| 
        
      Nasce nel 1561 e muore nel 1626. È
      l'iniziatore di un metodo scientifico che è fallito. La scienza che si è
      affermata nel XVII secolo è quella di Galileo e Newton, non quella di
      Bacone. Li mettiamo a confronto per capire alcuni presupposti filosofici. 
      Bacone è colui che ha meglio capito il ruolo della scienza: amplifica le
      potenzialità dell'uomo di trasformare la natura che lo circonda. 
      Oltre ad essere scienziato e filosofo è anche avvocato. Nel 1593 è
      eletto deputato nella Camera dei Comuni (in Inghilterra la camera dei
      comuni era elettiva e venivano eletti solo quelli che avevano diritto al
      voto, quindi i borghesi e pochi altri, mentre la camera dei lords era
      ereditaria). Diventa consigliere del conte di Essex, durante il regno di
      Giacomo I (nel 1603 Elisabetta muore e sale al potere Giacomo I, padre di
      Carlo I, che verrà poi giustiziato). Nel 1618 viene proclamato lord
      cancelliere (come un primo ministro) e viene nominato barone, entra quindi
      a far parte della nobiltà. Viene accusato di corruzione, imprigionato
      nella torre di Londra, processato e riconosciuto colpevole. Il re gli
      diminuisce le pene e lo lascia libero a patto che non abbia più nulla a
      che fare con la politica. L'ultimo periodo della sua vita è interamente
      dedicato allo studio. Muore durante un esperimento: stava provando la
      congelazione dei cibi e passando continuamente dal caldo al freddo si
      prende una polmonite che lo uccide. 
      Avrebbe voluto scrivere un'enciclopedia dell'intero sapere che si sarebbe
      dovuta chiamare Instauratio Magna. Scrive però solo una piccola
      parte, un libro Novum Organum (nuovo organo), che richiama l'Organon
      di Aristotele, l'insieme degli scritti di logica. 
      In quest'opera si distinguono due parti: 
      -parte distruttiva, con la quale Bacone vuole criticare i pregiudizi più
      diffusi che per lui ostacolano la conoscenza scientifica. 
      -parte costruttiva, dove viene enunciato il metodo scientifico.
      
 PARTE DISTRUTTIVA: 
      Chiama questi pregiudizi idoli e li
      divide in quattro sottoinsiemi: 
      · Idola tribus (dell'intera tribù umana), comuni a tutti. Tutti
      gli uomini tendono a fare gli stessi errori, almeno inizialmente. Quando
      vediamo una cosa pensiamo che sia affettivamente come la vediamo. In
      pratica si crede troppo ai sensi. L'uomo ha una tendenza a generalizzare
      che spesso lo conduce all'errore. Questa tendenza a riferire alla
      generalizzazione la verità è un pregiudizio comune a tutti gli uomini.
      Per esempio se premo il campanello credo che questo suoni, ma magari non
      c'è corrente e quindi non suona. 
      · Idola specus ,"idoli della caverna" dei singoli
      uomini, ossia che variano da uomo a uomo. Per esempio un uomo è più
      ottimista, l'altro è più pessimista. Alcuni danno più importanza alla
      pratica, altri alla teoria. L'attività conoscitiva umana è condizionata
      dalla costituzione individuale, dall'educazione ricevuta, dalle abitudini.
      Ad ogni generalizzazione inadeguata corrisponde un pregiudizio. Per
      esempio, diceva Bacone, Aristotele amava la logica, aveva quindi il
      pregiudizio che tutto potesse essere pensato con la logica e che quindi
      l'osservazione era da mettere in secondo piano. Altri la possono pensare
      in modo diverso da lui. 
      · Idola fori, "idoli della piazza", pregiudizi relativi
      al linguaggio. Tutte le lingue hanno una certa struttura: la più semplice
      è soggetto predicato (S è P). Noi siamo abituati a pensare che il
      soggetto è una sostanza e che il predicato è un accidente. Questo è un
      pregiudizio. Per Bacone non è detto che il soggetto sia per forza una
      sostanza: se dico "la cecità è una brutta cosa" la cecità non
      è una sostanza. Si prenda la parola "umido" e si elenchino i
      significati che può avere. Si troverà che questa parola indica note
      confuse di diverse operazioni, che non possono essere ricondotte ad un
      certo significato comune. Questo concetto è stato astratto dall'acqua e
      dai liquidi più comuni e diffusi e che nessuno si è poi dato il compito
      di verificarne l'esatta portata. Atto puro è un termine della filosofia
      aristotelica, dice Bacone, ma il fatto che sia un'espressione definita
      nella filosofia aristotelica non implica che esista. 
      · Idola theatri, sono i pregiudizi che si trovano nelle
      "commedie" e nei "testi di teatro", sono queste
      infatti le metafore con le quali il filosofo inglese allude ironicamente
      agli scritti dei filosofi. Sono dunque i pregiudizi che derivano dalla
      filosofia. Li chiama teatri perché per Bacone se leggessimo la storia
      della filosofia sarebbe come se leggessimo teatro, tento è vario e
      molteplice. Secondo Bacone chi crede che esistano a livello ontologico
      tutti i termini filosofici più noti (atto puro, materia, forma…) ha dei
      pregiudizi. Per esempio nel '600 se il sasso cadeva per terra era perché
      Aristotele aveva detto che la terra tende verso il suo luogo naturale.
      Questo era un pregiudizio filosofico. 
      Delinea questi idoli perché non siano utilizzati nel metodo scientifico. 
      Anche noi ragioniamo spesso con dei pregiudizi (per esempio quando si dice
      che gli zingari sono tutti ladri). L'epistemologia (la filosofia della
      scienza) del '900 dice che i pregiudizi sono utili inizialmente, perché
      non è possibile verificare tutto, ma vanno controllati, cercando di
      falsificarli. 
      PARTE COSTRUTTIVA: 
       
      Metodo scientifico: 
      raccolta dati 
      -tavola delle presenze 
      -tavola delle assenze 
      -tavola dei gradi 
      formulazione ipotesi 
      esperimento 
      legge scientifica 
      Supponiamo di dover studiare il calore: 
      · Tavola delle presenze: tutti i luoghi e gli enti in cui è
      presente il calore. 
      · Tavola delle assenze: si osservano fenomeni in cui il calore è
      assente, ma in cui ci sono condizioni simili in quello in cui è presente.
      Per esempio la luce solare è calda, mentre la luce lunare è fredda. 
      · Tavola dei gradi:presente proporzionatamente a un'altra
      variabile. Per esempio se colpisco il metallo con il martello, il calore
      generato è proporzionale alla forza data. 
      · Formulazione ipotesi: se ho in mente che il calore è un
      prodotto della luce, raccogliendo i dati so che la luce lunare è luce, ma
      non è calda. Se escludo tutte le ipotesi che le tavole mi portano ad
      escludere me ne rimane un numero limitato {n}. 
      · Tra il numero limitato di ipotesi e il risultato finale l'unica
      possibilità è l'esperimento, chiamato esperimento cruciale, nel
      senso che serve ad escludere le ipotesi infondate per far
      "sopravvivere" un'unica ipotesi che sarà quella vera. 
      · Posso quindi formulare la legge scientifica. 
      Il metodo utilizzato da Bacone è chiamato induttivo, perché l'induzione
      è una forma di ragionamento per la quale si parte da numerosi casi
      particolari e si giunge ad una formulazione generale. Per esempio se
      osservo i corvi e li vedo sempre neri, dopo un certo numero non li guardo
      più e dico che tutti i corvi sono neri. Non sempre però il metodo
      induttivo è vero. Infatti una volta si pensava che i cigni fossero tutti
      bianchi, ma poi ne sono stati trovati alcuni neri e quindi questo metodo
      aveva sbagliato. 
      Bacone diceva che il suo metodo induttivo era più raffinato: le tavole
      rappresentavano le osservazioni particolari e tramite il ragionamento si
      arriva alla legge. 
      Per Aristotele le cause potevano essere di 4 tipi: materiale, formale,
      efficiente e finale. 
      Bacone dice che la causa finale bisogna escluderla perché non esiste: un
      conto se la causa di un fenomeno è un essere vivente (es: arciere che
      colpisce il bersaglio), ma nei fenomeni naturali non c'è una causa
      finale. Tra le 3 rimanenti due sono poco rilevanti: quella materiale e
      quella efficiente. 
      Se mi chiedo: "perché oggi piove?, se non esistesse l'acqua allora
      non pioverebbe. È però una causa superficiale. Se mi chiedo:
      "perché si muove il carro?", se non ci fosse il cavallo che lo
      tira non si muoverebbe. 
      Questo è poco rilevante perché lo scienziato si interessa delle leggi
      non di chi tira il carro. 
      La causa più importante è perciò quella formale, ciò che aiuta davvero
      lo scienziato a spiegare i fenomeni fisici. Se lo scienziato domina la
      causa formale posso controllare e modificare la natura. 
      Se per esempio faccio cadere un bicchiere, questo si rompe. Se conoscessi
      la forma del vetro potrei creare un bicchiere infrangibile. La causa
      formale presenta due aspetti: lo Schematismo latente e il Processo
      latente. 
      Latente è un qualcosa che è nascosto, non evidente. C'è in pratica una
      struttura della materia che lui al tempo non poteva conoscere. 
      Lo schematismo è la struttura della materia, per esempio la struttura del
      vetro. 
      Il processo consiste nei mutamenti che la sostanza subisce nei processi
      naturali, per esempio ci si chiede perché il sale si scioglie nell'acqua
      e l'olio no? 
      Bacone è convinto di cambiare il significato aristotelico di causa
      formale, in realtà lo sviluppa. 
         |