Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili,

Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009, pag. 451, € 20

 

Battaglie Sociali, periodico delle ACLI bresciane, n. 3, aprile 2010, anno 51, pag. 8-9

 

 

 

Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a scrivere un libro su mons. Giacinto Tredici?

Ho avuto occasione di incontrarlo nei miei studi sia come filosofo (è stato uno dei fondatori della Rivista di Filosofia Neoscolastica nel 1909 e ha scritto una celebre Storia della filosofia adottata in molti Seminari diocesani e tradotta anche in spagnolo) sia come vescovo di Brescia, per il suo ruolo fondamentale nella storia bresciana. Devo dire di essere rimasto alquanto stupito che una figura così importante per la nostra storia, e non solo locale, fosse stata così trascurata, talvolta quasi ignorata, negli studi storici sul periodo della guerra e poi della ricostruzione. Ho così sentito il desiderio di colmare questa lacuna.

Mons. Tredici è stato vescovo di Brescia in periodi difficili per la Chiesa: fascismo, Resistenza, ricostruzione; che figura di pastore emerge dalle migliaia di documenti che hai letto e solo in parte citato nel libro?

Tredici era una persona mite e timida, ma che si è trovata coinvolta in situazioni drammatiche che lo hanno portato ad assumere posizioni coraggiose. Nei confronti delle autorità fasciste è sempre molto prudente, ma a differenza di altri esponenti del clero non assume mai atteggiamenti di esplicita adesione al regime e non pronuncia nessun particolare elogio al fascismo e al duce, se non per i Patti lateranensi. Durante la guerra mons. Tredici si avvale della collaborazione di sacerdoti molto attivi nella resistenza (don Almici, don Vender, padre Luigi Rinaldini, don Pasini, ecc.) che certamente non agivano contro la volontà del loro pastore. Acconsente alla nomina di cappellani per i partigiani alcuni mesi prima dell'autorizzazione pontificia. Tratta con le autorità per salvare e liberare numerosi partigiani. Allo stesso modo, nei mesi dopo la liberazione, si adopera affinché non vengano commesse vendette e inutile spargimento di sangue. Negli anni della ricostruzione vanno ricordate alcune sue innovative prese di posizione sul dialogo interecumenico (si oppone al dogma dell'Assunta) e sul ruolo dei laici nella Chiesa (nel sinodo diocesano del 1952, per la prima volta una relazione sinodale venne assegnata ad un laico).

Il tuo impegno nel sociale è maturato in Gioventù aclista e nelle Acli. Qual è stato il ruolo di mons. Tredici nella nascita delle Acli? Nei rapporti con gli assistenti e in modo particolare con don Agazzi? con i lavoratori cristiani in particolare con i dirigenti ACLI?

Il 22 febbraio 1945, ancora in piena guerra, Tredici nomina don Giuseppe Almici assistente diocesano delle ACLI, con il compito di preparare nella clandestinità le strutture della nuova associazione dei lavoratori fondata a Roma nell'agosto del 1944. Tredici, tramite Almici, si tiene costantemente informato sullo sviluppo e sulla diffusione dell'organizzazione nella varie parrocchie della diocesi e partecipa personalmente a varie riunioni e manifestazioni promosse dalle ACLI. Insiste più volte affinché l'Azione Cattolica sostenga la nascita e la crescita delle ACLI. Don Giacinto Agazzi diviene assistente delle ACLI nel 1946 e lo rimarrà fino alla fine dell'episcopato di Tredici. Il ruolo di Agazzi fu decisivo in particolare negli anni dal 1948 al 1955, quando presidente provinciale era l'on. Enrico Roselli; questi era spesso a Roma per impegni parlamentari e quindi era spesso sostituito dallo stesso Agazzi. Tredici appoggiò pienamente e con convinzione l'azione delle ACLI, quando nel luglio-agosto 1948 uscirono dalla CGIL e fondarono la CISL. Dall'esame delle varie carte posso concludere che Tredici ebbe sempre particolare predilezione e paterno affetto per le ACLI.

Ritieni che il tuo scritto sia destinato solo ai cultori della storia e della filosofia o possa interessare anche ai giovani?

Penso che per il ruolo svolto nella chiesa bresciana, la figura di Tredici sia ancora attuale e possa insegnare qualcosa anche ai giovani: nonostante in alcuni ambiti egli fosse conservatore e con alcune venature tradizionaliste, di fatto si è trovato in diverse occasioni a fronteggiare prima il fascismo e poi le tendenze reazionarie e ultraconservatrici del mondo cattolico e della società italiana del tempo, mostrando coraggio e determinazione. Da questo punto di vista può essere considerato un precursore del Concilio e del cattolicesimo democratico e quindi il suo insegnamento è ancora attuale.

Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009, pag. 451, € 20

due parole di biografia

Giacinto Tredici nacque il 23 maggio 1880 a Milano, da una famiglia della media borghesia. A 10 anni entra in seminario. Si appassiona alla teologia e alla filosofia.
Il 23 novembre 1902 viene consacrato sacerdote.
Insegna teologia tomistica al seminario di Milano. Nel 1924 diventa parroco di S. Maria del Suffragio, una
delle più popolose parrocchie di Milano. Nel 1930 diviene Vicario generale e nel 1934 è nominato Vescovo di Brescia. Lo sarà fino al 1964. Si dedica alla cura dei bisognosi e dei perseguitati, soprattutto durante il periodo bellico. Nei due decenni dopo la guerra, si concentra sulla ricostruzione morale della diocesi: grazie a lui il laicato cattolico assume un ruolo di guida nella vita politica, amministrativa e sociale. Interviene spesso durante agitazioni e scioperi e sostiene l’attività politica, dando fiducia agli uomini impegnati nel governo del Paese. Muore il 19 agosto 1964.

 

Battaglie Sociali, periodico delle ACLI bresciane, n. 3, aprile 2010, anno 51, pag. 8-9

 

 

 

 

Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009, pag. 451

 

 

Giacinto Tredici, vescovo di Brescia in anni difficili

 

Maurilio Lovatti Indice generale degli scritti

 

Maurilio Lovatti Scritti di storia locale

 

 

 

Maurilio Lovatti, Giacinto Tredici vescovo di Brescia in anni difficili, Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2009, pag. 451, € 20