| Franco Manni 
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 Il dibattito sulla natura della filosofia 
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| Temi
    e Problemi   -                   
    argomento
    del Corso.
    è diffusa l'idea che esista la
    filosofia, varie espressioni del linguaggio comune lo testimoniano. Però su
    cosa essa sia c'è molta meno diffusa chiarezza tra i profani. È 
    una Visione del Mondo? è una Via di Salvezza per la vita? è una
    Tecnica Logica e Retorica? è un'Astrusa Erudizione? Tra gli specialisti
    della filosofia non c'è - invece -  mancanza
    di chiarezza, nel senso che ciascun filosofo ha chiaro cosa per lui sia la
    natura e il compito della filosofia; però c'è grande molteplicità di
    convinzioni: non tutti la pensano allo stesso modo! C'è (da millenni e
    ancora oggi) un dibattito! -                   
    alcune
    definizioni di filosofia
    prese da classici del pensiero filosofico. Voi corsisti provate a leggerle e
    a stilare una classifica tra esse, in base alla vostra attuale opinione su
    “cosa è” la filosofia. -                   
    la
    conoscenza scientifica.
    Essa si diversifica secondo i tempi e secondo i settori di studio. Una delle
    sue caratteristiche è la specializzazione
    (si insegnano le “scienze” e non la “scienza”),
    e in essa risiede la sua potenza assieme alla sua esotericità . Per quanto
    cresca l'istruzione media in una società ed esistano buone agenzie di
    divulgazione scientifica, questa conoscenza rimane quella dell'Esperto: la
    persona “profana” difficilmente discute gli asserti del fisico e del
    biologo, ma anche quelli dell'economista, del costituzionalista e dello
    psicologo. Li prende come verità su cui non potere dire la propria. Questo
    ostacolo alla discussione deriva della non comprensione che qualsiasi
    scienza è prodotta non solo dalla mole delle nozioni empiriche particolari,
    ma anche dai suoi presupposti teorici
    che sono cambiati molto e continuamente proprio a causa di discussioni, e
    che impostano la ricerca dei particolari empirici e ne danno il senso. -                   
    la
    conoscenza del “senso comune”.
    Questo varia secondo le aree nazionali e secondo i tempi, però esiste. Tra
    le sue caratteristiche: la socialità e la dogmaticità. Esso si esprime
    esplicitamente con le leggi, coi  “luoghi
    comuni” e coi proverbi, e implicitamente coi comportamenti socialmente
    diffusi che sono, sì, abitudini di azione, ma derivanti da idee o meglio
    “ideologie” (sistemi di idee) presupposti all'azione e, di solito,
    inconsapevoli. Un filosofo come Socrate è simbolo di una funzione della
    filosofia: la “critica” (messa in discussione) del senso comune. 
    Discutere non significa per forza confutare, e la filosofia può
    confutare, può analizzare e può anche giustificare un luogo comune.
    Facciamo tre esempi: 1) “il mondo era migliore Una Volta”; 2) “tutto
    è relativo”; 3) “il mondo è bello perchè è vario” . è una delle
    sfide della filosofia: Benedetto Croce diceva che il “Non-filosofo” (il
    portatore del senso comune) è il “figlio del Filosofo”, nel senso che,
    se una filosofia è valida, essa si deposita nel senso comune come una delle
    sue varie componenti. -                   
    la
    conoscenza religiosa. Essa ha in comune con la filosofia molti temi
    (l'origine dell'universo, i vizi e le virtù, lo scopo della vita umana
    ossia la ricerca della felicità, l'organizzazione della società,
    l'esistenza e la natura di Dio), e per questo a volte viene confusa con
    essa: Budda era un profeta o un filosofo? E il “teologo” che parla di
    bioetica al talk show televisivo in che senso si distingue da un
    “filosofo” che fosse stato invitato dal conduttore 
    lui al posto suo?  Eppure
    ha un metodo diverso perchè si basa non sulla diretta esperienza e sulla
    logica, ma sulla “fede” e cioè su una delega dell'esperienza a qualcun
    altro, e cioè il profeta che rivela la verità religiosa e la comunità dei
    credenti che la tramanda.  -                   
    la
    conoscenza artistico-letteraria.
    Assieme alla religione è una dei modelli più popolari di conoscenza:
    Shakespeare, Manzoni, Omero, Dante, Leonardo da Vinci, Picasso, Simon e
    Garfunkel, Giuseppe Verdi sono certo “maestri” riconosciuti dal 
    popolo più di quanto lo siano Platone, Cartesio o Kant. Essa ha la
    potenza della immagine sensibile (Amleto dubbioso, Ulisse e i Proci,
    Guernica distrutta, il sorriso della Gioconda, Don Abbondio e i Bravi, i
    gironi infernali, la passeggiata notturna nel silenzio), e funziona come
    “esempio” (di personalità morali, di scenari di azione, di paesaggi, di
    sentimenti): la propria esperienza viene interpretata anche nel confronto
    con l'esempio. -                   
    Il
    percorso storico:
    sin dagli inizi della storia della filosofia, e cioè nell'Antichità greca,
    il ruolo della filosofia è stato praticato e anche teorizzato in maniere
    differenti. I Fisici presocratici hanno voluto spiegare soprattutto i
    fenomeni naturali, Socrate e i Sofisti criticare le convenzioni morali della
    loro epoca, Platone indicare le vie di conoscenza per organizzare uno Stato
    ideale e per sperare nell'immortalità, Aristotele sistemare tra di loro
    tutte le scienze, Stoici ed Epicurei dare una guida per la vita quotidiana,
    i Neoplatonici speculare su Dio. E poi via via nelle epoche successive fino
    ad oggi...Anche oggi convivono filosofi che pensano la filosofia come
    Analisi del Linguaggio, con chi la pensa Speculazione sull'Essere, con chi
    la pensa Messaggio Esistenziale, con chi la pensa Metodologia delle Scienze
    Naturali, con chi la pensa Utopia Politica... -                   
    piano
    del Corso.
    Dopo alcune lezioni di storia della filosofia, affronterò i confronti tra
    la conoscenza filosofica e le altre quattro conoscenze sopra delineate.     Alcune
    definizioni di “filosofia”   È
    a causa del sentimento della meraviglia che gli uomini ora, come al
    principio, cominciano a filosofare. [Aristotele,
    IV sec. a. C.]   Se
    si deve filosofare, si deve filosofare e se non si deve filosofare, si deve
    filosofare; in ogni caso dunque si deve filosofare. Se infatti la filosofia
    esiste, siamo certamente tenuti a filosofare, dal momento che essa esiste;
    se invece non esiste, anche in questo caso siamo tenuti a cercare come mai
    la filosofia non esiste, e cercando facciamo filosofia, dal momento che la
    ricerca è la causa e l'origine della filosofia.  [Aristotele,
    IV sec. a. C.]   Meneceo,
    mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità.
    A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro. Chi
    sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di
    essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è
    ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età. Ecco che
    da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la
    felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in
    virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani,
    irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire. Cerchiamo di
    conoscere allora le cose che fanno la felicità, perché quando essa c'è
    tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla. Pratica e medita le
    cose che ti ho sempre raccomandato: sono fondamentali per una vita felice.
    /.../ Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi
    fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca
    tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle
    cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi
    condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto
    questo, principio e bene supremo è l'intelligenza delle cose 
     [Epicuro,
    IV sec a. C.]   La
    filosofia non respinge né preferisce nessuno: splende a tutti. [Seneca,
    I sec. d. C.]     La
    superstizione mette il mondo intero in fiamme, la filosofia le spegne.  [Voltaire,
    XVIII sec.]   Non
    c'è da attendersi che i re filosofeggino o che i filosofi diventino re, e
    neppure è da desiderarlo, perché il possesso della forza corrompe il
    libero giudizio della ragione. Ma che un re o un popolo sovrano non lascino
    ridurre al silenzio la classe dei filosofi, ma la lascino pubblicamente
    parlare, è indispensabile agli uni e agli altri per avere luce sui loro
    affari.  [Immanuel Kant, XVIII sec.]   La
    filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero.  [Georg
    Wilhelm Friedrich Hegel, XIX sec.]     Che
    cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare alcuna domanda nel cuore [Arthur
    Schopenauer, XIX sec.] 
 [Karl
    Popper, 1902-1994]     Cos'è
    la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di
    meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica:
    è la risposta a un atto di meraviglia. [Umberto
    Eco, nostro contemporaneo]     Profilo
    storico:l'Età Antica    -                    
    dal Mithos
    al Logos: il naturalismo dei
    Presocratici e la polemica contro i “poeti teologi”. Quale
    collegamento con il nostro vissuto?  i
    tre racconti mitici su origine dell'universo 
    in Kereny  pp. 21-24 ;
    Berti sulla meraviglia pp. V, VI, IX, X …; Berti pp. 76-77 su filosofi
    contro teologi e poeti...; letture di Presocratici da Gianotti pp. 40-42,
    146, 147, Cambiano pp. 125, 128, 129, Eraclito pp. 9, 11, 21, 33, 37, 39,
    41, 43....esercizio ai corsisti: immaginate un mito della nostra epoca di
    tipo religioso e/o politico e come potremmo polemizzare come facevano
    Eraclito, Senofane, Anassagora ecc. -                    
    nei
    Sofisti (Gorgia, Protagora, Ippia, Prodico di Ceo) la filosofia è intesa
    come “retorica” e cioè scienza della persuasione efficace di una
    “credenza” e non di una “scienza”......Gorgia
    pp. 157-161 … il sofista Callicle nel Gorgia
    di dice che essa va bene per i ragazzi (per abituare dunque a “persuadere
    credenze” nelle cose più importanti come il bene della persona e della
    comunità (non quelle speciali come le altre scienze) … ma poi quando i
    ragazzi crescono al filosofia diventa ridicola perchè questa funzione è
    molto meglio svolta dalla retorica dei politici ...ecco perchè la filosofia
    deve esser retorica: Paolinelli  Le ragioni del filosofare pp. 35-39   quasi che ai ragazzi si potesse contrabbandare la
    ricerca del Vero come se fosse la ricerca della persuasione (del successo,
    l'unica cosa seria) mentre agli uomini cresciuti no...dunque – conseguenza
    logica – anche ai ragazzi già si potrebbe insegnare solo la ricerca della
    persuasione (del successo)  -                    
    Socrate e
    la filosofia come “critica dei luoghi comuni”: Egli come
    “tafano” o “torpedine” degli Ateniesi. Queste critiche sono
    “paradossi”, per es. : “sapiente è chi sa di non sapere”,
    “nessuno fa il male volontariamente”,   “per conoscere sé stesso bisogna interrogare gli
    altri”, “è più fortunato chi subisce un'ingiustizia rispetto a colui
    che la fa”, “insegnare non è trasmettere idee, ma farle
    partorire”.Quale collegamento con il nostro vissuto? Cfr.
    dialoghi socratici : “sapiente è chi sa di non sapere” (Apologia
    pp.43-44), “insegnare non è trasmettere idee ma farle partire” (Teeteto),
    “nessuno fa il male volontariamente” (Protagora 
    p. 135) “è meglio subire l'ingiustizia piuttosto che farla” (Gorgia),
    “per conoscere sé stesso bisogna interrogare gli altri”; esercizio ai
    corsisti: immaginate un luogo della vostra vita analogo ai ginnasi 
    di Socrate e pensate a come una persona (voi o altri) possa svolgere
    il ruolo socratico -                    
    il
    pessimismo  politico ed
    esistenziale di Platone e la ricerca di un Aldilà metafisico e di
    un'Utopia politica. Quale collegamento con il nostro vissuto?
    Il Fedone (per l'al di là –
    vedi berti 142, 316) e la Repubblica
    (utopia) di Platone e il Simposio
    per il pessimismo sull'amore....; .... esempi attuali: a) per al di là: extraterrestri new age e i corpi spirituali di
    ispirazione orientale, certi vissuti di anziani delusi e l'idea che la vita
    è finita e che devono solo ricongiungersi coi cari defunti, certi giovani
    che con le tendenze suicidarie immaginano che la propria presunta
    “purezza” sia salvata dal “mondo crudele” che non li capisce;
    b) per l'utopia la  rivoluzione
    marxista e quella fascista e berlusconiana  -                    
    la visione
    di una società complessa da parte di Aristotele e la ricerca di una Completa
    Sistemazione di tutti i tipi di conoscenza. Quale collegamento con il
    nostro vissuto? Paolinelli 
    Le ragioni del filosofare (p. 41): non bastano le conoscenze
    speciali slegate tra di loro; ecco che bisogna veder che le varie conoscenze
    sono finalizzate alla felicità e allora è necessaria una conoscenza rectrix che le ordini, la sapienza (117), questa sapienza è dunque
    architettonica ed è “la saggezza dell'uomo” nel senso che per quegli
    animali che siamo noi nella società complessa che abbiamo costruito con le
    nostre scienze e tecniche è saggio conoscere i principi delle scienze e il
    loro ordine e connessione (125)... Berti , In
    principio era la meraviglia : d'altra parte la sapienza superiore alla
    saggezza (273), che tipo di vita contemplativa ? Non quella del monaco ma
    quella dello scienziato (284), l'ozio è legato alle leggi che lo permettono
    (286): gli anni sessanta e l'innalzamento dell'obbligo scolastico, la
    licealizzazione di tale obbligo....esempio culturale: nel XX secolo 
    Freud ha seguito questo modello aristotelico di filosofia trattando: 
    la medicina, la storia dell'arte, la antropologia preistorica, la
    religione, la biologia evoluzionistica, la sociologia della massa.... Un
    esempio dal mio vissuto: il fumo: biologia
    e cancro, psicologia e modelli
    imitativi e gestualità,diritto e
    sociologia e le diverse norme nei
    paesi esteri, etica e la teoria
    della saggezze come scelta tra azioni individuali né tutto così né tutto
    cosà, fisica e la volumetria dei
    locali, chimica e le percentuali
    di nicotina e catrame nella extralight, storia
    e sociologia e le mode e i luoghi
    comuni di adesso, ancora etica e
    la non sottomissione agli altri altra faccia della medaglia del non
    sottomettere gli altri... la filosofia (amicizia della sapienza) ordina le scienze verso il
    sommo bene: risultato: se, cosa , quando, come perchè fumare -                    
     posizione
    comune in  Socrate , Platone e
    Aristotele: per quanto con differenze tra di loro, essi si oppongono ai
    Sofisti: la filosofia non è persuasione ai fini del potere né gioco
    intellettuale ai fini della formazione delle mente o del piacere , ma è
    essa stessa (la sapienza) l'atto della vita felice...non ha fine pratico
    perchè essa è il fine Paolinelli
    , Le  
    ragioni del filosofare -                    
    il
    dovere di vigilare e lavorare nel qui e nell'ora
    dello Stoicismo. Quale collegamento con il nostro vissuto?
    Marco Aurelio...  -                    
    la
    ricerca della “serenità”
    (atarassia): riconoscere la nostra
    umile natura di esseri bisognosi nella individuazione dei piaceri minimi e
    delle paure da ottenersi e delle paure massime di cui sbarazzarsi
    nell'Epicureismo. Quale collegamento con il nostro vissuto? 
    Epicuro
    Lettera a Meneceo... esercizio ai corsisti: cercate di compilare un
    “tetrafarmaco” adatto agli uomini di oggi -                    
    la ricerca
    della “serenità” e  lo
    “intellettualismo anti-intellettualistico” 
    dello Scetticismo: la decisione di sospendere il giudizio sulle
    teorie degli scienziati e dei filosofi, nel mentre si seguono gli usi e
    costumi prevalenti nella propria società. Quale collegamento con il nostro
    vissuto?  Cfr.
    lo scettico  Sesto Empirico e la sezione Accademica di Sulla natura degli Dei di Cicerone... -                    
    la ricerca
    della “illuminazione” della gnosi del Neoplatonismo. 
    Quale collegamento con il nostro vissuto? parti
    su Plotino nel  Berti , capitoli
    sugli Dei e su Immortalità e su Essere         Profilo
    storico: Medio Evo, Età Moderna, Età Contemporanea     -                    
    filosofia
    come giustificazione della fede religiosa: Agostino
    d'Ippona (V sec. d. C.), Tommaso d'Aquino (XIII sec.) , Henri De Lubac (XX
    sec.)..
    Paolinelli, 
    Le ragioni del filosofare ....e Summa
    di Tommaso e Mistero di De Lubac come esempi della ragione che giustifica a
    posteriori la fede... -                    
    filosofia
    come racconto storico: il “sistema delle idee” è la “storia delle
    idee”  :
    Bernardo di Chartres (XII sec.), Georg W. F. Hegel (1770-1831), Benedetto
    Croce (1866-1952), Robin G. Collingwood (1889-1943) 1)
    il pensatore pensa come “nano sulle spalle dei giganti” (Gilson ad
    locum di Bertrando di Chartres) 2) Hegel : il sistema delle idee è la
    storia del pensiero della umanità e l'individuo per imparare tale sistema
    non deve pensare in astratto ma ripercorre gli snodi e problemi realmente
    presentatisi nella storia  (storia
    della filosofia pp. 56-64 , e poi
    Enciclopedia p . 21, poi Filosofia
    della storia pp. 14-16);   3)
    la filosofia è metodologia della storia: pagine segnate di Teoria
    e storia di Croce...e poi magari la teoria del giudizio storico nella Logica
    (vedi pagine segnate) … e 54-55 di Collingwood..... il modello concreto
    anche qui è Freud nella psicanalisi..e qui potrei affrontare quel tipo di
    pensiero che è la psicanalisi. In quale maniera si differenziano
    psicanalisi e filosofia?... alla stessa maniera in cui lo fanno storia e
    filosofia: facciamo un esempio storico: la prima rivoluzione inglese, o
    anche la resistenza partigiana italiana.... facciamo un esempio
    psicanalitico: la cosiddetta depressione... o anche un rapporto
    interpersonale conflittuale... -                    
    filosofia
    come metodologia delle scienze naturali:
    Renée
    Descartes (1596-1650), Moritz Schlick (1882-1936), Rudolf Carnap
    (1891-1970), Karl R. Popper (1902-1994) 1)
    Descartes e Popper hanno pensato alle scienze naturali come
    modello di metodo per
    le altre conoscenze, ma Descartes lo ha idealizzato perchè non ne conosceva
    la storia, mentre Popper, che la conosceva, no!   
    2) Carnap e Schlick (pagine 69-70) hanno pensato alle scienze
    naturali come l'unico pensiero e la filosofia il loro metodo...  -                   
    filosofia
    come critica e riforma della società:
    Voltaire (1694-1778), Karl Marx (1818-1883) -                   
    filosofia
    come creazione di mito:
    Friedrich Nietzsche (1844-1900), Alfred Rosenberg (1893-1946), Herbert
    Marcuse (1898-1979)             La
    distinzione tra il sapere della filosofia e il sapere delle altre scienze   -                   
    Scienza
    e scienze. La filosofia come una particolare scienza. Scienze naturali e
    scienze umane: il privilegio delle prime è dovuto a varie cause: 1) la
    diversa complessità e dunque la pretesa della quasi-universalità, 2) il
    tipo di civiltà post-medievale assai più interessato alla natura
    extra-umana, 3) l'interferenza delle passioni negli “oggetti umani” -                   
    l'uomo
    non ha intuizione astrattiva delle essenze specifiche, per es. “l'esser
    rosso” (Galilei: “il tentar le essenze lo do per impossibile”), mentre
    la ha delle essenze universali , per es. “essere” in CME ( Paolinelli, Contro
    il Monismo epistemologico) p. 97...brano di Galilei in CME pp. 250-1....
    Questo  significa che ciò che possiamo conoscere dei corpi sono i rapporti
    quantitativi con altri corpi, gli oggetti naturali sono definiti non da
    qualità caratteristiche ma da rapporti in CME p. 143 -                   
    Leibniz
    (1646-1716) distinse due tipi di conoscenza, quello filosofico e quello
    scientifico. La filosofia riguarda gli aspetti universali cioè
    presenti in ogni ente (per es. essere, divenire, identità, 
    forma, materia, sostanza, causa, intelligibilità, appetibilità), le
    scienze riguardano gli aspetti particolari 
    cioè  propri solo di alcuni
    enti CME p. 154, p. 166  -                   
    Cosa
    significa “particolari” (non individuali) ? Cosa significa
    “universali” (non generali) ? Il passaggio dal “come” al “perchè”.
    Cfr EdF (Sofia Vanni Rovighi, Elementi di Filosofia) pp. 28-29 -                   
    Fu
    la confusione tra scienza aristotelica e filosofia aristotelica a screditare
    la seconda quando (XVI-XVIII sec.) fu screditata la prima CME p. 155 EdF p.
    33 -                   
    Leibniz
     e la Teoria Ilemorfica di Aristotele come esempio di teoria
    filosofica che permette meglio di un'altra, e cioè l'Atomismo Meccanicista,
    di sviluppare le scienze naturali o, come ancora premeva a Leibniz,
    “elevare lo spirito alla conoscenza delle nature incorporee e delle
    meraviglie di Dio”  CME p
    152-153 . Cosa che cercò di fare Leibniz stesso nella sua Monadologia:
    mostrare come la causa del fatto che conosciamo i particolari solo nelle
    loro relazioni sia dovuto a un “essere-come-relazione” in cui la
    conoscenza dell'altro-da-noi (il suo diverso ruolo nella “armonia
    prestabilita”) è possibile solo nella relazione con esso,
    “assediandolo” induttivamente (come fanno sia le scienze naturali sia le
    scienza umane, in un “assedio” mai esaustivo, in una ricerca infinita) 
    mentre ciò che ci accomuna (il fatto che qualsiasi ente ha un ruolo
    nella armonia prestabilita) è conosciuto immediatamente. -                   
    la
    distinzione tra filosofia e scienze è necessaria, altrimenti esse si
    potrebbero “intralciare”. Come si vede in alcuni libri di divulgazione
    scientifica in cui c'è una varia mescolanza tra scienza autentica e falsa
    filosofia EdF p. 29, p. 134 …. Si potrebbe 
    fare l'esempio di tanti manuali di biologia evoluzionistica, e
    arrivare a dire che la distinzione serve a impedire che agiscano le false
    filosofie, se si hanno  in mente
    quelle vere, o,  detto con altre
    parole,  che mentre si studiano
    i particolari , il nostro insopprimibile anelito verso una 
    “visione del mondo” ci fuorvii proprio nella consultazione
    induttiva (nella relazione) coi particolari -                   
    Robin
    G. Collingwood (1889-1943) e la “non falsificabilità” dei presupposti
    filosofici, che sono però da descriversi, da rendere consapevoli. Essi
    hanno una funzione positiva (e non solo negativa, come in quanto detto
    prima): di guidare le linee di ricerca scientifiche. E il loro studio - la
    filosofia -  aiuta gli
    scienziati nel renderli consapevoli di presupposti che magari accettano fino
    a che sono inconsapevoli, ma potrebbero rifiutare  quando ne diventassero consapevoli  (An Essay on Metaphysics, pp. 54-55 -                   
    Karl
    R. Popper (1992-1994) e la “valutazione critica” delle filosofie (anche
    se non “falsificabilità”) -                   
    Come
    esempio, vediamo  la fonte
    (non la distorsione) filosofica di alcune scienze : 1) biologia
    darwiniana (storicismo hegeliano), 2) psicologia freudiana (romanticismo),
    3) giurisprudenza costituzionale (giusnaturalismo e illuminismo)         Conclusioni
       -                   
    Percorso
    delle lezioni:
    1)
    presentazione del tema del corso e di due problemi connessi ad esso ( a.
    i vari tipi di sapere: quale quello filosofico? ; b. ma i filosofi la pensano in maniera spesso diversa tra loro,
    esempi di sentenze di filosofi famosi su cosa sia la filosofia); 2)
    la filosofia come ricerca di un principio primo, simile alla religione, ma
    diversa da essa perchè demitizzante, razionalistica 3)
    i Sofisti e la filosofia come arte del persuadere, influenzare, comandare;
    Socrate e la filosofia come critica dei luoghi comuni; 4)
    Platone  e la filosofia come fuga da questo mondo e scoperta di mondi
    nuovi ed alternativi sia per l'individuo sia per la collettività 5)
    Aristotele
    e la filosofia come approccio razionale a tutti gli ambiti della conoscenza,
    sia umani sia extra-umani (una specie di pre-freudismo; Agostino e la
    filosofia come giustificazione razionale di ciò che prima si creduto; 6)
    Agostino e il “crede
    ut intelligas et intellige ut credas
    7)
    Hegel: la filosofia come storia della filosofia; Croce: la filosofia come
    momento metodologico della storiografia;
    8)
    contro il monismo epistemologico: distinzione tra sapere filosofico e sapere
    scientifico; 9)
    stesso
    argomento; 10)
    conclusioni. -                   
    Un
    buon ingresso alla filosofia:
    il
    vostro!: si potrebbe commentare come i percorsi con cui sono arrivati i
    corsisti siano eterogenei... ci sia stato un passaparola di tipi diversi...
    come né l'aspetto narcisistico  né quello
    opportunistico abbiano contato; e
    questo favorisce lo scopo della filosofia!... -                   
    La
    pervasività delle idee filosofiche:
    parlo con un collega e vedo che lui preoccupato se nelle lezioni di Storia
    gli insegnanti parlino o no delle foibe... ah, la potenza delle idee e della
    cultura!, ma solo in senso profondo, veramente filosofico!... cioè quel
    collega, foibe o non foibe, aveva assunto delle idee di fondo circolanti nella società italiana presente su
    cosa sia la giustizia (essa dà ragione a chi nei fatti cioè visibilmente
    ha il potere al momento presente nell'ambiente dove tu vivi) e cosa sia la
    verità (essa qualcosa che legato da chi ha il potere ingiustamente, in un
    mondo invisibile -                   
    I
    mezzi della filosofia:
    per filosofare ci vogliono i due materiali 1)
    la
    vita (da scomporre in : A.
    osservazioni
    empiriche; B.
    reazioni
    sentimentali a tali osservazioni; C.
    pensiero
    analitico sui tali reazioni; D.
    pensiero
    pratico di saggezza) e  2)
    lo
    studio (cioè la cultura,
    cioè : A.
    altri
    pensieri pensati da
    altri e per altri , o per
    tutti, cioè le cosiddette teorie B.
    i
    fatti della vita e della storia nel senso di passato e cambiamento C.
    i
    fatti della storia nel senso di interrelazioni interpersonali e  collettive). Quel collega, secondo me, mancava di entrambi i
    mezzi della ricerca filosofica... -                   
    Filosofia
    come dialogo euristico.
    Cioè
    come dialogo volto a scoprire, imparare (in greco, “eurisko= scopro, imparo), visto che ci sono molte altre tipologie di
    dialogo o conversazione tra le persone: dialogo per passare il tempo; per
    divertirsi; per vincere e avere ragione in una discussione; per esibirsi ed
    essere ammirati; per adulare; per sedurre; per confermarsi reciprocamente di
    essere d'accordo e di esser quelli della parte giusta INVECE: perchè Socrate per conoscere sé stesso dialogava con gli
    altri? Per lui fare filosofia serviva ad agire utilmente nel 
    confronto con gli altri visto che tale confronto non si può
    accettare come scontato (la socializzazione ecc) né disprezzare come
    inutile (lo stoicismo ecc) : 1) esso serve a noi quando
    vediamo gli altri in situazioni moralmente negative, perchè ci aiuta a
    capire come tali situazioni se osserviamo realisticamente gli altri non
    portino alla felicità e dunque falsifica ipotesi sbagliate di condotta
    anche per noi; 2) esso serve a noi quando vediamo gli altri che adottano comportamenti e
    idee ai quali noi e cioè la dotazione dei nostri a priori ristretti,
    omogenei, prevedibili non avremmo pensato, ci indicano strade nuove (apriori
    cioè diversi, eterogenei, imprevedibili) e aperte al cammino verso la
    felicità e dunque falsificano gli apriori ristretti che negavano che quelle
    strade fossero pervie. -                   
    Filosofia
    come scienza dei principi,
    cioè dei concetti comuni alla base di ogni conoscenza: Socrate chiedeva “ti
    estì” cercava il concetto ma il suo trovarlo parzialmente e provvisoriamente
    gli faceva pensare di non sapere anche Platone e Aristotele cercavano il
    concetto, ma il loro trovarlo
    parzialmente e provvisoriamente faceva loro pensare di sapere Specificamente
    quanto emerso dalla distinzione scienze/filosofia e il problema della utilità (teoretica) dei trascendentali (Collingwood chiama la
    transcategorialità  della
    filosofia “overlapping
    concepts of philosophy”
    in Essay
    on Philosophical Method,
    1933)  -                   
    Filosofia
    come momento metodologico della storiografia
    (storiografia
    della mia vita singola, storiografia della mia comunità o nazione,
    storiografia dell'umanità. storiografia dell'universo). Ci sono cioè DUE
    livelli della filosofia: il primo quello che abbiano
    appena detto (filosofia come scienze dei principi cioè dei concetti
    transcategoriali che il senso comune di tutti gli uomini non può fare a
    meno di usare, e che la filosofia come particolare
    forma di conoscenza  indaga,
    critica, discute, esplicita, rende consapevoli); 
    il secondo livello una
    sintesi che io farei tra varie indicazioni di vari filosofi: a)
    il conosci te stesso di Socrate; b)
    la phronesis di Aristotele, c)
    l'esortazione al presente di Marco Aurelio; d) la diuturna autoanalisi di Freud; e) il problema storico nella storia come pensiero e come azione di
    Croce; f) tutta la vita risolvere
    problemi di Popper.     Bibliografia   -                   
    Agostino
    d'Ippona, L'utilità del credere,
    410 -                   
    Tommaso
    d'Aquino, Somma teologica, 1272 -                   
    Renée
    Descartes, Discorso sul metodo,
    1637 -                   
    Voltaire,
    Dizionario filosofico, 1764 -                   
    G.W.F.
    Hegel, Enciclopedia delle scienze
    filosofiche in compendio, 1817 -                   
    Karl
    Marx,  Per
    la critica dell'economia politica, 1859 -                   
    Friedrich
    Nietzsche, Così parlò Zarathustra,
    1885 -                   
    Benedetto
    Croce, Teoria e storia della
    storiografia, 1915 -                   
    Moritz
    Schlick, Teoria generale della
    conoscenza, 1918 -                   
    Rudolf
    Carnap, La struttura logica del mondo,
    1928 -                   
    Alfred
    Rosenberg, Il mito del XX secolo,
    1934 -                   
    Karl
    R. Popper, La logica della ricerca
    scientifica, 1934 -                   
    Robin
    G. Collingwood,  An Essay on Metaphysics, 1940 -                   
    Herbert
    Marcuse, Eros e civiltà, 1955 -                   
    Herbert
    Marcuse, L'uomo a una dimensione,
    1964 -                   
    Henri
    De Lubac, Il
    mistero del sovrannaturale,
    1965 -                   
    Robin
    G. Collingwood, Essay on metaphysic -                   
    Robin
    G. Collingwood, Essay on philosophical
    method -                   
    Benedetto
    Croce, Logica come scienza del
    concetto puro -                   
    Benedetto
    Croce, La storia come pensiero e come
    azione -                   
    Sigmund
    Freud , Analisi terminabile e
    interminabile -                   
    Marco
    Paolinelli, Le ragioni del filosofare -                   
    Sofia
    Vanni Rovighi, Elementi di filosofia
    vol. I -                   
    Robin
    G. Collingwood,  An
    Essay on Metaphysics, 1940 -                  
    Sofia
    Vanni Rovighi, Elementi di filosofia, La Scuola Editrice, Brescia,
    1962  EdF -                   
    Karl
    R. Popper, Congetture e confutazioni, 1963 -                  
    Marco
    Paolinelli, Contro il monismo epistemologico. Filosofia e scienza nel
    pensiero di Sofia Vanni Rovighi, Educatt, Milano, 2009 
    CME   
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