Battaglie Sociali, periodico delle ACLI bresciane, febbraio 2015, pag. 10-11

 

Tav Milano Venezia

Chiaroscuri di un grande progetto

 

 

 

 

E' alquanto diffusa una leggenda metropolitana, la falsa credenza che i NO-Tav siano ambientalisti.
Chi si oppone per principio all'alta velocità in realtà non ha a cuore la tutela dell'ambiente: basta un solo esempio per capire. In soli 6 anni, dal 2008 ad oggi, gli spostamenti tra Milano e Roma sono profondamente cambiati: sei anni fa usava il treno il 36% dei viaggiatori, oggi circa il 65%; inversamente chi usava l'aereo era il 51%, mentre oggi è solo il 24%. E' bastato cioè usare l'alta velocità ferroviaria per ridurre fortemente l'inquinamento, e in particolare le emissioni d'ossido di carbonio, che sono la causa dell'effetto serra e del surriscaldamento del pianeta, vera e propria emergenza ecologica del nostro tempo. Non tutti sanno che a parità di percorso l'energia consumata viaggiando in aereo è oltre 4 volte maggiore di quella consumata andando in treno, con tutto ciò che ne consegue in termini d'inquinamento e surriscaldamento del pianeta. Una diffusione capillare in Europa di linee TAV potrebbe dunque ridurre i voli e gli spostamenti in auto e quindi diminuire l'inquinamento.
Essere favorevoli in generale alla TAV non significa però accettare acriticamente ogni progetto di tracciato. In particolare il tracciato scelto tra Milano e Verona lascia molte perplessità. Far passare la linea a sud di Brescia per farle toccare l'aeroporto di Montichiari, destinato ad un traffico prevalentemente di merci, sembra un'opzione alquanto irrazionale, che rischia di emarginare ulteriormente la nostra città e aumenta i costi dell'opera rispetto al tracciato alternativo lungo l'attuale linea Brescia-Verona. Inoltre il progetto non prevede la fermata dei treni ad alta velocità a Desenzano e ciò mi pare una pesante rinuncia ad intercettare il traffico turistico, anche straniero, verso il Garda. L'alta velocità è tanto più valida dal punto di vista ambientale quanto riesce a ridurre altre forme di mobilità più inquinante. Infine il tracciato scelto dal governo presenta un più negativo impatto ambientale nei confronti dei vigneti e delle coltivazioni specializzate (da un minimo di 80 ad un massimo di 200 ettari di vigneto sacrificati).
Fino a qualche settimana fa, sembrava tutto già deciso. Le recenti prese di posizione del Comune di Brescia e della Regione Lombardia, sia pure non vincolanti, favorevoli al raddoppio dei binari sulla linea storica Brescia Verona, possono invece favorire la scelta di un tracciato per la TAV Milano Venezia che non salti Brescia. Se questa soluzione fosse stata perseguita con coerenza e decisione negli scorsi anni, non ci troveremo in questa situazione…

Maurilio Lovatti



Battaglie Sociali, febbraio 2015, pag. 10-11

 

 

 

Lettera di Giulio Botticini del comitato No Tav Bs-Vr

 

 

Ho letto nell'ultimo numero di Battaglie sociali (gennaio/febbraio) l'articolo Tav Milano - Venezia. Chiaroscuri di un grande progetto a firma di Maurilio Lovatti. Ricercando un indirizzo di posta elettronica ho scoperto con soddisfazione la qualifica data agli autori dei vari articoli come operai del pensiero. Mi è balzato subito alla mente un pensiero di Gramsci che scriveva: "Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza". Dico ciò perché quando una persona deve scrivere di un determinato argomento si deve informare anche minimamente ed in questo caso il signor Lovatti, credo, non l'abbia fatto certamente. Mi spiego: affermare che i No Tav non hanno a cuore la tutela dell'ambiente è un'enorme bufala, noi per principio siamo favorevoli a preservare il più possibile il nostro territorio contro ogni forma di cementificazione. I dati percentuali degli attuali fruitori del servizio su rotaie sono riferiti all'uso del sistema ferroviario "storico" e non al sistema AV, che, dove funziona, fa acqua da tutte le parti ed è in perdita sfrenata. L'88% dell'utenza ferroviaria viaggia in maniera classica, del rimanente 12% che viaggia con Tav l'8% il costo del biglietto lo paga il suo datore di lavoro, il resto si può permettere di pagare qualsiasi tariffa. L'utente medio italiano chiede un servizio ferroviario locale o regionale funzionante, esattamente il contrario di ciò che è stato fatto da alcuni anni da parte di FS, dove ha perpetuato una politica di tagli e soppressioni incondizionati. L'aereo inquina e consuma un botto di energia in più rispetto al treno e fin qui non ci piove. Ma ci siamo mai chiesti quante scorie tossiche sono state sepolte sotto la massicciata delle linee ferroviarie AV. In Italia è stato scelto come sistema AV il modello francese; il sistema tedesco o svizzero che era più consono alla morfologia territoriale italiana è stato scartato perché non avrebbe messo in gioco enormi e più cospicui capitali. AV significa grandi distanze da un capolinea ad un altro, se partiamo da Brescia e a Desenzano il treno deve fermarsi non è più AV. Con il progetto che per il momento è ancora in attuazione, ci troveremmo con ettari e ettari di campagna depredata per il passaggio dell'infrastruttura, tanti altri ettari che sono per il momento coltivati a vigneto per la produzione di Lugana, verrebbero spazzati via. Il raddoppio o quadruplicamento dei binari della ferrovia storica, ipotesi che sta avanzando da qualche tempo a questa parte, non è assolutamente fattibile. Vorrei vedere in territorio di Desenzano la costruzione di un nuovo viadotto da affiancare all'esistente? Abbiamo calcolato vagamente quante case di abitazione, quanti stabilimenti, quante chiese dovranno essere abbattute per far passare i due nuovi binari? Se si implementasse la vecchia ferrovia storica, la si potenziasse a livello di controllo informatico, FFS potrebbe tranquillamente far viaggiare ben più degli ottanta convogli giornalieri che attualmente non fa transitare. Al fruitore medio italiano, ma anche al turista straniero, interessa un collegamento snello, treni locali per raggiungere la scuola o il posto di lavoro (togliendo così le auto dalle strade e di conseguenza l'inquinamento), treni onesti, forse puntuali ed anche un poco puliti. Abbiamo a livello nazionale un territorio che fa acqua da tutte le parti e crolla piano piano e noi bellamente sopportiamo l'idea che lo Stato stanzi, forse solo, quattro miliardi per il treno veloce (BS - VR), per poter far risparmiare a qualche prediletto una manciata di minuti. Siamo veramente degli incoscienti!


A nome del Comitato No Tav Bs - Vr      

Giulio Botticini                

 

 

Replica di Maurilio Lovatti

 

Il nostro lettore scrive: "L'aereo inquina e consuma un botto di energia in più rispetto al treno e fin qui non ci piove. Ma ci siamo mai chiesti quante scorie tossiche sono state sepolte sotto la massicciata delle linee ferroviarie AV".

Ma che modo di ragionare è mai questo? Se scoprissimo che sono state nascoste scorie tossiche sotto scuole e ospedali, chiederemmo forse di non costruirne più? Lo stesso vale per chi dice che gli appalti della TAV sono fonte di corruzione. Spesso anche strade, scuole, ospedali lo sono. Meglio cercare di contrastare la corruzione, piuttosto che rinunciare alle opere. O no?
Il lettore poi non deve aver letto molto attentamente: io non ho scritto che la TAV debba fermare sia a Brescia, sia a Desenzano. Ma se si usasse la linea storica per la TAV, si potrebbe prevedere che qualche treno (uno o 2 al giorno) nelle stagioni turistiche si fermi a Desenzano (e ovviamente non a Brescia), qualcuno a Brescia (e non a Desenzano) ma la maggioranza non fermerà né a Brescia, né a Desenzano, ma farà direttamente Milano-Verona (una volta completata la tratta Lione-Trieste, solo treni molto veloci e con poche fermate possono essere competitivi con l'aereo, riducendo così l'inquinamento).

E' falso inoltre che il raddoppio della linea storica non sia realizzabile: in uscita da Brescia e in un tratto del comune di Desenzano non è economicamente sostenibile affiancare due binari TAV a quelli esistenti; è necessario che lì la TAV passi sopra o sotto la linea storica. Le soluzioni tecniche non mancano, e peraltro sarebbero più economiche rispetto alla deviazione per Montichiari.
Comunque sul punto centrale sono d'accordo col nostro lettore: la TAV non deve passare per Montichiari per non distruggere inutilmente e irrazionalmente vigneti e terreni agricoli e per non deturpare il paesaggio.


Maurilio Lovatti

 

 

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