Maurilio Lovatti 

 

 

Chiesanuova nell'età giolittiana

 

 

Il Cantiere, aprile 2017

 

 

Il 15 febbraio 1901 Giuseppe Zanardelli (1826-1903) diviene primo ministro del Regno d'Italia. Per la prima ed unica volta un bresciano è a capo del governo italiano. Come ministro dell'interno sceglie Giovanni Giolitti (1842-1928) suo alleato politico e principale collaboratore. Zanardelli e Giolitti guidano la corrente riformista dei liberali italiani. Dal 1903, con qualche breve interruzione, e fino al 1913, Giolitti è capo del governo e promuove una stagione di grande sviluppo e progresso economico e culturale del nostro Paese e introduce nel 1913 il suffragio universale maschile. I primi 15 anni del XX secolo vengono chiamati dagli storici età giolittiana, che corrisponde in Francia e in Europa alla Belle Epoque, bruscamente interrotta dalla prima guerra mondiale.

 

Giovanni Giolitti

 

Deputato del collegio della città è dal 1905 Giacomo Bonicelli (1861-1930), liberale moderato eletto con i voti anche dei cattolici. E' uno dei primi esempi di superamento del Non Expedit (introdotto da Pio IX, che vietava ai cattolici di votare nelle elezioni politiche) e di alleanza tra cattolici e liberal moderati in Italia, che anticipa e prefigura il patto Gentiloni (1912). Il conte Vincenzo Ottorino Gentiloni, presidente dell'Unione elettorale cattolica, concordò con Giolitti l'appoggio elettorale dei cattolici a quei candidati giolittiani che accettassero di farsi portavoce alla Camera di proposte e valori sostenuti dal movimento cattolico.

 

Giacomo Bonicelli

 

 

Senatori bresciani (tutti nominati dal Re secondo lo Statuto Albertino) erano tra gli altri il celebre Giuseppe Cesare Abba, romanziere e cronista delle imprese garibaldine, Preside del Tartaglia fino al 1910, e Carlo Gorio, già presidente della Camera, vicinissimo a Zanardelli, nominato senatore nel 1909 da Vittorio Emanuele III solo 2 giorni dopo la sua sconfitta elettorale nel collegio di Verolanuova, ove è battuto dal cattolico Giovanni Maria Longinotti.

 

Giuseppe Cesare Abba

 

Negli anni dell'età giolittiana Brescia è protagonista di un rapido sviluppo industriale. La Franchi, la Tempini, la Togni, la Ori, la OM (che allora si chiamava Brixia-Zust) e tante altre aziende metalmeccaniche assumono migliaia di lavoratori e acquisiscono un'importanza nazionale. Brescia supera gli 80 mila abitanti.
Anche a Chiesanuova, giovani di famiglie che per secoli erano state contadine, trovano occupazione nelle fabbriche. Quasi tutti i bambini, anche quelli delle famiglie più povere, frequentano almeno due anni di scuola elementare. Solo nel 1904 l'obbligo scolastico fu portato alla sesta elementare, istituita per chi non proseguiva gli studi. Nel 1911, la legge Daneo Credaro, voluta da Giolitti, rese statali le scuole elementari e quindi fu molto più difficile evadere l'obbligo scolastico.
Per tutto questo periodo il curato di Chiesanuova è don Annibale Conti, che come abbiamo visto nel bollettino precedente, era stato nominato nel 1888. Il 10 maggio 1900, mons. Luigi Fè d'Ostiani, parroco di S. Nazaro, nomina curato della Noce don Giuseppe Massetti, allora curato di Viadana di Calvisano. Era nato proprio a Chiesanuova l'8 settembre 1869, figlio di Giovanni e Teresa Peroni. Nell'autunno del 1904 don Giuseppe si ammala gravemente e viene spesso sostituito da don Annibale. Il 16 febbraio 1905 don Giuseppe muore a 36 anni. Dal 1906 al 1908 è curato della Noce don Ernesto Gressent. Infine il 21 agosto 1908 don Paolo Zanibelli è nominato curato della Noce dal vescovo Giacinto Gaggia. Don Paolo era nato a Pontevico nel 1877 ed era stato per quattro anni curato di Corticelle Pieve.

 

Maurilio Lovatti

 

 

Il Cantiere,  aprile 2017, pag. 14

 

 

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