Franco Gheza - Maurilio Lovatti
 Lavoro e politica. Il circolo culturale Michele Capra a Brescia (1958-1989),
 Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2017, pag. 263

Introduzione di Roberto Rossini, presidente nazionale delle ACLI

 

 

 

 

Bresciaoggi, 14 gennaio 2018, p. 13

L'INCONTRO. Domani alle 18 nella sede provinciale delle Acli di via Corsica la presentazione del libro di Gheza e Lovatti, edito dalla FCB

«Michele Capra»: una storia di lavoro e politica

Anche il sindaco Del Bono e il presidente Acli Rossini ripercorrono l'esperienza del circolo culturale

di Alessandra Tonizzo  

 

 

La politica è guerra tra forti e più forti, la politica è contrattazione, la politica è schieramento? La politica è lavoro, «decidere, scegliere... tutta una questione di responsabilità». 
La voce del presidente nazionale Acli Roberto Rossini risolve in parole disabituanti. Che introducono un libro stenografato, densissimo, edito da Fondazione Civiltà Bresciana, in presentazione domani: «Lavoro e politica. Il circolo culturale Michele Capra a Brescia (1958 al 1989)». Alla sede provinciale delle Acli di via Corsica 165 in città, ore 18, introdotti da Daniela Del Ciello interverranno Pierangelo Milesi, presidente provinciale Acli, Mario Gorlani, presidente Fcb, il sindaco Emilio Del Bono, lo stesso Rossini e il senatore Giorgio Tonini. Gli autori del volume Franco Gheza, studioso della storia sindacale bresciana, e Maurilio Lovatti, attratto dall'eziologia cattolica locale nel Novecento, si sono fatti carico di recuperare e consegnare un tassello di memoria sociale. Trent'anni, una «microstoria», le mosse di un gruppo di lavoratori ispirato al «partigiano intransigente» Michele Capra, «un sindacalista, un parlamentare, un cristiano adulto». Fonti d'archivio, perlopiù inedite, riorganizzano parte delle vicende del «Circolino» di vicolo San Clemente, ove gravitavano quelle correnti democristiane colorate di «passione popolare». Forze Nuove, maturate in Acli e Cisl, per forgiare una classe dirigente: «Il legame con l'esperienza di fabbrica - spiega nella presentazione al testo Massimo Tedeschi, membro del comitato scientifico Fcb -, la militanza sindacale, il rapporto con ceti popolari in prevalenza urbani, le frequentazioni con un clero che a questa esperienza affidava speranze di promozione umana».Carità politica e solidarietà sono i gessetti con cui si tracciò la linea, quando la «meccanica della rappresentanza» era vissuta con urgenza deliberativa più biologica che ideologica. Conflitti, trattative, dialoghi in 260 pagine. Tra una vignetta rapace di Gigi Fasser e le figurazioni liriche di Massimo Zuppelli rivivono i richiami della triangolazione associazioni-parrocchie-partiti orientati a un rinnovamento vocazionale. Così Bruno Boni, in un editoriale dell'aprile 1960 - «Il limite invalicabile dell'autonomia di ciascun cittadino è l'adesione incondizionata ai princìpi universali cui lo lega la sua fede» -, fino agli anni Settanta, fino al «così non si può continuare» di Capra nella lotta operaia - «Non esistono categorie speciali che hanno il compito di guidare e categorie che hanno il compito di votare» -, fino alla caduta del Muro. L'auspicio di chi in prefazione condensa i lembi evolutivi di questa passata sutura, al contempo sindacale, politica e intellettuale (sono Mario Fappani, Giovanni Landi, Piero Lussignoli ed Egidio Papetti), si rivolge ai giovani. È aspettativa, di riflessioni culturali-ponte gettate con passione oltre i particolarismi individuali che frammentano il mondo del lavoro.

Alessandra Tonizzo

 

Michele Capra

 

 

Indice del volume

 

 

Franco Gheza - Maurilio Lovatti
 Lavoro e politica. Il circolo culturale Michele Capra a Brescia (1958-1989),
 Fondazione Civiltà Bresciana, Brescia 2017, pag. 263

Introduzione di Roberto Rossini, presidente nazionale delle ACLI

 

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