| 
        
       Sono
      allibiti, i professori delle superiori bresciane. E prevedono che la
      scuola avrà tutto da perdere da una "norma capestro" che arriva
      a fine anno o quasi. 
      "Ci mettono nella condizione di fare carte false o bocciare mezza
      scuola - dice Maurilio Lovatti, storia e filosofia al Copernico -. O non
      ammettiamo uno che ha 4 in matematica e 8 nelle altre materie, o il
      quattro lo portiamo a 6. In entrambi i casi è una bella
      ingiustizia". Centra il problema. Ha fatto due conti e nello
      scientifico di via Duca degli Abruzzi in passato "circa il 40 per
      cento degli studenti è stato ammesso alla maturità almeno con una
      insufficienza". Adesso bisognerà vedere. "È facile che il
      consiglio di classe passi un cinque a sei, ma anche un tre o un quattro in
      un contesto buono non dovrebbe escludere dall'esame". E pensare che
      "prima della riforma della maturità il limite era la media del
      cinque". DAL GAMBARA, Claudio Bianchi, docente e vicepreside, non si
      capacita dei tempi. "Facciamo pure finta che si parta da tutti sei -
      dice -, ma queste cose si dicono ad inizio d'anno". Meglio ancora,
      "avrebbero potuto aspettare che partisse la riforma dei licei,
      perchè adesso diventa davvero difficile". Bianchi teme che alcuni
      colleghi diano il "sei politico". E sarebbe una sconfitta.
      L'ennesima novità dell'ultima ora "rischia di crearci difficoltà
      con le famiglie e di far saltare il meccanismo della valutazione -
      aggiunge Bianchi -, il che è ancora più grave oggi, che le scuole non
      hanno un centesimo per organizzare i corsi di recupero e sono costrette a
      ricorrere al fondo d'istituto". Se il Dpr confermasse, dunque,
      "sarebbe una stangata spaventosa, ma la logica del ministero sembra
      essere più si stanga e più va bene, tant'è che anche per il cinque in
      condotta le cose sono molto peggiorate". E la questione dei tempi
      lascia interdetto pure Francesco Spagnoli, docente all'Itis Castelli.
      "Se gli studenti devono raggiungere la sufficienza in tutte le
      materie, devono cambiare modo di rapportarsi allo studio - dice -, perciò
      dovevano saperlo prima". Perplessa è pure Rossella Perusco del
      Lunardi. "Un criterio strano e difficile da capire, giacchè nello
      stesso esame puoi essere promosso anche se sbagli una prova". Tanto
      strano, che "conviene aspettare il Dpr, prima di pronunciarsi",
      dice Perusco con prudenza. La speranza muore sempre per ultima. 
       MI.VA.
          |