Battaglie Sociali, periodico delle ACLI bresciane, dicembre 2016, pag. 18

 

 

Cultura a Brescia

il rilancio che ci piace

 

 

Tra fine settembre e le prime settimane d'ottobre, Brescia è stato tutto un susseguirsi di iniziative culturali molto partecipate (dalla fiera del libro a Supernova). Che il centro storico sia vissuto e animato è sicuramente un bene, ma viene da chiedersi se ciò non sia solo qualcosa di effimero, quasi un velo di maya che occulti i veri problemi della cultura a Brescia. Domande che si è posto anche Massimo Tedeschi, sia sul Corriere, che su Facebook, ricordando all'Amministrazione quanto resta da fare nel campo del patrimonio artistico-monumentale (dal teatro romano al castello, al riuso di edifici storici).

In primo luogo va obiettivamente rilevato che il Comune sta facendo molto, pur nella scarsità di risorse per gli enti locali: i lavori per riaprire la pinacoteca stanno procedendo nei tempi stabiliti; il mercato dei grani di piazza Arnaldo è stato recuperato; si sono conclusi i lavori alla quarta cella del tempio repubblicano; è stata rifatta la segnaletica dei monumenti; completata la pedonalizzazione delle piazze centrali, per citare solo alcuni interventi significativi. Se si fa il confronto con la precedente amministrazione di centro destra, caratterizzata da una penosa inerzia (e non solo in campo culturale) non c'è partita. Parafrasando una nota pubblicità, si potrebbe dire che al sindaco Del Bono piace vincere facile!

Tuttavia questo è solo l'aspetto visibile della politica culturale. Da vari interventi pubblici del Sindaco si può evincere un disegno strategico di più ampia portata. Brescia (città più hinterland) è ormai una conurbazione di mezzo milione d'abitanti, ben collegata dal punto di vista infrastrutturale (e lo sarà ancora meglio con il completamento della TAV per Verona e il potenziamento dello scalo ferroviario) che può aspirare al ruolo di capitale della Lombardia Orientale, sfruttando anche l'attuale tendenza all'accorpamento delle amministrazioni pubbliche (si pensi a vari enti e amministrazioni statali aventi sede a Brescia, ma competenti anche per Mantova e Cremona). Inoltre Brescia possiede monumenti di valore praticamente risalenti a tutte le epoche storiche (romana, longobarda, comunale, rinascimentale, ecc. fino al XX secolo con piazza Vittoria) a differenza di altre città della Lombardia più "monotematiche".

In questo quadro la cultura, i musei e il turismo possono essere un significativo volano per lo sviluppo, per invertire una tendenza al declino iniziata negli '80-90, sia per l'oggettivo ridimensionamento dell'apparato industriale, sia per scelte politico-culturali miopi o sbagliate, di cui già si è discusso su Battaglie Sociali. Alcuni segnali già sono percepibili, come l'aumento delle presenze turistiche e alberghiere, o la crescita dei visitatori ai musei (passati dai 74 mila del 2013 ai 154 mila del 2015). In quest'ottica anche eventi come la fiera del libro o la settimana della musica, se diventano permanenti, non possono essere più considerati effimeri, ma divengono piccoli tasselli di un progetto di rilancio della città.

 

Maurilio Lovatti

 

Battaglie Sociali, dicembre 2016, pag. 18

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