Lettere pastorali di mons. Giacinto Tredici, vescovo di Brescia dal 1934 al 1964

 

Il culto mariano (1959)

 

 

 

 

 

Lettera Pastorale per la Quaresima


GIACINTO TREDICI
per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica Arcivescovo Vescovo di Brescia


Al venerando Clero ed al diletto popolo della Diocesi,


salute e benedizione.
Si è chiuso nei giorni, scorsi quello che fu chiamato l'anno Mariano, e più precisamente Lourdiano, nella ricorrenza centenaria delle apparizioni di Lourdes. Per invito del Santo Padre Pio XII, di santa memoria, la ricorrenza fu ricordata a Lourdes con solenni celebrazioni e con grande affluenza di pellegrini; e se ne ebbe l'eco ih tutto il mondo cattolico. A sua volta il Sommo Pontefice regnante Giovanni XXIII ha voluto celebrarne la chiusa colla sua augusta parola. Una eco se ne avrà ancora nei prossimi mesi per un invito fatto a tulio il popolo italiano dalla Conferenza dei Vescovi d'Italia di una solenne consacrazione delle diocesi al Cuore Immacolato di Maria : cosa che volentieri faremo a suo tempo.
Ma con questa commemorazione e relative cerimonie occasionale dal centenario di Lourdes evidentemente non finirà la divozione alla Madonna, tanto cara al popolo cristiano e tanto favorita dalla Chiesa, che ha moltiplicato nell'anno liturgico le feste dedicate alla Madonna, e ha benedetto e raccomanda tante forme di divozione a lei dedicate : la preghiera dell'ine Maria, il santo Rosario, l'Angelus Domini, il mese mariano, la divozione del sabato, e così via.
Per questo ho pensato di parlarvi, o figli dilettissimi, della divozione alla Madonna per quello che è in sé stessa, prescindendo da speciali circostanze occasionali. Sarà un omaggio che renderemo insieme alla Vergine benedetta, a chiusa dell'anno Mariano, è come un proposito di continuare in questa divozione, così fondamentale nella pratica della Chiesa e del popolo cristiano, dopo quella dovuta a Dio e, a Nostro Signore Gesù Cristo.

Il culto che rendiamo alla Madonna

E dapprima, il popolo cristiano, e la Chiesa con esso, intendono rendere alla Madonna l'onore che le si deve per la sua altissima dignità, che la rende la prima fra tutte le creature, solo seconda alla umanità di Nostro Signore Gesù Cristo, perché unita questa personalmente alla Divinità. E' l'indirizzo che ci viene dato dalla preghiera dell' Ave Maria, breve ma 'piena di altissimo significato, che formatasi nei secoli cristiani sotto la esplicita approvazione della Chiesa, è entrata nella liturgia e nella, pratica cristiana, e ben merita di essere presa a modello. In essa, dopo un rispettoso filiale saluto rivolto alla Vergine, "Ave o Maria ", noi ricordiamo riverenti le sue grandezze : "piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù".
Piena di grazia! La grazia è il dono che, per i meriti di Gesù Cristo, il Signore offre a ciascuno che vuoi partecipare ai frutti della Redenzione. E' un dono prezioso, infinitamente al disopra di tutte le ricchezze e grandezze umane. Mette nella nostra anima uno speciale decoro, una sovrumana bellezza spirituale; ci rende cari ai Signore, il quale si degna di abitare in un modo tutto speciale nell'anima che la possiede. Egli considera l'anima in grazia come legata a Lui da un rapporto di vera amicizia. L'espressione non è troppo ardita, perché è usata da Gesù stesso, e il Vangelo ce l'ha riferita: "Voi siete miei amici; lo vi ho chiamato amici" (Giov., 15; 14,15). E l'anima ne riporta una speciale tranquillità e pace, e attinge dal divino ospite che in lei risiede forza, aiuto per camminare nella via del bene. E questo rapporto di inabitazione e di amicizia è poi destinato, se l'anima abbandona la vita presente in stato di grazia, a mutarsi nella visione di Dio stesso, che la rende perfettamente beata. La grazia, che solo può essere annientata dal peccato mortale, ha. diversi gradi di grandezza e di perfezione, in relazione al dono di Dio ed alla corrispondenza dell'anima stessa alla azione divina.
Orbene, questo dono prezioso che anche noi abbiamo ricevuto nel Battesimo e possiamo conservare fin quando non ce ne rendiamo indegni col peccato, la Madonna lo ebbe fino dal 'momento stesso della creazione dell'anima sua, a differenza di tutti noi, che nascemmo col peccato originale. E la grazia le fu conferita in sommo grado, più che a qualunque altra creatura, né mai la perdette o ne sofferse diminuzione di sorta. Anzi dovette crescere sempre a motivo della continua corrispondenza della sua anima benedetta ad ogni buona ispirazione che le veniva da Dio e per il continuo esercizio di atti di virtù, nella osservanza perfetta della legge di Dio. Per questo l'Angelo della Annunciazione la salutò come piena di grazia, e così, ripetendo le sue parole, la salutiamo nella "Ave Maria".
E se, come sopra abbiamo detto, la presenza della grazia nell'anima giusta ha come conseguenza uria speciale presenza di Dio, presenza amichevole e feconda di ogni perfezione, pensiamo come Dio si dovette compiacere di abitare in quell'anima benedetta, in cui non vedeva alcuna macchia, ma una perfetta corrispondenza ai voleri divini.
Ma per quanto la grazia, nella misura concessa alla Madonna, fosse un dono preziosissimo e conferisse a lei una bellezza e una dignità superiore a quella di ogni altra creatura, non è questa la maggiore grandezza che noi onoriamo in lei. Vi è un'altra dignità ancora più grande, che è la ragione di tutti i favori a lei concessi: è là maternità divina. La Madonna è Madre di Dio.
Questa grande, soprannaturale dignità la dobbiamo Considerare nel grande disegno divino della nostra Redenzione. Dio aveva stabilito di riparare la caduta della umanità, avvenuta per la disubbidienza dei nostri progenitori, che rappresentavano tutto il genere umano nel momento della prova. La fede ci insegna, il grande mistero. La Redenzione fu compiuta da Gesù Cristo Nostro Signore, che è lo stesso Figliuolo di Dio, generato .dal Padre da tutta l'eternità, e nato come uomo, per opera dello Spirito Santo, da Maria Vergine, la quale quindi deve dirsi ed è Madre di Dio, secondo l'insegnamento della Chiesa sancito nel Concilio ecumenico, di Efeso (anno 431) contro l'eresia di Nestorio.
Madre di Dio! Pensate la grandezza di questa dignità. Maria è stata per il Figlio di Dio quello che è stata la nostra madre per ciascuno di noi. E di conseguenza, Gesù, Figlio di Dio, ha voluto avere verso Maria sua madre quei sentimenti di affetto, di riverenza, perfino di ubbidienza, che abbiamo avuto o dovremmo avere poi per la nostra madre. Perché non sembri questa una esagerazione, il Vangelo ci ha detto che nel lungo tempo del soggiorno della Sacra Famiglia a Nazaret Gesù era "subditus illis" (Luc. 2, 51), soggetto ad essi, cioè a Maria e a San Giuseppe. Immaginate le scene di quei giorni. Gesù bambino, poi fanciullo, giovane, giovinotto, pieno di sollecitudine e di affetto, aiutava i lavori della bottega e della casa, e Maria lo guardava con venerazione affettuosa e gli indicava confidenzialmente il da farsi. E questo per molti anni, senza che il mondo, neppure il piccolo mondo di Nazaret, sapesse il mistero di umiltà, di bontà, e insieme di infinita grandezza, che albergava ih quella minuscola casuccia, diventata un paradiso in terra, dove la Madonna, umile, nascosta, riceveva i più grandi segni di onore, che mai creatura umana abbia ricevuto, cioè l'affetto e la riverenza del Figliuolo di Dio fatto uomo.
Chi non vede in questo altissimo esempio un invito a noi a manifestare il nostro onore e il nostro affetto alla beata Madre di Dio? E si potrà dire, come dicono i nostri fratelli separati, che i cattolici rendono un culto indebito quando onorano la Madonna più che tutti gli altri santi, anzi più che, tutte le altre creature all'infuori di Nostro Signore Gesù Cristo, perché Dio e uomo? Il culto che i cattolici, con tutta la Chiesa Cattolica, rendono alla Madonna è senza confronto inferiore a quello che rendono a Dio ed a Gesù Cristo. Anzi il cattolico sa che tutte le, grandezze che egli onora nella Madonna sono doni di Dio, e quindi onorando la Madonna perché madre di Dio e ornata da Dio dì tante perfezioni e privilegi il nostro culto implicitamente, ed anche esplicitamente, onora Dio che di quelle grandezze ha voluto essere l'autore, e le ha concesse alla Madonna per gli specialissimi rapporti che ella ha con Lui.
E la legittimità di questo culto reso dalla Chiesa alla Santa Vergine non viene diminuita se qualche volta può sembrare che alcuno esageri e quasi dimentichi o curi meno il culto che si deve a Dio. Può essere l'errore, ordinariamente inconsapevole, di alcuno, che nulla toglie a quello che è il pensiero e sono le direttive della Chiesa, direttive che, per altro sono, generalmente osservate dai fedeli. Ai quali il catechismo cattolico ha sempre insegnato la sana dottrina, 'attribuendo un nome speciale al culto reso alla Vergine, che si chiama iperdulia, a differenza di quello superiore che si rende a Dio, e che si chiama latria o adorazione, e di quello inferiore che si rende agli altri santi, che si chiama dulia.
L'omaggio riverente reso alla grande dignità della Madonna è il primo aspetto è il primo atto della nostra devozione verso di lei, prima ancora di interessarla in nostro vantaggio. Così si esprime nella sua prima parte quella che potremmo dire la preghiera ufficiale della Chiesa alla Madonna, la salutazione angelica: Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è teco: tu sei benedetta tra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo, Gesù.


La Madonna mediatrice di grazie


Un secondo aspetto della divozione alla Madonna è la sua intercessione ; noi la preghiamo perché venga in nostro aiuto, facendosi mediatrice fra noi e Dio, per ottenerci i suoi favori. E' anche questa una pratica perfettamente legittima ; e mentre mira ad ottenere in nostro vantaggio la sua potente intercessione, torna anche ad onore di lei, riconoscendo noi con questo la sua bontà e. la sua potenza.
La pratica della Chiesa ammette il nostro ricorso alla intercessione dei Santi, i quali, come amici di Dio, e da lui già glorificati, possono venire in nostro aiuto intercedendo per noi. E naturalmente questo vale a maggior ragione per la Madonna che è la regina dei Santi.
Per la opportunità ed efficacia della intercessione della Madonna in nostro favore sta non solo la pratica e l'insegnamento della Chiesa, ma anche una diretta testimonianza del Vangelo : è l'episodio notissimo del miracolo compiuto da Gesù alle nozze di Cana. Il fatto è noto (Gio. 2, 1 e segg.). Troviamo Gesù a un pranzo di nozze: voleva in questo modo Gesù affermare la dignità del matrimonio, che egli avrebbe dichiarato sacramento. Vi erano anche Maria e i discepoli di Gesù. A un certo punto non c'è più vino. La Madonna se ne accorge e segnala la cosa a Gesù. Il gesto viene interpretato come un invito a provvedere in modo miracoloso. Ma Gesù risponde che non è ancora giunta la sua ora. La Madonna interviene dicendo ai servi di fare quello che Gesù avrebbe detto. E Gesù compie il miracolo e cambia l'acqua in buon vino.
Comunque si vogliano intendere le parole misteriose di Gesù, certo dal contesto risulta che egli non avrebbe compiuto il miracolo se non ci fosse stato l'intervento di Maria. Non poteva il Vangelo meglio insegnarci l'efficacia della intercessione della Madonna per ottenere favori da Dio.
Del resto, la funzione della Madonna come nostra protettrice l'ha dimostrata ancora Gesù 'quando, dall'alto della croce, rivolse le notissime parole a lei ed all'apostolo Giovanni che stavano ai suoi piedi: "Ecco il tuo figlio, ecco la tua madre" (Gio. 26, 27). Evidentemente qui Gesù, mentre raccomandava al discepolo Giovanni di prendersi figlialmente cura di Maria sua, madre, voleva che Maria si considerasse come la madre del discepolo, e si può ritenere che in quel momento Gesù vedesse nel discepolo rappresentati tutti gli uomini, e specialmente i suoi fedeli. E' dunque il Vangelo che attribuisce alla Madonna la funzione di protettrice di tutti noi: protettrice animata 'da sentimenti materni, e con potenza di intercessione presso Dio, poiché arriva ad ottenere in modo straordinario un miracolo. Non ci voleva' di più per legittimare il nostro ricorso e la nostra fiducia nella sua protezione.
Intorno alla funzione di Maria come mediatrice fra noi e Dio i teologi fanno altre discussioni, sulle quali non mi voglio fermare perché la Chiesa non si è ancora pronunciata. Ma che la Madonna sia nostra mediatrice e noi possiamo ricorrere a lei per ottenere i favori del Signore è dottrina sicura, come è pratica universale nella Chiesa Cattolica : pratica che è espressa nella seconda parte della Ave Maria: "Santa Maria, Madre di Dio, prega per, noi".
Non è detto che questa pratica proceda sempre in modo perfetto ed ordinato. Se facessimo l'inventario dell'oggetto di molte preghiere che si rivolgono alla Madonna, troveremmo che molte volte, forse la maggior parte delle volte, si domandano favori materiali : la salute, la sufficienza economica, un posto di lavoro, e così via. Ora non è vietato, evidentemente, chiedere a Dio per la intercessione della Madonna, anche favori materiali, quando siano conformi alla volontà di Dio ed ai veri bisogni nostri. Gesù stesso, che ha voluto fosse conservata nel Vangelo, a nostra istruzione, la preghiera insegnata da lui, come modello delle nostre preghiere, ("quando pregate, ha detto, pregate così"), ha messo fra le nostre petizioni anche la domanda del nostro pane quotidiano. Ma ci deve essere un ordine nelle nostre preghiere, e sarebbe una cosa disordinata se, per esempio, mentre forse l'anima nostra è in disgrazia di Dio, non ci si preoccupasse della grazia e ci si limitasse a chiedere, è con insistenza importuna, i favori materiali. E' diverso l'insegnamento di Gesù, consegnato nel Vangelo : "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, ed avrete in più anche le altre cose" (Mat. 6, 33).
Qui io penso a Lourdes, a quella grotta benedetta che è diventata, in cento anni, il più grande santuario Mariano. Tutto un mondò di gente vi si reca, ormai da un secolo ;molti di noi abbiamo partecipato al pellegrinaggio alla grotta, abbiamo vissuto per qualche giorno la vita che sì conduce in quella cittadina singolare, così diversa da quella che si conduce altrove. Molti sono i malati, d'ogni sorta ; anzi, essi formano la parte esteriormente più caratteristica dei frequentatori di Lourdes. Ebbene, che cosa chiede quella gente, quel mondo così vario per .condizione sociale, per nazionalità, per abitudini? Che i malati chiedano la guarigione, lo si comprende : anzi nella solenne processione Eucaristica tutti i presenti si .uniscono ad essi per invocare la loro guarigione. Ma le guarigioni miracolose sono poche, e tutti lo sanno. Tuttavia la frequenza dei malati continua, e nella preghiera dei inalati e di coloro che ad essi si associano, insieme alla
salute se tali saranno i disegni di Dio, si chiede la rassegnazione, la tranquillità dello spirito nella sofferenza. E quando quei malati ritornano alle loro case, portano ordinariamente con sé, come un soave ricordo della grotta, un sentimento di maggiore tranquillità, di pazienza, di pace.
E quanti, fra i pellegrini, non sono malati nel corpo, ma ci vanno lo stesso: che cosa li chiama? Se potessimo controllare lo spirito di quelle migliaia di pellegrini come si controllano i malati del corpo, troveremmo una fede riacquistata o resa più robusta, propositi di vita migliore, per molti la grazia riacquistata e colla grazia una pace più serena. Tutti costoro hanno pregato la Madonna, e la Madonna li ha favoriti nello spirito più che nel corpo. Potenza della intercessione della Madonna e delle preghiere che la domandano!


La divozione alla Madonna ci vuoi rendere migliori


Vi è un altro aspetto nella divozione alla Madonna: uri aspetto forse meno avvertito, che non si può analizzare in singole manifestazioni controllate, ma credo abbia socialmente una importanza non trascurabile. La divozione mariana bene intesa esercita una influenza benefica, che tende a migliorare le persone che la praticano con retta intenzione, e insensibilmente a migliorare gli ambienti.
Se ci guardiamo intorno nel mondo in cui tutti si vive, troviamo uno spettacolo che vorrei dire sconfortante. Per molti la vita si svolge in un modo quasi esclusivamente materiale. Quello che più conta e più muove l'attività dei singoli e dei gruppi è lo sforzo per procurarsi il necessario per vivere più comodamente possibile, per produrre, per arricchire. Tendenza questa che, per sé, può considerarsi onesta, ma, non accompagnata da qualche aspirazione d'ordine superiore, 'materializza la vita, e trova quasi naturalmente lo sbocco in bassezze, ingiustizie, soprusi, nella soddisfazione degli istinti inferiori. E non è la tristezza, lo sconforto di ogni spirito bennato il constatare che il mondo è pieno di contrasti, che lo stesso ideale di pace a cui naturalmente si aspira è soffocato da, timori, da parole grosse, da bagliori di guerra?
E' così raro trovare nel gran mondo che più fa' del chiasso qualche cosa di bello, di buono, di gentile. Se in mezzo a questi sforzi materiali, a questa corsa alla ricchezza, al piacere, brillasse un ideale di onestà, di bontà, di purezza, e meglio, non solo un ideale astratto ma concretato in persone a noi care, in azioni reali soffuse di bontà, di elevazione spirituale, quasi ci riconcilieremmo colla realtà, e potremmo farci una concezione meno pessimistica di questa povera creatura umana.
La nostra fede ci presenta Dio, realtà vivente al disopra di tutte le nostre miserie, che realizza in sé un ideale di infinita grandezza, di ogni perfezione. E al disotto di Dio onnipotente, Gesù Cristo, l'uomo-Dio, che nella sua umanità verifica tutta la perfezione di cui essa è capace, senza alcun difetto; che nella sua vita condotta sulla terra, dove noi pure viviamo ha mostrato in sé quello che di meglio si possa pensare in un uomo, fatto esemplare di ogni virtù umana, soffusa di bontà, di amore, di comprensione verso la nostra umanità difettosa.
Con questi ideali che la nostra fede ci presenta, c'è abbastanza per innalzarsi al disopra delle nostre miserie. Ma forse questi ideali, divini ci sembrano al disopra di una comune possibilità umana. Ed ecco un altro ideale, più vicino a noi, Maria.
Essa è una realtà veramente e solamente umana: una creatura senza macchia, che realizza in sé quanto vi può essere di bontà e di grandezza umana, ma che ha vissuto sulla terra in un ambiente in tutto simile a quello in cui vive ogni altra creatura umana: ideale di purezza e di, bontà, vissuto nella casa di un autentico lavoratore che doveva guadagnarsi il pane coll'opera delle sue mani e col sudore della sua fronte. Ella ha provato in sé le tribolazioni quali si incontrano nella vita di tutti i mortali, sempre e in tutto perfettamente docile alle disposizioni della Provvidenza; ha sopportato, comprendendoli, i difetti delle persone che l'avvicinavano senza minimamente condividerli, anzi portando a tutti coll'esempio nella sua vita uno stimolo al bene: umile, pura, pia, comprensiva delle miserie altrui, di una carità buona, affettuosa, paziente, come Gesù l'ha predicata nel suo Vangelo e praticata nella sua vita. .Ognuno, in qualunque circostanza sia, può trovare in lei un modello perfetto da imitare.
Si aggiunga che la Madonna che ci da un magnifico esempio da imitare, invocata opportunamente ci offre il suo aiuto, e sappiamo quanto 'potente, perché il Signore colle sue grazie ci assista è ci conforti nelle immancabili difficoltà.
Oh se tutti, pure in mezzo alle miserie umane, tenessimo davanti alla nostra ménte questo modello, cosi pieno di perfezione e di bontà, come tutti ci sentiremmo dolcemente spinti ad una vita più buona, ed insieme più lieta, più disposta a diffondere intorno a noi esempi di virtù! Ma per questo la divozione alla Madonna non deve limitarsi a qualche preghiera mormorata macchinalmente in qualche modo. Deve essere un impegno che incida seriamente nella nostra vita, comprendendo il nostro riverente omaggio alla grandezza della Vergine Santa, la invocazione del suo aiuto specialmente per i nostri ' bisogni spirituali, e lo sforzo di imitare, per quanto ci sia possibile, gli esempi, tanto cari, della sua vita terrena.
Fratelli e figli miei, vi ho parlato della divozione alla Madonna nei suoi aspetti migliori, negli elementi che la costituiscono, con cenni rapidi, che voi potrete comprendere e sviluppare. Vorrei che fosse per tutti, in certo modo, la chiusa dell'anno mariano col suo ricordo di Lourdes, e un proposito di amare sempre e praticare, in pubblico ed in privato, in chiesa ed in famiglia, questa cara divozione, che è la difesa della nostra fede, l'aiuto della nostra vita cristiana.


Brescia, Quaresima del 1959.
+ GIACINTO, Arcivescovo

 

 

torna alla pagina indice su Giacinto Tredici

Maurilio Lovatti indice generale degli scritti