Franco Manni

Lettera al mio ex-studente Marco Jeannin sulla Storia d'Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, da un punto di vista spirituale

 

 

 

Caro Marco,

al concerto degli U2 hai evidenziato bene due fatti che hai osservato nella folla degli spettatori:

 

  1. il fischiare Berlusconi "in automatico";

  2. la signora (non "ragazza"!) di 35 anni che non ha mai sentito nominare Mandela.

 

Il primo fatto (fischiare in automatico ) lo ho colto lungo i decenni della mia vita, la cosiddetta "sinistra" in automatico gridava contro fascismo, Democrazia Cristiana, USA, NATO, Vaticano, Paesi Occidentali Capitalisti e Sfruttatori, Borghesia capitalista e Sfruttatrice... avevamo ( e giornalisti, intellettuali ecc se ne vantavano!) "il Partito Comunista più grande del Mondo Occidentale".

Naturalmente tale "automatico" non è servito a nulla perchè l'automatico non è sapere e comprendere e valutare...e la maggior parte di quelle persone (oggi ancora viva) ora grida contro Comunisti, Sindacalisti, Giargianesi Extracomunitari (che sono poi gli Sfruttati da quei Paesi Colonialisti di anni prima...!), Giornalisti Giustizialisti, Magistratura Forcaiola, ecc. ; né allora né ora, mai quelle persone hanno cercato di capire cosa vuol dire "occidentale" e cioè: liberalismo, tolleranza, separazione dei poteri , libertà di stampa, laicità, pluralismo, cosmopolitismo.

Questo fenomeno è il conformismo, l'imitare la massa, la sottomissione alle mode. Fenomeno a cui noi italiani, che mai abbiamo avuto una Riforma Protestante, siamo abituati da secoli rispetto agli altri Paesi Occidentali: una sola voce, un solo potere.

 

Il secondo fatto (la signora che non ha sentito nominare Mandela) è questo disinteresse per la storia comune dell'umanità ed del proprio popolo, questo disinteresse per la cultura. Me ne meravigliavo quando ero giovane e avevo ancora la idealizzazione delle persone "grandi" di me pensandoli saggi ecc... poi, e oramai da decenni, non mi stupisce più, anche se cerco di capire ancora le cause generali e quelle specifiche di noi italiani. È un disinteresse per il passato, per la tradizione e continuità dei fatti che creano la vita propria e altrui. Una reliquia grottesca dell'interesse per la vita altrui (e la propria che in quella si specchia) è l'interesse verso il cosiddetto gossip su divi e dive, veline e tronisti ecc.

Intendiamoci: la "gente" è sempre stata così ignorante, non sto facendo la laus temporis acti ! Però osservo che in Italia quando ero giovane, e ancora di più nei primi decenni della Repubblica nata dalla sconfitta del fascismo (da parte degli Anglo-americani, invero...) la "classe dirigente" (politici, vescovi, burocrati, professori, giornalisti, imprenditori) faceva il suo mestiere di dirigere in grande misura non tenendo conto (e non cercando di sedurre) la gente, quasi essa sapesse più o meno consciamente che la "gente" era ignorante, razzista, impaurita, eccitabile, fanatica, gretta ecc. e che dunque le mete da perseguire non dovessero esser chieste – come a un Sacro Oracolo - ad essa.

La classe dirigente dei primi decenni derivava dal C. L. N antifascista, che era fatto, come del resto tutta la "Resistenza" da un'infima minoranza numerica di italiani. Questo è quello che faceva: dirigeva, sapendo però – più o meno consciamente - che le mete verso cui andare non venivano dal popolino, e cercando di spingere o trainare il popolino verso di esse, come cercando intanto di "educarlo". E questo era bene.

Ma nell'intanto quella classe dirigente (che in larga misura era "democristiana" e cioè del partito "cattolico" di allora, assai influenzato – come tutti i partiti cattolici di ieri e di oggi del resto – dal Vaticano; e era "comunista" intendendo con tale parola il PCI un grande partito di socialismo radicale, di filosofia marxista, populista nella propaganda, machiavellico nella tattica, staliniano nella strategia) fece un grosso errore (agendo così in maniera non educativa ma precisamente diseducativa): diede il messaggio che il "popolo" italiano era "buono", che esso era stato sempre nella sua grande maggioranza antifascista e che dal fascismo si era liberato eroicamente da sé. Tutte cose false. Il popolo italiano il 25 luglio 1943 si trasformò di colpo da fascista che era, ad antifascista che non era, solo a causa della invasione anglo americana del suolo patrio e dell'arresto di Mussolini da parte del Re.

Questa falsificazione collettiva impedì al popolo italiano di fare il "lutto" (cioè di elaborare il dolore) per essere stato fascista e sconfitto dai propri nemici. "Lutto" che invece il popolo tedesco costretto a ciò da una continua e multiforme e universale pressione internazionale - per decenni ha dovuto elaborare di necessità .

In Italia le cose peggiorarono col cosiddetto Sessantotto, perchè a quel messaggio diseducativo se ne aggiunse un altro (e di questo la cultura e politica di "sinistra" e cioè neo-marxista è molto colpevole): che il "popolo" (il Proletariato, la "Classe Operaia") era "saggio, intelligente e creativo", cioè che era depositario di una cultura sua e valida e dunque basta con "i formalismi e gli autoritarismi scolastici"! , basta insegnare la Geografia o il Latino alle Medie!, basta insegnare la Storia in maniera sistematica e globale (ma, invece, questo o quel pezzetto di storia locale e "popolare")!, basta a selezionare (a bocciare) ma diamo il sei politico a tutti perchè la "cultura borghese" è una falsa cultura! ecc. ecc.... tutte parole d'ordine ripetute a pappagallo e distruttive dal punto di vista culturale autentico...

è come se il primo errore (quello dei democristiani e dei comunisti ) fosse quello di attribuire le virtù etiche al popolino, e il secondo errore (quello dei marxisti sessantottini) fosse quello di attribuirgli le virtù dianoetiche. In entrambi i casi falsificando la realtà.

Poi ci sono tante altre cause:

a. quella classe dirigente scegliendo i successori nella generazione successiva lo ha fatto perchè gli erano fedeli e amici più che perchè valessero nelle varie scienze, abilità ed arti (Clientelismo, Nepotismo, Baronaggio, Anti-Meritocrazia), e - generazione dopo generazione - tale modo di scelta è cresciuto cumulativamente su sé stesso ed ha peggiorato sempre di più le successive classi dirigenti.

b. il boom economico ha dato al "popolo" un "potere" economico sproporzionato alla crescita culturale e morale che esso aveva avuto: lo ha "viziato"

c. le classi dirigenti neo-marxiste a volte e troppo spesso purtroppo hanno concesso indiscriminatamente "diritti" solo per avere consensi e senza che ci fosse vera giustizia nel concederli : penso – per citarne uno - all'esempio scandaloso dei baby- pensionati che potevano andare in pensione con 15 anni sei mesi e un giorno di lavoro alle spalle e poi … alle spalle della comunità fino a ottanta anni! E poi ci sono tante altre cause ancora...

Io mi sono voluto soffermare su quei due punti iniziali per riallacciarmi alle osservazioni che avevi fatto tu a quel concerto degli U 2 ...

* * *

Quando poi tu scrivi che discutere con un ignorante è più difficile che con una persona colta … qui devo fare una distinzione: dipende da come l'Ignorante vive la sua ignoranza e il Colto la sua cultura... perchè anche il Colto è ovviamente un Ignorante sulla massima parte delle cose sul mondo e sulla vita... ti rimando alle pp. 158-160 del mio libro Lettera ad un amico della Terra di Mezzo per l'approfondimento di questo punto che poi è una analisi del "sapere di non sapere" socratico... per esempio io faccio l'insegnante a ragazzi ignoranti, ma spesso in loro trovo l'umiltà sufficiente (il sapere di non sapere) che mi permette di avere un qualche ascolto da loro...

 

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Ecco perchè il senso di impotenza che tu denunci - pur capendolo ed empatizzando con te - non lo condivido... per gli amici e anche a persone impreviste che non ti aspetteresti vedrai che può succedere di trovare ascolto e comprensione...

….proprio come pensava Karl Popper anche io non dico che il dibattito critico sia facile (anzi: è difficile!) , dico solo che è possibile...

 

 

 

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