseguenze peggiori. È molto quello che si può fare, se, come tanti ruscelli e torrenti, alla fine insieme confluiamo in un fiume potente per irrigare la vita del nostro meraviglioso pianeta e della nostra famiglia umana per le generazioni a venire. Uniamo le nostre mani e compiamo passi coraggiosi affinché la giustizia e la pace scorrano in tutta la Terra».
In primo luogo, continua il Papa, contribuiamo a questo fiume potente trasformando i nostri cuori. È la "conversione ecologica" che «Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere: il rinnovamento del nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore». In secondo luogo, trasformiamo i nostri stili di vita. «Partendo dalla grata ammirazione del Creatore e del creato, pentiamoci dei nostri peccati ecologici. Questi peccati danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle. Con l’aiuto della grazia di Dio, adottiamo stili di vita con meno sprechi e meno consumi inutili, soprattutto laddove i processi di produzione sono tossici e insostenibili. Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli. Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili».
Inoltre dobbiamo trasformare «le politiche pubbliche che governano le nostre società e modellano la vita dei giovani di oggi e di domani, politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado»,
politiche inconciliabili con gli ideali di pace tra i popoli e di giustizia sociale.
Ognuno di noi si deve sentire impegnato a portare il proprio contributo alla conversione ecologica invocata da papa Francesco. Dobbiamo diventare sempre più consapevoli che anche ogni piccolo gesto quotidiano (come differenziare correttamente i rifiuti, evitare quando possibile di usare l'automobile, preferendo i mezzi pubblici o la bicicletta, evitare gli sprechi di acqua e corrente elettrica, ecc.) contribuisce a creare le condizioni per una società più giusta. Così come la nostra partecipazione attiva alla chiesa locale (parrocchia e diocesi) e alla società civile (quartiere e Comune) può contribuire a realizzare una società più giusta, più inclusiva, più solidale, più attenta a chi è in difficoltà.

Maurilio Lovatti

 

 

Il Cantiere,  agosto 2023, pag. 20-21

 

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