Franco Manni

 

 

Il dibattito sulla natura della filosofia

 

 

 

Temi e Problemi

 

-                    argomento del Corso. è diffusa l'idea che esista la filosofia, varie espressioni del linguaggio comune lo testimoniano. Però su cosa essa sia c'è molta meno diffusa chiarezza tra i profani. È  una Visione del Mondo? è una Via di Salvezza per la vita? è una Tecnica Logica e Retorica? è un'Astrusa Erudizione? Tra gli specialisti della filosofia non c'è - invece -  mancanza di chiarezza, nel senso che ciascun filosofo ha chiaro cosa per lui sia la natura e il compito della filosofia; però c'è grande molteplicità di convinzioni: non tutti la pensano allo stesso modo! C'è (da millenni e ancora oggi) un dibattito!

-                    alcune definizioni di filosofia prese da classici del pensiero filosofico. Voi corsisti provate a leggerle e a stilare una classifica tra esse, in base alla vostra attuale opinione su “cosa è” la filosofia.

-                    la conoscenza scientifica. Essa si diversifica secondo i tempi e secondo i settori di studio. Una delle sue caratteristiche è la specializzazione (si insegnano le “scienze” e non la “scienza”), e in essa risiede la sua potenza assieme alla sua esotericità . Per quanto cresca l'istruzione media in una società ed esistano buone agenzie di divulgazione scientifica, questa conoscenza rimane quella dell'Esperto: la persona “profana” difficilmente discute gli asserti del fisico e del biologo, ma anche quelli dell'economista, del costituzionalista e dello psicologo. Li prende come verità su cui non potere dire la propria. Questo ostacolo alla discussione deriva della non comprensione che qualsiasi scienza è prodotta non solo dalla mole delle nozioni empiriche particolari, ma anche dai suoi presupposti teorici che sono cambiati molto e continuamente proprio a causa di discussioni, e che impostano la ricerca dei particolari empirici e ne danno il senso.

-                    la conoscenza del “senso comune”. Questo varia secondo le aree nazionali e secondo i tempi, però esiste. Tra le sue caratteristiche: la socialità e la dogmaticità. Esso si esprime esplicitamente con le leggi, coi  “luoghi comuni” e coi proverbi, e implicitamente coi comportamenti socialmente diffusi che sono, sì, abitudini di azione, ma derivanti da idee o meglio “ideologie” (sistemi di idee) presupposti all'azione e, di solito, inconsapevoli. Un filosofo come Socrate è simbolo di una funzione della filosofia: la “critica” (messa in discussione) del senso comune.  Discutere non significa per forza confutare, e la filosofia può confutare, può analizzare e può anche giustificare un luogo comune. Facciamo tre esempi: 1) “il mondo era migliore Una Volta”; 2) “tutto è relativo”; 3) “il mondo è bello perchè è vario” . è una delle sfide della filosofia: Benedetto Croce diceva che il “Non-filosofo” (il portatore del senso comune) è il “figlio del Filosofo”, nel senso che, se una filosofia è valida, essa si deposita nel senso comune come una delle sue varie componenti.

-                    la conoscenza religiosa. Essa ha in comune con la filosofia molti temi (l'origine dell'universo, i vizi e le virtù, lo scopo della vita umana ossia la ricerca della felicità, l'organizzazione della società, l'esistenza e la natura di Dio), e per questo a volte viene confusa con essa: Budda era un profeta o un filosofo? E il “teologo” che parla di bioetica al talk show televisivo in che senso si distingue da un “filosofo” che fosse stato invitato dal conduttore  lui al posto suo?  Eppure ha un metodo diverso perchè si basa non sulla diretta esperienza e sulla logica, ma sulla “fede” e cioè su una delega dell'esperienza a qualcun altro, e cioè il profeta che rivela la verità religiosa e la comunità dei credenti che la tramanda.

-                    la conoscenza artistico-letteraria. Assieme alla religione è una dei modelli più popolari di conoscenza: Shakespeare, Manzoni, Omero, Dante, Leonardo da Vinci, Picasso, Simon e Garfunkel, Giuseppe Verdi sono certo “maestri” riconosciuti dal  popolo più di quanto lo siano Platone, Cartesio o Kant. Essa ha la potenza della immagine sensibile (Amleto dubbioso, Ulisse e i Proci, Guernica distrutta, il sorriso della Gioconda, Don Abbondio e i Bravi, i gironi infernali, la passeggiata notturna nel silenzio), e funziona come “esempio” (di personalità morali, di scenari di azione, di paesaggi, di sentimenti): la propria esperienza viene interpretata anche nel confronto con l'esempio.

-                    Il percorso storico: sin dagli inizi della storia della filosofia, e cioè nell'Antichità greca, il ruolo della filosofia è stato praticato e anche teorizzato in maniere differenti. I Fisici presocratici hanno voluto spiegare soprattutto i fenomeni naturali, Socrate e i Sofisti criticare le convenzioni morali della loro epoca, Platone indicare le vie di conoscenza per organizzare uno Stato ideale e per sperare nell'immortalità, Aristotele sistemare tra di loro tutte le scienze, Stoici ed Epicurei dare una guida per la vita quotidiana, i Neoplatonici speculare su Dio. E poi via via nelle epoche successive fino ad oggi...Anche oggi convivono filosofi che pensano la filosofia come Analisi del Linguaggio, con chi la pensa Speculazione sull'Essere, con chi la pensa Messaggio Esistenziale, con chi la pensa Metodologia delle Scienze Naturali, con chi la pensa Utopia Politica...

-                    piano del Corso. Dopo alcune lezioni di storia della filosofia, affronterò i confronti tra la conoscenza filosofica e le altre quattro conoscenze sopra delineate.

 

 

Alcune definizioni di “filosofia”

 

È a causa del sentimento della meraviglia che gli uomini ora, come al principio, cominciano a filosofare.

[Aristotele, IV sec. a. C.]

 

Se si deve filosofare, si deve filosofare e se non si deve filosofare, si deve filosofare; in ogni caso dunque si deve filosofare. Se infatti la filosofia esiste, siamo certamente tenuti a filosofare, dal momento che essa esiste; se invece non esiste, anche in questo caso siamo tenuti a cercare come mai la filosofia non esiste, e cercando facciamo filosofia, dal momento che la ricerca è la causa e l'origine della filosofia.

[Aristotele, IV sec. a. C.]

 

Meneceo, mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro. Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l'età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l'avvenire. Cerchiamo di conoscere allora le cose che fanno la felicità, perché quando essa c'è tutto abbiamo, altrimenti tutto facciamo per possederla. Pratica e medita le cose che ti ho sempre raccomandato: sono fondamentali per una vita felice. /.../ Perché non sono di per se stessi i banchetti, le feste, il godersi fanciulli e donne, i buoni pesci e tutto quanto può offrire una ricca tavola che fanno la dolcezza della vita felice, ma il lucido esame delle cause di ogni scelta o rifiuto, al fine di respingere i falsi condizionamenti che sono per l'animo causa di immensa sofferenza. Di tutto questo, principio e bene supremo è l'intelligenza delle cose 

[Epicuro, IV sec a. C.]

 

La filosofia non respinge né preferisce nessuno: splende a tutti.

[Seneca, I sec. d. C.]

 

 

La superstizione mette il mondo intero in fiamme, la filosofia le spegne.

[Voltaire, XVIII sec.]

 

Non c'è da attendersi che i re filosofeggino o che i filosofi diventino re, e neppure è da desiderarlo, perché il possesso della forza corrompe il libero giudizio della ragione. Ma che un re o un popolo sovrano non lascino ridurre al silenzio la classe dei filosofi, ma la lascino pubblicamente parlare, è indispensabile agli uni e agli altri per avere luce sui loro affari.

 [Immanuel Kant, XVIII sec.]

 

La filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero.

[Georg Wilhelm Friedrich Hegel, XIX sec.]

 

 

Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare alcuna domanda nel cuore

[Arthur Schopenauer, XIX sec.]



Credo che ci sia un solo argomento a difesa dell'esistenza della filosofia. È questo: lo sappiano o no, tutti gli uomini hanno una filosofia. Certo, può ben darsi che nessuna delle nostre filosofie valga un gran che, ma la loro influenza sui nostri pensieri e sulle nostre azioni è grande, e spesso incalcolabile.

[Karl Popper, 1902-1994]

 

 

Cos'è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia.

[Umberto Eco, nostro contemporaneo]

 

 

Profilo storico:l'Età Antica

 

-                     dal Mithos al Logos: il naturalismo dei Presocratici e la polemica contro i “poeti teologi”. Quale collegamento con il nostro vissuto?  i tre racconti mitici su origine dell'universo  in Kereny  pp. 21-24 ; Berti sulla meraviglia pp. V, VI, IX, X …; Berti pp. 76-77 su filosofi contro teologi e poeti...; letture di Presocratici da Gianotti pp. 40-42, 146, 147, Cambiano pp. 125, 128, 129, Eraclito pp. 9, 11, 21, 33, 37, 39, 41, 43....esercizio ai corsisti: immaginate un mito della nostra epoca di tipo religioso e/o politico e come potremmo polemizzare come facevano Eraclito, Senofane, Anassagora ecc.

-                     nei Sofisti (Gorgia, Protagora, Ippia, Prodico di Ceo) la filosofia è intesa come “retorica” e cioè scienza della persuasione efficace di una “credenza” e non di una “scienza”......Gorgia pp. 157-161 … il sofista Callicle nel Gorgia di dice che essa va bene per i ragazzi (per abituare dunque a “persuadere credenze” nelle cose più importanti come il bene della persona e della comunità (non quelle speciali come le altre scienze) … ma poi quando i ragazzi crescono al filosofia diventa ridicola perchè questa funzione è molto meglio svolta dalla retorica dei politici ...ecco perchè la filosofia deve esser retorica: Paolinelli  Le ragioni del filosofare pp. 35-39   quasi che ai ragazzi si potesse contrabbandare la ricerca del Vero come se fosse la ricerca della persuasione (del successo, l'unica cosa seria) mentre agli uomini cresciuti no...dunque – conseguenza logica – anche ai ragazzi già si potrebbe insegnare solo la ricerca della persuasione (del successo)

-                     Socrate e la filosofia come “critica dei luoghi comuni”: Egli come “tafano” o “torpedine” degli Ateniesi. Queste critiche sono “paradossi”, per es. : “sapiente è chi sa di non sapere”, “nessuno fa il male volontariamente”,   “per conoscere sé stesso bisogna interrogare gli altri”, “è più fortunato chi subisce un'ingiustizia rispetto a colui che la fa”, “insegnare non è trasmettere idee, ma farle partorire”.Quale collegamento con il nostro vissuto? Cfr. dialoghi socratici : “sapiente è chi sa di non sapere” (Apologia pp.43-44), “insegnare non è trasmettere idee ma farle partire” (Teeteto), “nessuno fa il male volontariamente” (Protagora  p. 135) “è meglio subire l'ingiustizia piuttosto che farla” (Gorgia), “per conoscere sé stesso bisogna interrogare gli altri”; esercizio ai corsisti: immaginate un luogo della vostra vita analogo ai ginnasi  di Socrate e pensate a come una persona (voi o altri) possa svolgere il ruolo socratico

-                     il pessimismo  politico ed esistenziale di Platone e la ricerca di un Aldilà metafisico e di un'Utopia politica. Quale collegamento con il nostro vissuto? Il Fedone (per l'al di là – vedi berti 142, 316) e la Repubblica (utopia) di Platone e il Simposio per il pessimismo sull'amore....; .... esempi attuali: a) per al di là: extraterrestri new age e i corpi spirituali di ispirazione orientale, certi vissuti di anziani delusi e l'idea che la vita è finita e che devono solo ricongiungersi coi cari defunti, certi giovani che con le tendenze suicidarie immaginano che la propria presunta “purezza” sia salvata dal “mondo crudele” che non li capisce; b) per l'utopia la  rivoluzione marxista e quella fascista e berlusconiana

-                     la visione di una società complessa da parte di Aristotele e la ricerca di una Completa Sistemazione di tutti i tipi di conoscenza. Quale collegamento con il nostro vissuto? Paolinelli  Le ragioni del filosofare (p. 41): non bastano le conoscenze speciali slegate tra di loro; ecco che bisogna veder che le varie conoscenze sono finalizzate alla felicità e allora è necessaria una conoscenza rectrix che le ordini, la sapienza (117), questa sapienza è dunque architettonica ed è “la saggezza dell'uomo” nel senso che per quegli animali che siamo noi nella società complessa che abbiamo costruito con le nostre scienze e tecniche è saggio conoscere i principi delle scienze e il loro ordine e connessione (125)... Berti , In principio era la meraviglia : d'altra parte la sapienza superiore alla saggezza (273), che tipo di vita contemplativa ? Non quella del monaco ma quella dello scienziato (284), l'ozio è legato alle leggi che lo permettono (286): gli anni sessanta e l'innalzamento dell'obbligo scolastico, la licealizzazione di tale obbligo....esempio culturale: nel XX secolo  Freud ha seguito questo modello aristotelico di filosofia trattando:  la medicina, la storia dell'arte, la antropologia preistorica, la religione, la biologia evoluzionistica, la sociologia della massa.... Un esempio dal mio vissuto: il fumo: biologia e cancro, psicologia e modelli imitativi e gestualità,diritto e sociologia e le diverse norme nei paesi esteri, etica e la teoria della saggezze come scelta tra azioni individuali né tutto così né tutto cosà, fisica e la volumetria dei locali, chimica e le percentuali di nicotina e catrame nella extralight, storia e sociologia e le mode e i luoghi comuni di adesso, ancora etica e la non sottomissione agli altri altra faccia della medaglia del non sottomettere gli altri... la filosofia (amicizia della sapienza) ordina le scienze verso il sommo bene: risultato: se, cosa , quando, come perchè fumare

-                      posizione comune in  Socrate , Platone e Aristotele: per quanto con differenze tra di loro, essi si oppongono ai Sofisti: la filosofia non è persuasione ai fini del potere né gioco intellettuale ai fini della formazione delle mente o del piacere , ma è essa stessa (la sapienza) l'atto della vita felice...non ha fine pratico perchè essa è il fine Paolinelli , Le   ragioni del filosofare

-                     il dovere di vigilare e lavorare nel qui e nell'ora dello Stoicismo. Quale collegamento con il nostro vissuto? Marco Aurelio...

-                     la ricerca della “serenità” (atarassia): riconoscere la nostra umile natura di esseri bisognosi nella individuazione dei piaceri minimi e delle paure da ottenersi e delle paure massime di cui sbarazzarsi nell'Epicureismo. Quale collegamento con il nostro vissuto?  Epicuro Lettera a Meneceo... esercizio ai corsisti: cercate di compilare un “tetrafarmaco” adatto agli uomini di oggi

-                     la ricerca della “serenità” e  lo “intellettualismo anti-intellettualistico”  dello Scetticismo: la decisione di sospendere il giudizio sulle teorie degli scienziati e dei filosofi, nel mentre si seguono gli usi e costumi prevalenti nella propria società. Quale collegamento con il nostro vissuto?  Cfr. lo scettico  Sesto Empirico e la sezione Accademica di Sulla natura degli Dei di Cicerone...

-                     la ricerca della “illuminazione” della gnosi del Neoplatonismo.  Quale collegamento con il nostro vissuto? parti su Plotino nel  Berti , capitoli sugli Dei e su Immortalità e su Essere

 

 

 

 

Profilo storico: Medio Evo, Età Moderna, Età Contemporanea

 

 

-                     filosofia come giustificazione della fede religiosa: Agostino d'Ippona (V sec. d. C.), Tommaso d'Aquino (XIII sec.) , Henri De Lubac (XX sec.).. Paolinelli,  Le ragioni del filosofare ....e Summa di Tommaso e Mistero di De Lubac come esempi della ragione che giustifica a posteriori la fede...

-                     filosofia come racconto storico: il “sistema delle idee” è la “storia delle idee”  : Bernardo di Chartres (XII sec.), Georg W. F. Hegel (1770-1831), Benedetto Croce (1866-1952), Robin G. Collingwood (1889-1943) 1) il pensatore pensa come “nano sulle spalle dei giganti” (Gilson ad locum di Bertrando di Chartres) 2) Hegel : il sistema delle idee è la storia del pensiero della umanità e l'individuo per imparare tale sistema non deve pensare in astratto ma ripercorre gli snodi e problemi realmente presentatisi nella storia  (storia della filosofia pp. 56-64 , e poi Enciclopedia p . 21, poi Filosofia della storia pp. 14-16);   3) la filosofia è metodologia della storia: pagine segnate di Teoria e storia di Croce...e poi magari la teoria del giudizio storico nella Logica (vedi pagine segnate) … e 54-55 di Collingwood..... il modello concreto anche qui è Freud nella psicanalisi..e qui potrei affrontare quel tipo di pensiero che è la psicanalisi. In quale maniera si differenziano psicanalisi e filosofia?... alla stessa maniera in cui lo fanno storia e filosofia: facciamo un esempio storico: la prima rivoluzione inglese, o anche la resistenza partigiana italiana.... facciamo un esempio psicanalitico: la cosiddetta depressione... o anche un rapporto interpersonale conflittuale...

-                     filosofia come metodologia delle scienze naturali: Renée Descartes (1596-1650), Moritz Schlick (1882-1936), Rudolf Carnap (1891-1970), Karl R. Popper (1902-1994) 1) Descartes e Popper hanno pensato alle scienze naturali come modello di metodo per le altre conoscenze, ma Descartes lo ha idealizzato perchè non ne conosceva la storia, mentre Popper, che la conosceva, no!    2) Carnap e Schlick (pagine 69-70) hanno pensato alle scienze naturali come l'unico pensiero e la filosofia il loro metodo...

-                    filosofia come critica e riforma della società: Voltaire (1694-1778), Karl Marx (1818-1883)

-                    filosofia come creazione di mito: Friedrich Nietzsche (1844-1900), Alfred Rosenberg (1893-1946), Herbert Marcuse (1898-1979)

 

 

 

 

 

 

La distinzione tra il sapere della filosofia e il sapere delle altre scienze

 

-                    Scienza e scienze. La filosofia come una particolare scienza. Scienze naturali e scienze umane: il privilegio delle prime è dovuto a varie cause: 1) la diversa complessità e dunque la pretesa della quasi-universalità, 2) il tipo di civiltà post-medievale assai più interessato alla natura extra-umana, 3) l'interferenza delle passioni negli “oggetti umani”

-                    l'uomo non ha intuizione astrattiva delle essenze specifiche, per es. “l'esser rosso” (Galilei: “il tentar le essenze lo do per impossibile”), mentre la ha delle essenze universali , per es. “essere” in CME ( Paolinelli, Contro il Monismo epistemologico) p. 97...brano di Galilei in CME pp. 250-1.... Questo  significa che ciò che possiamo conoscere dei corpi sono i rapporti quantitativi con altri corpi, gli oggetti naturali sono definiti non da qualità caratteristiche ma da rapporti in CME p. 143

-                    Leibniz (1646-1716) distinse due tipi di conoscenza, quello filosofico e quello scientifico. La filosofia riguarda gli aspetti universali cioè presenti in ogni ente (per es. essere, divenire, identità,  forma, materia, sostanza, causa, intelligibilità, appetibilità), le scienze riguardano gli aspetti particolari  cioè  propri solo di alcuni enti CME p. 154, p. 166

-                    Cosa significa “particolari” (non individuali) ? Cosa significa “universali” (non generali) ? Il passaggio dal “come” al “perchè”. Cfr EdF (Sofia Vanni Rovighi, Elementi di Filosofia) pp. 28-29

-                    Fu la confusione tra scienza aristotelica e filosofia aristotelica a screditare la seconda quando (XVI-XVIII sec.) fu screditata la prima CME p. 155 EdF p. 33

-                    Leibniz  e la Teoria Ilemorfica di Aristotele come esempio di teoria filosofica che permette meglio di un'altra, e cioè l'Atomismo Meccanicista, di sviluppare le scienze naturali o, come ancora premeva a Leibniz, “elevare lo spirito alla conoscenza delle nature incorporee e delle meraviglie di Dio”  CME p 152-153 . Cosa che cercò di fare Leibniz stesso nella sua Monadologia: mostrare come la causa del fatto che conosciamo i particolari solo nelle loro relazioni sia dovuto a un “essere-come-relazione” in cui la conoscenza dell'altro-da-noi (il suo diverso ruolo nella “armonia prestabilita”) è possibile solo nella relazione con esso, “assediandolo” induttivamente (come fanno sia le scienze naturali sia le scienza umane, in un “assedio” mai esaustivo, in una ricerca infinita)  mentre ciò che ci accomuna (il fatto che qualsiasi ente ha un ruolo nella armonia prestabilita) è conosciuto immediatamente.

-                    la distinzione tra filosofia e scienze è necessaria, altrimenti esse si potrebbero “intralciare”. Come si vede in alcuni libri di divulgazione scientifica in cui c'è una varia mescolanza tra scienza autentica e falsa filosofia EdF p. 29, p. 134 …. Si potrebbe  fare l'esempio di tanti manuali di biologia evoluzionistica, e arrivare a dire che la distinzione serve a impedire che agiscano le false filosofie, se si hanno  in mente quelle vere, o,  detto con altre parole,  che mentre si studiano i particolari , il nostro insopprimibile anelito verso una  “visione del mondo” ci fuorvii proprio nella consultazione induttiva (nella relazione) coi particolari

-                    Robin G. Collingwood (1889-1943) e la “non falsificabilità” dei presupposti filosofici, che sono però da descriversi, da rendere consapevoli. Essi hanno una funzione positiva (e non solo negativa, come in quanto detto prima): di guidare le linee di ricerca scientifiche. E il loro studio - la filosofia -  aiuta gli scienziati nel renderli consapevoli di presupposti che magari accettano fino a che sono inconsapevoli, ma potrebbero rifiutare  quando ne diventassero consapevoli  (An Essay on Metaphysics, pp. 54-55

-                    Karl R. Popper (1992-1994) e la “valutazione critica” delle filosofie (anche se non “falsificabilità”)

-                    Come esempio, vediamo  la fonte (non la distorsione) filosofica di alcune scienze : 1) biologia darwiniana (storicismo hegeliano), 2) psicologia freudiana (romanticismo), 3) giurisprudenza costituzionale (giusnaturalismo e illuminismo)

 

 

 

 

Conclusioni

 

-                    Percorso delle lezioni: 1) presentazione del tema del corso e di due problemi connessi ad esso ( a. i vari tipi di sapere: quale quello filosofico? ; b. ma i filosofi la pensano in maniera spesso diversa tra loro, esempi di sentenze di filosofi famosi su cosa sia la filosofia); 2) la filosofia come ricerca di un principio primo, simile alla religione, ma diversa da essa perchè demitizzante, razionalistica 3) i Sofisti e la filosofia come arte del persuadere, influenzare, comandare; Socrate e la filosofia come critica dei luoghi comuni; 4) Platone  e la filosofia come fuga da questo mondo e scoperta di mondi nuovi ed alternativi sia per l'individuo sia per la collettività 5) Aristotele e la filosofia come approccio razionale a tutti gli ambiti della conoscenza, sia umani sia extra-umani (una specie di pre-freudismo; Agostino e la filosofia come giustificazione razionale di ciò che prima si creduto; 6) Agostino e il “crede ut intelligas et intellige ut credas 7) Hegel: la filosofia come storia della filosofia; Croce: la filosofia come momento metodologico della storiografia; 8) contro il monismo epistemologico: distinzione tra sapere filosofico e sapere scientifico; 9) stesso argomento; 10) conclusioni.

-                    Un buon ingresso alla filosofia: il vostro!: si potrebbe commentare come i percorsi con cui sono arrivati i corsisti siano eterogenei... ci sia stato un passaparola di tipi diversi... come né l'aspetto narcisistico  né quello opportunistico abbiano contato; e questo favorisce lo scopo della filosofia!...

-                    La pervasività delle idee filosofiche: parlo con un collega e vedo che lui preoccupato se nelle lezioni di Storia gli insegnanti parlino o no delle foibe... ah, la potenza delle idee e della cultura!, ma solo in senso profondo, veramente filosofico!... cioè quel collega, foibe o non foibe, aveva assunto delle idee di fondo circolanti nella società italiana presente su cosa sia la giustizia (essa dà ragione a chi nei fatti cioè visibilmente ha il potere al momento presente nell'ambiente dove tu vivi) e cosa sia la verità (essa qualcosa che legato da chi ha il potere ingiustamente, in un mondo invisibile

-                    I mezzi della filosofia: per filosofare ci vogliono i due materiali 1) la vita (da scomporre in : A. osservazioni empiriche; B. reazioni sentimentali a tali osservazioni; C. pensiero analitico sui tali reazioni; D. pensiero pratico di saggezza) e  2) lo studio (cioè la cultura, cioè : A. altri pensieri pensati da altri e per altri , o per tutti, cioè le cosiddette teorie B. i fatti della vita e della storia nel senso di passato e cambiamento C. i fatti della storia nel senso di interrelazioni interpersonali e  collettive). Quel collega, secondo me, mancava di entrambi i mezzi della ricerca filosofica...

-                    Filosofia come dialogo euristico. Cioè come dialogo volto a scoprire, imparare (in greco, “eurisko= scopro, imparo), visto che ci sono molte altre tipologie di dialogo o conversazione tra le persone: dialogo per passare il tempo; per divertirsi; per vincere e avere ragione in una discussione; per esibirsi ed essere ammirati; per adulare; per sedurre; per confermarsi reciprocamente di essere d'accordo e di esser quelli della parte giusta INVECE: perchè Socrate per conoscere sé stesso dialogava con gli altri? Per lui fare filosofia serviva ad agire utilmente nel  confronto con gli altri visto che tale confronto non si può accettare come scontato (la socializzazione ecc) né disprezzare come inutile (lo stoicismo ecc) : 1) esso serve a noi quando vediamo gli altri in situazioni moralmente negative, perchè ci aiuta a capire come tali situazioni se osserviamo realisticamente gli altri non portino alla felicità e dunque falsifica ipotesi sbagliate di condotta anche per noi; 2) esso serve a noi quando vediamo gli altri che adottano comportamenti e idee ai quali noi e cioè la dotazione dei nostri a priori ristretti, omogenei, prevedibili non avremmo pensato, ci indicano strade nuove (apriori cioè diversi, eterogenei, imprevedibili) e aperte al cammino verso la felicità e dunque falsificano gli apriori ristretti che negavano che quelle strade fossero pervie.
In entrambi i casi il confronto con gli altri ci serve come in generale serve la filosofia non per dirci cosa fare, ma dirci cosa non fare: nel primo caso ci dice di non comportarci come gli altri, nel secondo caso ci dice di non mantenere (solamente) gli apriori ristretti e asfittici che avevamo. Cerchiamo alcuni esempi sia di questi due casi buoni (confronto ammonitore confronto liberatore sia dei due casi cattivi (il non confronto con gli altri della autarchia stoica, e  il confronto devastante con gli altri della socializzazione malintesa)  per concretizzare il concetto...
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-                    Filosofia come scienza dei principi, cioè dei concetti comuni alla base di ogni conoscenza: Socrate chiedeva “ti estì” cercava il concetto ma il suo trovarlo parzialmente e provvisoriamente gli faceva pensare di non sapere anche Platone e Aristotele cercavano il concetto, ma il loro trovarlo parzialmente e provvisoriamente faceva loro pensare di sapere Specificamente quanto emerso dalla distinzione scienze/filosofia e il problema della utilità (teoretica) dei trascendentali (Collingwood chiama la transcategorialità  della filosofia “overlapping concepts of philosophy” in Essay on Philosophical Method, 1933)

-                    Filosofia come momento metodologico della storiografia (storiografia della mia vita singola, storiografia della mia comunità o nazione, storiografia dell'umanità. storiografia dell'universo). Ci sono cioè DUE livelli della filosofia: il primo quello che abbiano appena detto (filosofia come scienze dei principi cioè dei concetti transcategoriali che il senso comune di tutti gli uomini non può fare a meno di usare, e che la filosofia come particolare forma di conoscenza  indaga, critica, discute, esplicita, rende consapevoli);  il secondo livello una sintesi che io farei tra varie indicazioni di vari filosofi: a) il conosci te stesso di Socrate; b) la phronesis di Aristotele, c) l'esortazione al presente di Marco Aurelio; d) la diuturna autoanalisi di Freud; e) il problema storico nella storia come pensiero e come azione di Croce; f) tutta la vita risolvere problemi di Popper.

 

 

Bibliografia

 

-                    Agostino d'Ippona, L'utilità del credere, 410

-                    Tommaso d'Aquino, Somma teologica, 1272

-                    Renée Descartes, Discorso sul metodo, 1637

-                    Voltaire, Dizionario filosofico, 1764

-                    G.W.F. Hegel, Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, 1817

-                    Karl Marx,  Per la critica dell'economia politica, 1859

-                    Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, 1885

-                    Benedetto Croce, Teoria e storia della storiografia, 1915

-                    Moritz Schlick, Teoria generale della conoscenza, 1918

-                    Rudolf Carnap, La struttura logica del mondo, 1928

-                    Alfred Rosenberg, Il mito del XX secolo, 1934

-                    Karl R. Popper, La logica della ricerca scientifica, 1934

-                    Robin G. Collingwood,  An Essay on Metaphysics, 1940

-                    Herbert Marcuse, Eros e civiltà, 1955

-                    Herbert Marcuse, L'uomo a una dimensione, 1964

-                    Henri De Lubac, Il mistero del sovrannaturale, 1965

-                    Robin G. Collingwood, Essay on metaphysic

-                    Robin G. Collingwood, Essay on philosophical method

-                    Benedetto Croce, Logica come scienza del concetto puro

-                    Benedetto Croce, La storia come pensiero e come azione

-                    Sigmund Freud , Analisi terminabile e interminabile

-                    Marco Paolinelli, Le ragioni del filosofare

-                    Sofia Vanni Rovighi, Elementi di filosofia vol. I

-                    Robin G. Collingwood,  An Essay on Metaphysics, 1940

-                   Sofia Vanni Rovighi, Elementi di filosofia, La Scuola Editrice, Brescia, 1962  EdF

-                    Karl R. Popper, Congetture e confutazioni, 1963

-                   Marco Paolinelli, Contro il monismo epistemologico. Filosofia e scienza nel pensiero di Sofia Vanni Rovighi, Educatt, Milano, 2009  CME

 

 

 

 

 

 

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