Battaglie Sociali, periodico delle ACLI bresciane, ottobre 2014, pag. 9

 

 

 

Octogesima Adveniens

 

di Maurilio Lovatti 

 

 

Nel 1971, solo quattro anni dopo la Populorum Progressio, Paolo VI scrisse l'Octogesima Adveniens che non è un'enciclica, ma una lettera apostolica indirizzata al Presidente della pontificia Commissione "Giustizia e Pace" in occasione dell'ottantesimo anniversario della Rerum Novarum di Leone XIII, che aveva dato inizio alla dottrina sociale della Chiesa.
In questo testo l'aspirazione essenziale dell'umanità, e quindi della Chiesa stessa, ad una società economicamente più giusta, che già era delineata nella Populorum Progressio, trova una più completa definizione alla luce dei rapidi cambiamenti sociali di quegli anni.
Tra i tanti temi trattati, tre mi sembrano particolarmente innovativi ed attuali:
1) Il diritto all'immigrazione. Paolo VI afferma che è necessario superare gli atteggiamenti "strettamente nazionalistici" e riconoscere un diritto all'immigrazione e all'integrazione degli immigrati. E' dovere di tutti, e specialmente dei cristiani, "lavorare con energia per instaurare la fraternità universale". (n. 17)
2) L'affermazione esplicita e categorica della necessità di salvaguardare l'ambiente naturale. Il Pontefice afferma che l'uomo "attraverso un uso sconsiderato della natura" rischia di distruggerla e di essere, a sua volta, "vittima di siffatta degradazione". Paolo VI richiama la drammaticità dell'inquinamento e rileva come l'umanità rischi di crearsi "per il domani un ambiente che potrà essergli intollerabile". I cristiani devono impegnarsi attivamente, insieme agli altri uomini, per evitare questo pericolo. (n. 21)
3) Per i cristiani come per tutti gli uomini è importante l'educazione alla vita associata. L'affermazione e la diffusione dei diritti inalienabili d'ogni uomo è necessariamente correlativa al riconoscimento dei doveri nei confronti degli altri. La duplice aspirazione all'eguaglianza e alla partecipazione, dice Paolo VI alla luce degli insegnamenti del Concilio, "è diretta a promuovere un tipo di società democratica." Ci sono vari modelli di società, ma "nessuno soddisfa del tutto e la ricerca resta aperta." Di conseguenza il cristiano "ha l'obbligo di partecipare a questa ricerca e all'organizzazione e alla vita della società politica." (n. 24).
Queste affermazioni oggi possono sembrare quasi ovvie, ma quarant'anni fa apparivano a molti come un segno netto di discontinuità rispetto all'atteggiamento tradizionale della Chiesa su questi temi. Forse proprio per questo la ricezione di questi insegnamenti da parte delle comunità cristiane è stata lenta e non sempre profonda.

 

 

 

Battaglie Sociali, ottobre 2014, pag. 9

 

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