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    VITA: Nasce a Freiberg (Moravia, oggi nella
    Repubblica Ceca) nel 1856 in una famiglia ebraica. Frequenta a Vienna il
    ginnasio della città e nel 1873 si iscrive alla facoltà di medicina dove
    si laurea nel 1881. Ancora studente inizia a svolgere un'attività di
    ricerca presso il laboratorio di neurofisiologia di Ernst Brücke. Nel 1882
    si fidanza. Nonostante le soddisfazioni scientifiche, abbandona la ricerca e
    si dedica alla pratica clinica. Lavora quindi presso l'ospedale di Vienna
    con la qualifica di assistente nel reparto psichiatrico. Nel 1885 una borsa
    di studio gli consente di recarsi a Parigi (alla Salpêtrière) dove insegna
    Charcot, noto in tutto il mondo come clinico dell'isteria e come praticante
    di ipnosi. Charcot, attraverso lo studio della persona sotto ipnosi era
    arrivato alla conclusione che era falsa la tesi, allora molto accreditata,
    secondo la quale i disturbi psichici sono causati da danni celebrali
    permanenti (perciò una persona pazza ha qualcosa nel cervello che non
    funziona). Ad esempio, sotto ipnosi persone che erano soggette ad attacchi
    di panico, non ne soffrivano più.Al suo ritorno a Vienna si sposa. Nel decennio 1886-96 la sua vita cambia
    notevolmente: sono anni di intenso impegno famigliare e professionale. Nel
    1896 muore il padre e Freud vive un periodo di grande sofferenza, che
    affronterà attraverso l'analisi dei suoi stessi conflitti profondi.
    L'autoanalisi sarà soprattutto analisi dei sogni. Nel 1900 viene pubblicato
    il poderoso risultato del lavoro svolto su se stesso e con i suoi pazienti: L'interpretazione dei sogni. Nel 1902 è nominato professore
    straordinario. Nel 1904-5 vengono pubblicate due delle sue opere più
    importanti: Psicopatologia della vita quotidiana (parla della
    dimenticanze delle azioni della vita quotidiana, spiegate attraverso la
    psicoanalisi) e Tre saggi sulla teoria sessuale. Diventa celebre
    e molto ricercato come terapeuta.
 Nel 1908 viene organizzato il primo congresso internazionale di
    psicoanalisi: università inglesi e statunitensi lo invitano a tenere
    conferenze sulla teoria e sul metodo da lui elaborato. Pubblica Introduzione
    alla psicoanalisi, opera divisa in due parti.
 Nel 1920 pubblica Al di là del principio di piacere, che segna una
    svolta del suo pensiero. Nel 1930 pubblica Il disagio della civiltà,
    che tratta di temi antropologici.
 Pur non essendo un filosofo (conosce bene solamente  Schopenhauer e 
    Nietzsche) ha notevolmente influenzato la filosofia dopo di lui e quindi la
    cultura contemporanea. Infatti i filosofi dopo di lui dovranno fare i conti
    con l'inconscio.
 Con l'avvento del nazismo la psicoanalisi viene fortemente osteggiata in
    quanto "scienza ebraica". Nel 1933 a Berlino vengono bruciati i
    testi psicoanalitici. Nel 1938, quando i nazisti entrano a Vienna, Freud
    decide di emigrare con la famiglia a Londra, dove morirà un anno dopo, nel
    1939.
 LA PSICOANALISI Freud capisce che le malattie mentali
    non sono paragonabili ad una mancata funzionalità del cervello, ma hanno
    spesso altre cause. Si rende conto che le malattie mentali non sono malattie
    puramente fisiologiche.Possiamo distinguere i disturbi mentali in due categorie:
 PSICOSI: è caratterizzata da una scissione interiore, si ha quando
    un persona crede di essere un'altra persona. Si può esemplificare con la
    pazzia, follia. Se una persona è malata di psicosi, la psicoanalisi non
    può far nulla.
 NEVROSI: sono le varie manie e fobie. Tutte le persone sono
    nevrotiche. La nevrosi comprende le manie, le fobie (come la claustrofobia)
    e l'isteria.
 Secondo Freud se la nevrosi è tale da produrre difficoltà nelle relazioni
    personali o causa sofferenza, allora la terapia psicanalitica deve
    intervenire per togliere la nevrosi. Nonostante questo la maggior parte
    delle persona vivono tutta la vita con le loro nevrosi. Solo le nevrosi che
    impediscono lo sviluppo gratificante delle persone necessitano di essere
    curate.
 La terapia analitica è una terapia eziologica: non serve a occultare il
    sintomo, ma interviene direttamente sulla causa. La nevrosi da cosa è
    prodotta? Noi abbiamo le pulsioni (desiderio, volontà di fare qualcosa) che
    Freud vedeva come una sorta di dolore. Di fronte a queste pulsioni abbiamo
    varie possibilità. La pulsione può essere:
 Soddisfatta: ho sete e quindi bevo
 Repressa: supponiamo che io ho fame però sto guardando un bel film.
    Decido di aspettare e quindi la pulsione risulta repressa, perché si è
    consapevoli di aver rinviato il compiacimento.
 Rimossa: si ha quando una persona è totalmente presa da un'attività
    o da uno stato d'animo che non sente la pulsione. In questo caso non si ha la consapevolezza del
    rinvio. Più in generale, la rimozione può essere concepita come
    un'operazione con la quale il soggetto cerca di respingere nell'inconscio
    immagini e ricordi che gli risultano spiacevoli, perché legate a desideri
    contrari a norme morali o sociali interiorizzate dalla persona.
 Sublimata: la pulsione prende una direzione diversa. Secondo Freud i
    sacerdoti cattolici che fanno il voto di castità reprimono la pulsione
    sessuale, e questa energia viene indirizzata verso altre vie; per questo
    motivo si tratta di sublimazione. Un altro esempio di sublimazione è quello
    dell'artista.
 Tutte le pulsioni sono manifestazione di un'unica energia vitale originaria
    che Freud chiama LIBIDO (energia, grinta, desiderio). Secondo Freud tutte le
    nevrosi derivano da rimozioni infantili (prima dei 6 anni) delle pulsioni.
    Le pulsioni che rimuoviamo dopo i 6 anni hanno la loro spiegazione in
    rimozioni compiute nell'infanzia. Il nostro carattere è plasmato tra 0-6
    anni. Freud vuole curare le nevrosi rimuovendone la causa, che è appunto la
    rimozione delle pulsioni.
 
 I TOPICA: riguarda il livello di consapevolezza umana
 CONSCIO
 PRECONSCIO
 INCONSCIO
 Il conscio è consapevole, mentre preconscio e inconscio sono inconsapevoli.
    Es: quando una persona guida da un po' è talmente abituata che non pensa
    più a cosa deve fare. Questo è il preconscio, perché è facilmente
    richiamabile alla coscienza. L'inconscio, invece, non è facile farlo
    emergere. Solo la psicoanalisi può farlo emergere dopo un lungo lavoro.
    Secondo Freud molti comportamenti hanno motivazioni inconsce. Le motivazioni
    inconsce si possono scoprire dopo un lungo studio psicoanalitico.
 Noi che siamo razionali, in realtà siamo guidati da motivazione che hanno
    origine nell'inconscio. Per Freud, però, la psicoanalisi ha il compito di
    spiegare questi comportamenti rimandandoli alla razionalità. Perciò  Freud
    non è irrazionalista.
 II TOPICA: definisce 3 tendenze della mente umana (3
    istanze psichiche)IO
 ES (pronome neutro tedesco, corrispondente al latino id)
 SUPER-IO
 
 Nella seconda topica è come se Freud paragonasse la nostra mente a un
    consiglio di amministrazione di 3 soci: se io devo decidere se oggi studio o
    esco, ci sono 3 soci che decidono. Questi 3 sono chiamati istanze psichiche.
    Nel consiglio di amministrazione la decisione presa è il risultato del
    confronto tra i soci. Queste 3 istanze cercano di orientare la decisione,
    che è una, perché unica è la persona; ci sono 3 "voci" che
    hanno però diverso interesse. Freud dice che l'io è come un servo che deve
    soddisfare due padroni: l'es e il super-io. Freud pensa che l'unica di
    queste tre istanze innata sia l'es, cioè l'insieme delle nostre pulsioni,
    istinti naturali, desideri.
 Questo insieme di pulsioni è l'energia libidica (libido) che ogni uomo o
    animale ha per natura. L'istinto animale, la sopravvivenza sono tutte
    pulsioni innate che non sono frutto dell'esperienza.
 L'es è inconscio in gran parte. Fame, sete, sonno sono consapevoli. Gli
    impulsi sessuali non sempre sono consapevoli. L'es è guidato dal principio
    di piacere (il principio che ci porta a scegliere le azioni che rendono
    massimo il piacere e minimo il dolore immediati causati dall'azione). Il
    bambino nel primo anno di vita impara a fare i conti con la realtà e non
    segue più solo ciò che desidera. L'io è dato dalla struttura razionale di
    una persona.
 Es: se si avvicina una candela accesa a un bambino di pochi mesi, il bambino
    cercherà di toccarla, gli piacciono la luminosità e la forma mobile della
    fiamma, e si scotterà. Riavvicinando la candela il bambino non la toccherà
    più, perché ha imparato dall'esperienza (principio di realtà). L'io nasce
    come correzione del principio di piacere e segue il principio di realtà. Il
    bambino, a cui piacerebbe toccare la fiamma, non la tocca più per il
    principio di realtà, perciò fa qualcosa che va contro al suo piacere
    immediato.
 Si potrebbe obiettare che questo è sempre un comportamento guidato dal
    principio di piacere, perché al bambino conviene non toccare la fiamma.
    Però già pensando che conviene non fare una cosa, si usa già la ragione.
    Quindi l'es è innato, l'io nasce nei primi mesi di vita.
 Il  super-io è una sorta di coscienza morale: una serie di divieti che
    impediscono di fare certi atti, che il bambino assorbe dall'ambiente, in
    particolare dai genitori o da altre figure adulte, dai 3 ai 6 anni.
 Queste 3 fasi, definite nei primi 6 anni, condizionano i comportamenti della
    persona nella vita adulta.
 Es: una psicologa bresciana, Elsa Belotti,  ha proposto una metafora:
    se la persona e paragonabile ad una casa, caratterizzata da un ridotto pian
    terreno e da un'ampia cantina e un altrettanto ampio primo piano, la cantina
    rappresenta l'es (perché è disordinata, confusa, piena di cose che non si
    usano da tempo) e il primo piano rappresenta il super-io con tutto il peso
    dei divieti, si ha subito l'idea che l'io (il piano terra) sia schiacciato.
 Freud dice "l'io è un servo oppresso da due padroni, che danno ordini
    contrastanti", da un lato il super-io che censura, dall'altro l'es che
    desidera.
 Secondo Freud i filosofi in maniera errata consideravano l'io come la parte
    più importante dell'uomo. Ma l'io è solo una parte. Dato che gli ordini di
    super-io e es sono per la maggior parte inconsci, non ce ne rendiamo conto.
    La razionalità è quindi solo una delle 3 istanze psichiche schiacciata
    dall'es e super-io.
 FORMAZIONE DEL CARATTERE Possiamo definire il Temperamento come
    la parte innata del carattere di una persona, mentre il Carattere in senso
    stretto è la parte acquisita con l'esperienza.Come un nuotatore vince la gara non solo perché ha talento, ma anche
    perché si è allenato, così la componente acquisita è più importante di
    quella innata. Uno può anche avere un quoziente intellettivo eccezionale,
    ma se non esercita il pensiero si troverà sullo stesso piano di quello che
    ha un quoziente intellettivo minore, ma è "allenato". Quindi la
    parte innata è ridimensionata da quella acquisita, che è molto importante.
    Il temperamento diventa quasi irrilevante rispetto al carattere.
 L'idea rivoluzionaria di Freud è che la parte acquisita del carattere si
    forma da 0 a 6 anni.
 Vi sono 3 fasi in cui si forma il carattere, fasi che possono essere vissute
    in modo gratificante o frustrante e questo influenza profondamente il
    carattere:
 1) ORALE: primo anno di vita. La massima forma di piacere è la
    suzione del latte materno, anche per il contatto fisico con la madre.
    Recenti studi dicono che il bambino si sente un tutt'uno con la madre fino
    ai 6 mesi, non si percepisce come persona autonoma. In questa fase il
    bambino prova questo piacere principale attraverso la bocca. Se si vive in
    maniera gratificante questa fase, si sviluppa l'ottimismo e una forte
    autostima di sé. Se invece è frustrante si tende al pessimismo e alla
    depressione. Questa esperienza è diversa da bambino a bambino per il
    diverso comportamento della mamma nei suoi confronti. Se il bambino ha uno
    sviluppo normale, positivo (che lo aiuta a crescere) c'è un passaggio
    naturale alla fase successiva. Se invece lo sviluppo è difficoltoso il
    carattere orale tende a fissarsi e non evolve naturalmente, perciò alcuni
    aspetti di questa fase rimangono nelle fasi successive:
 Esempi di comportamento o di bisogno riconducibili a fissazione di caratteri
    orali:
 eccessiva dipendenza dalle altre persone;
 eccessivo bisogno di affetto;
 paura di essere abbandonati;
 narcisismo;
 golosità;
 fumo, bacio e il masticare la gomma.
 2) ANALE, fase che aveva destato più incredulità al tempo. Da 1 a 2
    anni. Secondo Freud nella fase anale il maggior piacere del bambino è nel
    defecare, il bambino vede le feci come un regalo ai genitori. In questa fase
    viene creato un valore simbolico nella defecazione. Se il carattere anale si
    fissa e non evolve naturalmente, rimangono nella vita adulta alcune
    caratteristiche:
 possessività;
 scrupolosità eccessiva;
 ossessività;
 masochismo e autolesionismo;
 aggressività (mascherata o manifesta).
 Secondo Freud narcisismo e ossessività, due difetti combinati assieme sono
    spesso presenti nel carattere dei grandi uomini (scienziati, politici,
    riformatori religiosi, ecc.). La fissazione di una fase è vista come
    negativa se la guardiamo dal punto di vista dell'autorealizzazione, però
    può essere positiva per l'umanità (come nel caso di Leopardi).
 3) FALLICA, va dai 3 ai 6 anni. La fase prende il nome in riferimento
    al complesso di Edipo re. Freud ha preso questa metafora dal mondo classico
    per indicare che il bambino maschio inizialmente ha come unico riferimento
    la madre, poi inizia a capire che la madre è innamorata del padre e che
    quindi il padre ha un ruolo all'interno della famiglia. Si crea così un
    rapporto ambivalente tra bambino e padre. Siccome il bambino vede che la
    madre è innamorata del padre, vuole essere il padre. Perciò il bambino
    inizia a temere il padre perché lo vede come un rivale, teme,
    inconsciamente, di essere castrato dal padre. Si ha quindi un difficile
    equilibrio tra il desiderio di imitare il padre e la paura del padre. Lo
    sviluppo equilibrato del bambino, secondo Freud, è dato da un giusto
    equilibrio tra ammirazione, imitazione del padre e paura del padre.
    L'ammirazione e l'imitazione sono indispensabili per l'identificazione
    sessuale del bambino. La paura del padre porta a non avere desideri
    incestuosi. La mancata identificazione del padre secondo Freud porta
    all'omosessualità, che per Freud è patologica. Oppure porta all'impotenza
    (l'uomo identifica le altre donne come la madre) o al dongiovannismo.
 La paura (di essere castrati) è all'origine della nascita del super-io. I
    divieti morali nascono inizialmente dal timore e sono in gran parte
    inconsci. Il divieto dell'incesto non viene dato dalla ragione, ma è
    fissato dentro di noi, è un tabù. Si forma quindi tramite la nascita del
    super-io la coscienza morale, concepita come una serie di divieti. I divieti
    morali sono inconsci, noi li percepiamo come dei sensi di colpa.
 La femmina è più complicata. Questo perché prima c'è il distacco dalla
    madre e poi si deve "innamorare" del padre. Ha un passaggio in
    più rispetto al maschio. Superata poi la fase di distacco emotivo dalla
    madre è la stessa cosa del bambino maschio.
 Al tempo di Freud il capofamiglia era l'uomo. Per il maschio è quindi più
    facile assorbire i tabù perché ha paura del padre rispetto alla femmina.
    La formazione della coscienza morale nella femmina è più lunga. Secondo
    Freud tra i sentimenti delle bambine c'è la mancanza del pene. Le bambine
    vedono la loro sessualità come forma di inferiorità (perché nella
    società si attribuiva più valore all'uomo). Il bambino teme il padre e
    quindi è più facile obbedirgli, mentre la bambina teme la madre, che però
    non è percepita così minacciosa come il padre.
 Sono queste le 3 fasi di formazione del
    carattere. Però si possono avere durante la vita delle regressioni: eventi
    traumatici dal punto di vista psicologico che fanno regredire alla fase
    precedente. Ritornano tendenze inconsce che si sarebbero già dovute
    oltrepassare. A questo sono dovute le disfunzioni sessuali.6-11 anni: fase di latenza (non succede nulla di rilevante per la formazione
    del carattere).
 12-16 anni: fase preadolescenziale che può portare a esaltare alcuni
    aspetti del carattere ma sono cambiamenti del tutto marginali, rispetto a
    quelli infantili. Se uno da timido diventa estroverso si dice che ha
    cambiato carattere. Secondo Freud invece è probabile che la causa che ha
    portato alla sua timidezza (per esempio la bassa autostima) rimanga, mentre
    cambia solamente la manifestazione di tale causa. Secondo Freud le radici
    strutturali del carattere non cambiano, o cambiano molto difficilmente
    tramite la terapia analitica.
 Lui si occupa quindi della cura delle nevrosi che sorgono perché nella fase
    infantile si sono scatenate delle pulsioni represse. Il sintomo nevrotico
    nasce come sintomo a queste pulsioni represse. Quindi la rimozione di alcune
    pulsioni porta alla nevrosi.
 TERAPIA
 La terapia non è farmacologica e
    nemmeno chirurgica, ma è verbale. La sua durata è di molti anni. Il
    paziente viene fatto sdraiare su un lettino, l'analista sta alle spalle per
    non metterlo in imbarazzo. La terapia si basa su:interpretazione dei sogni
 analisi dei lapsus e degli atti mancati
 sistema di associazioni libere
 Gli  atti mancati succedono per esempio
    quando uno va in un posto e si dimentica qualcosa. La tesi di Freud è che
    "questi atti non sono mai casuali" ma derivano dall'inconscio. Uno
    tende a dimenticare più frequentemente un oggetto in un posto dove
    inconsciamente vuole tornare. Tra gli atti mancati c'è anche la
    dimenticanza del nome di una persona, perché magari quel nome è associato
    a qualcosa di brutto. I  lapsus si hanno quando una dice una parola al posto
    di un'altra (oggi è stato dimostrato che non derivano solo da cause
    psicologiche, ma anche da stanchezza, assonanze, ecc.).Le associazioni spontanee si hanno quando di fronte a una parola o a
    un'immagine il paziente deve dire cosa associa a tali cose.
    Nell'immediatezza dell'associazione l'azione di censura del super-io è meno
    determinante di quanto si ha in un ragionamento che richiede tempo.
 L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
 Nel sogno Freud distingue un contenuto manifesto e un contenuto latente.
    Sembra che i sogni durino pochi attimi, ma non si sa bene. Freud chiama contenuto
    manifesto del sogno il racconto del sogno. Mentre il contenuto
    latente del sogno è il suo significato nascosto. C'è quindi un
    significato nascosto diverso dal manifesto.
 Il sogno, come ogni nostra scelta, è controllato dal super-io, che censura
    e vieta, paragonato a un corpo di guardia in un castello. In pieno giorno la
    guardia è efficace, di notte lo è di meno, quindi qualcuno potrebbe
    riuscire ad entrare nel castello. Secondo Freud quei nostri desideri che
    durante la veglia non riusciamo a esprimere, si esprimono in maniera subdola
    nel sogno. Perciò il sogno è espressione di un desiderio (non è che si
    desidera proprio quello che si sogna, ma magari si desidera qualcosa che
    appare emotivamente legato al contesto del sogno). Una persona che sogna di
    andare al funerale di un'amica non è che vuole che l'amica muoia, ma magari
    il funerale è collegato al desiderio dell'incontro con una persona in
    particolare.
 Solo chi conosce bene le esperienze infantili di una persona può
    interpretare i sogni.
 Secondo Freud ci sono dei meccanismi classici che si verificano
    ripetutamente nel sogno che possono aiutare a ricostruire il latente:
 Lo spostamento si ha quando un personaggio del sogno manifesto, non
    è quello che è nel racconto del sogno, ma è un altro. Es: una donna sogna
    di essere picchiata dal marito. La persona nel contenuto manifesto è il
    marito, mentre nel contenuto latente è un'altra persona (per esempio il
    padre). Questo avviene perché se il personaggio fosse quello vero il
    desiderio risulterebbe più chiaro e quindi il super-io dovrebbe intervenire
    censurando.
 La condensazione è per Freud uno dei caratteri più rilevanti del
    sogno: il contenuto manifesto del sogno è scarno, laconico, povero rispetto
    alla ricchezza dei pensieri e delle emozioni espresse nell'atto di sognare.
    L'interpretazione del sogno non esaurisce quasi mai tutti i significati
    latenti presenti nel sogno stesso. Un esempio semplice di condensazione si
    ha quando un personaggio del sogno assume la sembianze di un'altra persona
    durante lo svolgimento del sogno, pur mantenendosi continuità di ruolo.
    Oppure un personaggio del contenuto manifesto manifesta i caratteri e il
    ruolo emotivo di due.
 Il simbolismo è la presenza di simboli abbastanza universali. Per
    esempio se uno sogna di essere in mare per il simbolismo è come se volesse
    ricreare l'atmosfera dell'utero materno. Jung, discepolo di Freud, sosteneva
    che ci fosse una sorta di simbolismo universale (fin dalle origini) che fa
    parte del patrimonio genetico dell'uomo.
 Jung dice che gli uomini tendono a creare dei simboli e siccome gli uomini
    conoscono e comunicano fra loro questo simbolismo diventa comune. Parla di
    inconscio collettivo e di strutture simboliche comuni: per natura gli uomini
    tendono a creare dei simboli che diventano comuni e universali. Per Freud il
    simbolismo era solo un fatto pratico che veniva sfruttato per interpretare i
    sogni (concezione metodologica).
 Lo psicanalista deve individuare le
    rimozioni infantili che hanno causato il sintomo nevrotico e cercare di
    eliminarlo radicalmente, oppure se non ci si riesce, solo il fatto che il
    paziente è consapevole della sua situazione costituisce già un già un
    passo avanti, un risultato parziale della cura. Sorge però un problema
    pratico: siccome le nevrosi nascono dall'attività del super-io che, ha
    bloccato il soddisfacimento delle pulsioni dell'es, esistono delle forme di
    difesa inconscia. Il paziente che va dallo psicanalista da un lato desidera
    farsi curare, eliminando le cause della sua infelicità. C'è il desiderio
    di cambiare. C'è però anche un desiderio inconscio di difesa e questa
    difese sono difficili da vincere da parte dello psicanalista. Perciò non
    basta una motivazione razionale del paziente, ma occorre, per vincere questa
    resistenza, il transfert, un meccanismo di immedesimazione, empatia,
    che si viene a creare tra paziente e medico. Questo perché il paziente
    sente che il medico è buono e che lo vuole aiutare. È come se il paziente
    si "innamorasse" del medico, ha un atteggiamento di benevolenza
    che lo porta a pensare che se non collabora delude il medico. Questo feeling
    emotivo aiuta notevolmente la rimozione delle difese del super-io. Al
    transfert si contrappone un controtransfert: anche il medico si
    affeziona al paziente, quindi il medico potrebbe inconsciamente tendere a
    proteggere il paziente; per esempio per evitare che soffra potrebbe non
    andare a fondo del problema. Il transfert è perciò benefico per
    l'efficacia della cura, mentre il controtransfert va ridimensionato. Se il
    medico è consapevole del fatto che potrebbe affezionarsi (anche per una
    sorta di narcisismo, perché si sente ammirato e stimato dal paziente) deve
    stare attento a non farsi condizionare. Per evitare che avvenga il
    controtransfert è necessario che il medico si stato precedentemente
    psicoanalizzato (la cosiddetta analisi didattica). Freud, essendo il primo
    psicanalista, non poteva certo farsi psicanalizzare. Freud era però
    motivato da un forte desiderio di scoprire i meccanismi di funzionamento
    della psiche umana e quindi in questo modo si crea da solo l'autoconsapevolezza
    per il ridimensionamento del controtransfert. AL DI LÀ DEL PRINCIPIO DEL PIACERE Dalla pubblicazione di questa opera, nel
    1920, si notano dei cambiamenti del pensiero di Freud. Molti soldati tornati
    dalla trincea alla fine della prima guerra mondiale avevano incubi continui.
    Si trattava delle cosiddette nevrosi di guerra. Freud era ormai molto
    conosciuto, e gli viene perciò affidato il compito di analizzare le nevrosi
    di guerra e trova qualcosa che lo fa dubitare di quello che aveva fino ad
    ora pensato.Secondo Freud i comportamenti umani sono determinati sulla base del
    principio di piacere, che ci induce a cercare il piacere e evitare il
    dolore, consapevole e inconsapevole, principio che guida l'es, ma quando si
    forma l'io, seguono anche il principio di realtà: se un'azione ci provoca
    un piacere immediato, ma poi un dolore molto più grave in seguito, noi
    cerchiamo di evitarla. Prendiamo in considerazione i sogni di un nevrotico
    di guerra. Siccome il sogno è espressione di un desiderio, allora anche
    l'incubo potrebbe esprimere un desiderio, che sicuramente non era di
    rivivere la paura e l'angoscia che si provavano nel sogno. Esaminando i
    nevrotici di guerra Freud conclude che in molti casi non si riesce a trovare
    un motivo (un desiderio inconscio di qualcosa di piacevole) per sogni così
    ricorrenti. Non c'è un motivo per cui si sogna sempre la trincea a cui non
    sono collegati elementi positivi, ma c'è solo una coazione di ripetere il
    sogno che non dipende dal principio di piacere.
 Prova così a ribaltare la sua teoria: afferma che l'uomo è mosso da due
    principi:
 L'istinto vitale, eros o pulsione di vita: si manifesta nel principio
    di piacere e nel principio di realtà.
 La pulsione di morte: una pulsione ci fa tendere a tornare allo stato
    inorganico. È la tendenza a lasciarci andare, a non reagire. Freud vede
    questa pulsione come un limite per l'uomo, un'incapacità di soddisfare i
    desideri. Accettare o non accettare l'esistenza della pulsione di morte può
    essere vista come una scelta filosofica. Alcuni caratteri negativi dell'uomo
    (come l'aggressività) sono spiegabili come conseguenza della pulsione di
    morte e quindi sono considerati come una componente innata della natura
    umana. Freud sostiene che i mali della società derivano da questa pulsione.
    Chi invece la rifiuta tende a vedere come causa dell'aggressività la
    frustrazione dovuta ad un ambiente ostile o ai comportamenti delle altre
    persone. Es: nella psicologia americana non freudiana (da anni '50 a oggi)
    si è avuto un continuo dibattito sul tema dell'aggressività: sono stati
    fatti anche degli esperimenti per verificare se l'aumento di frustrazione
    portava all'aumento dell'aggressività. Il problema è se la frustrazione è
    una componente intrinseca dell'uomo o se è provocata dalla società. Chi
    sostiene la seconda opzione è convinto che creando una società migliore
    l'aggressività possa diminuire. Questo è un esempio di metapsicologia.
    Freud partendo da dati empirici (esperienza) ha modificato il suo modello
    antropologico. Queste questioni psicologiche hanno una forte rilevanza
    antropologica e filosofica.
 DISAGIO DELLA CIVILTÀ Viene scritto nel 1930. La società è
    fatta da leggi e regole che servono a imbrigliare le pulsioni. Perché la
    civiltà esista, la società deve contenere le nostre pulsioni. È vero che 
    il super-io causa delle nevrosi, però non bisogna pensare che se non ci
    fosse il super-io le cose andrebbero meglio, perché senza di esso non si
    avrebbe la civilizzazione. Il super-io ha anche la funzione di  contenere
    l'aggressività, la pulsione di morte intrinseca alla natura umana.
    L'infelicità provocata dalle nevrosi è un prezzo da pagare perché
    sussista la civiltà, perciò chi vede solo il lato negativo del super-io
    coglie solo un aspetto parziale della realtà. Se il super-io fosse meno
    forte e presente, l'uomo non sarebbe in grado di intrattenere rapporti
    sociali con le altre persone, perciò la civiltà collasserebbe.Per Freud il desiderio incestuoso è un desiderio inaccettabile per la
    società, ma è meglio la sua  sublimazione piuttosto che la rimozione. La
    psicoanalisi deve lenire i danni del super-io senza arrivare allo
    sradicamento di esso. Affinché venga ridotto il disagio sul singolo si
    interviene con la terapia, mentre a livello sociale si agevolano  tutti i
    meccanismi di sublimazione come l'arte, la cultura, l'impegno sociale (che rendeno meno drammatico il fatto di rimuovere
    le pulsioni).
 La sublimazione rende meno traumatico il fatto di rimuovere le pulsioni.
    Alcune pulsioni vanno sublimate in attività che coinvolgono la mente: è un
    modo sano per bloccare le tendenze antisociali dell'uomo (che sono
    l'aggressività derivata dalla pulsione di morte e le pulsioni libidiche che sono
    incompatibili con la società).
  
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