Franco Gheza - Maurilio Lovatti
 Lavoro e politica. Il circolo culturale Michele Capra a Brescia (1958-1989),
 Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2017, pag. 263

Introduzione di Roberto Rossini, presidente nazionale delle ACLI

 

 

 

Corriere della Sera (Brescia), 14 gennaio 2018, p. 7

Gli anni del Circolino

Un volume ripercorre la storia della sinistra DC bresciana

Massimo Tedeschi

 

 

La fine rovinosa e traumatica della Prima Repubblica ha abraso dalla memoria collettiva tante vicende cruciali che rimandano alla vita e al ruolo dei partiti: sono andati dispersi archivi e documenti, so­no fi­ni­ti of­fu­sca­ti ri­cor­di e me­ri­ti. So­lo do­po un quar­to di se­co­lo va pren­den­do for­ma un lo­de­vo­le sfor­zo di re­cu­pe­ro: di car­te, di vi­cen­de, di ar­chi­vi, di sto­rie.
Si col­lo­ca in que­sto qua­dro il la­vo­ro che va ascrit­to al me­ri­to, al­la pa­zien­za e al­la pas­sio­ne di Franco Ghe­za, stu­dio­so della sto­ria sin­da­ca­le bre­scia­na, e Mau­ri­lio Lo­vat­ti, da tem­po im­pe­gna­to in una pre­zio­sa ri­co­gni­zio­ne di fi­gu­re e vi­cen­de del mon­do cat­to­li­co bre­scia­no del No­ve­cen­to. In attesa che si rie­sca a met­te­re ma­no a una or­ga­ni­ca sto­ria della Dc bre­scia­na van­no ac­col­te con favore le ri­cer­che che – co­me que­sta – met­to­no a fuo­co la vi­cen­da di una del­le com­po­nen­ti in­ter­ne, una del­le or­mai vi­tu­pe­ra­tis­si­me «cor­ren­ti» della Dc.
Ghe­za e Lo­vat­ti, in par­ti­co­la­re, si oc­cu­pa­no di quel seg­men­to della cor­ren­te di For­ze Nuo­ve, na­ta nei pri­mi an­ni Ses­san­ta, che fa­ce­va ca­po a espo­nen­ti po­po­la­ri pro­ve­nien­ti dall’espe­rien­za di ACLI e CISL: com­po­nen­te che tro­vò sin­te­si pri­ma nel Cen­tro stu­di Achil­le Gran­di poi nel Cir­co­lo cul­tu­ra­le Mi­che­le Ca­pra. In ger­go po­li­ti­co e gior­na­li­sti­co que­sta espe­rien­za fu me­glio co­no­sciu­ta co­me «Circo­li­no», for­se per via del­le di­men­sio­ni della se­de di vi­co­lo San Cle­men­te 25/A. Intenzionalmen­te il la­vo­ro non ab­brac­cia tut­ta la sto­ria del «Cir­co­li­no»: re­sta in at­te­sa di una compiu­ta ri­co­gnizio­ne la stagione della crisi po­li­ti­co-am­mi­ni­stra­ti­va che in­ve­stì il Co­mu­ne di Brescia fra il 1990 e il 1994. La ri­cer­ca di Lo­vat­ti e Ghe­za par­te da mol­to lon­ta­no e si ar­re­sta un pas­so prima di quella stagione. Par­te dal pe­rio­do de­ga­spe­ria­no che, fi­no al 1953, non pre­ve­de­va né ammet­te­va cor­ren­ti in­ter­ne. Evi­den­zia poi co­me per­si­no le bio­gra­fie, le co­mu­ni espe­rien­ze formative, con­giu­ras­se­ro a crea­re le­ga­mi che so­no poi du­ra­ti una vi­ta fra i lea­der di que­sta cor­ren­te. Gio­van­ni Lan­di e Egi­dio Pa­pet­ti si for­ma­no, ado­le­scen­ti, al­la scuo­la di don Gue­ri­no Fran­zo­ni nel “bor­go rosso” di Sant’Eu­fe­mia. Fran­co Ca­strez­za­ti spe­ri­men­ta una mi­li­tan­za to­ta­liz­zan­te ne­gli an­ni in cui i gio­va­ni at­ti­vi­sti dor­mi­va­no su bran­de di­spo­ste sul­la sof­fit­ta di via To­sio, nel­la se­de del partito. Miche­le Ca­pra e Ma­rio Fai­ni in­du­ce­va­no que­sti ra­gaz­zi a leg­ge­re di tut­to: te­sta­te cat­to­li­che e giorna­li lai­ci, da Il Pon­te a Il Mon­do, da Po­li­ti­ca ad Ag­gior­na­men­ti so­cia­li. Let­tu­re vo­ra­ci e disordina­te, for­ma­ti­ve e il­lu­mi­nan­ti che si som­ma­va­no al­le parole-gui­da di pa­dre Giu­lio Be­vilac­qua e del teo­lo­go Tul­lo Gof­fi. Per com­pren­de­re la ge­ne­si di que­sta com­po­nen­te de­mo­cri­stia­na (altrimenti det­ta dei “bo­dra­tia­ni”) e i suoi ap­pro­di è in­di­spen­sa­bi­le ca­pi­re co­sa ac­cad­de, in un trenten­nio, nel­le isti­tu­zio­ni cat­to­li­che, nel­le ACLI, nel­la CISL (e so­prat­tut­to la FIM CISL), in Azione cat­to­li­ca. Una ta­stie­ra am­pia, fi­no ad ora la­cu­no­sa, in cui Ghe­za e Lo­vat­ti col­ma­no mol­ti vuo­ti e rias­su­mo­no ef­fi­ca­ce­men­te i no­di es­sen­zia­li. Cer­to col­pi­sce con­sta­ta­re co­me fos­se par­te­ci­pa­ta la vi­ta as­so­cia­ti­va di un’epo­ca (fra la fi­ne de­gli an­ni Cin­quan­ta e i Ses­san­ta) in cui i tre com­po­nen­ti della se­gre­te­ria FIM CISL ar­ri­va­va­no a to­ta­liz­za­re 686 riu­nio­ni in fab­bri­ca in due an­ni, l’Azio­ne Catto­li­ca con­ta­va 62mi­la iscrit­ti e le Acli 178 cir­co­li con 18mi­la iscrit­ti. È a que­sto re­tro­ter­ra che biso­gna rian­da­re per com­pren­de­re de­ci­sio­ni stra­te­gi­che e scel­te tat­ti­che, ini­zia­ti­ve cul­tu­ra­li e pratiche po­li­ti­che di un grup­po di­ri­gen­te im­mu­ne da scis­sio­ni in­ter­ne (di­ver­sa­men­te da tut­te le al­tre cor­ren­ti) se si esclu­de il di­vor­zio av­ve­nu­to nel giu­gno 1971 den­tro For­ze Nuo­ve fra il nu­cleo che face­va ca­po ai fra­tel­li San­dro ed Elio Fon­ta­na e quel­lo – ap­pun­to – che si ag­gre­gò nel «Cir­co­li­no». Ol­tre al­la coe­sio­ne e al­la con­so­nan­za biografica, un al­tro ele­men­to es­sen­zia­le per ca­pi­re la vi­cen­da di que­sto grup­po di­ri­gen­te è il le­ga­me con l’espe­rien­za di fab­bri­ca, la mi­li­tan­za sin­da­ca­le, il rapporto con ce­ti po­po­la­ri in pre­va­len­za ur­ba­ni, le fre­quen­ta­zio­ni con un cle­ro che a que­sta esperien­za af­fi­da­va spe­ran­ze di au­ten­ti­ca pro­mo­zio­ne uma­na. Uno de­gli ele­men­ti pro­ble­ma­ti­ci, nell’ali­men­ta­re que­sta espe­rien­za, è rap­pre­sen­ta­to non a ca­so dall’ac­cen­to po­sto sem­pre più nettamen­te sull’au­to­no­mia dell’as­so­cia­zio­ni­smo e del sin­da­ca­to ri­spet­to al­la Dc: un’au­to­no­mia che non ha ri­guar­da­to al­tre for­ze po­li­ti­che ma che, nel ca­so della Dc, ha in­ter­rot­to ca­na­li vi­ta­li e un’essen­zia­le cir­co­la­zio­ne di lin­fa idea­le. Sul pia­no più stret­ta­men­te po­li­ti­co il «Cir­co­li­no» ha sempre rap­pre­sen­ta­to l’ala si­ni­stra del par­ti­to pur vi­ven­do rap­por­ti com­pli­ca­ti con la si­ni­stra politica, la si­ni­stra di «Ba­se», e non di­sde­gnan­do più vol­te al­lean­ze con la com­po­nen­te mo­de­ra­ta prandinia­na sia che si trat­tas­se di va­ra­re se­gre­te­rie cit­ta­di­ne, se­gre­te­rie pro­vin­cia­li o qua­ter­ne elettora­li per Mon­te­ci­to­rio. La ri­co­stru­zio­ne di Lo­vat­ti e Ghe­za, sia det­to per in­ci­so, evi­den­zia co­me l’in­tro­du­zio­ne del­le li­ste bloc­ca­te senza pre­fe­ren­ze ab­bia se­gna­to un’in­vo­lu­zio­ne, e un ele­men­to di cri­ti­ci­tà, nel tas­so di de­mo­cra­zia in­ter­na nel­la vi­ta della DC. Un da­to che fa ri­flet­te­re, lad­do­ve lo stes­so metodo è sta­to este­so all’ele­zio­ne dell’in­te­ro par­la­men­to.

 

 

Indice del volume

 

 

Franco Gheza - Maurilio Lovatti
 Lavoro e politica. Il circolo culturale Michele Capra a Brescia (1958-1989),
 Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2017, pag. 263

Introduzione di Roberto Rossini, presidente nazionale delle ACLI

 

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